martedì 21 luglio 2009

INTERVISTA A FATIMA, NIPOTE DI BENAZIR BHUTTO

"Per screditarmi dicono che sono l'amante di George Clooney" afferma, smentendo la relazione con l'attore americano.
La nipote di Benazir vuole invece parlare del suo Paese e di politica. Laica, single e di sinistra, denuncia crimini e corruzione. E accusa il premier e la sua famiglia.

(... ) L'avvertimento è netto. "Non mi si parli di questa storia del mio supposto amore con George Clooney. Altrimenti finisce qui", ingiunge risentita dopo oltre tre ore d'intervista. Inutile ripeterle che comunque deve ammettere che la vicenda è ghiotta: la 27enne promessa della dinastia Bhutto, single e carina - che subito dopo l'assassinio della zia Benazir il 27 dicembre 2007 venne indicata come la vera erede per carattere e forza intellettuale del nonno, il carismatico fondatore del Partito Popolare (la maggior formazione politica del Paese) Zulfikar Ali Bhutto (come il nonno si chiama il fratello 18enne di Fatima, che studia all'università in Inghilterra, ndr) - avrebbe un legame con uno degli attori americani più quotati del momento? ... "Sono tutte invenzioni, falsità. Non c'è nulla di vero, io Clooney non l'ho mai incontrato. E comunque tutti questi pettegolezzi mi hanno già anche troppo danneggiata. Non posso fare altro che negare. Punto e fine", aggiunge con un guizzo di sospetto.

La conversazione torna invece su ciò che - insiste - le sta veramente a cuore: la deriva del Paese, i crimini e la corruzione della classe politica pakistana, specie del primo ministro Zardari (marito di sua zia Benazir, ndr), e soprattutto la memoria di suo padre Murtaza, assassinato a Karachi nel 1996, durante l'ultimo periodo del secondo governo Benazir. "Sto scrivendo un libro su mio padre, la nostra famiglia e il Pakistan. Potrei intitolarlo come una poesia di Khosrow Golsukhi, un comunista iraniano assassinato dalla polizia segreta dello Scià nel 1972: "Poema dello sconosciuto". Per qualche settimana, dopo l'assassinio della zia Benazir, Fatima aveva come smussato i toni polemici. Lo shock era stato troppo grande. Ma adesso torna alle accuse di sempre: "Lo dico nel libro: tanti elementi lasciano credere che gli agenti della polizia che uccisero mio padre fossero mandati da quel corrotto ambizioso e senza scrupoli di Zardari, magari con l'acquiescenza di Benazir, che pure era sua sorella. Murtaza in ogni momento avrebbe potuto presentarsi come il legittimo erede di Zulfikar. E' il paradosso della nostra democrazia malata. Le logiche di successione del partito più importante del Pakistan alla prova dei fatti riflettono quelle delle consuetudini feudali tribali. E non potrei neppure escludere che poi ancora Zardari, per pura sete di potere, non abbia avuto un ruolo di Benazir, sua moglie. Lo so, sembrano follie, complotti medievali. I nostri intrighi di famiglia a un italiano possono far pensare ai Borgia. Ma purtroppo questa è la realtà. Il Pakistan del 2009, con la bomba atomica, le autostrade e un esercito moderno, è dominato dalla mentalità dei Borgia".

"IL BURQA? NON MI BASTEREBBE"

Fatima ha paura. Non lo nasconde. "Chi ha ucciso mio nonno, mio padre e mia zia potrebbe ora colpire anche me. In ogni momento. Vorrei poter andare a dare una mano per assistere gli oltre due milioni di profughi fuggiti da Swat, Buner e Dir. Ma non lo posso fare, sarebbe troppo pericoloso, metterei a rischio anche gli uomini della mia scorta. Anche se mi coprissi interamente con il burqa rischierei di essere pedinata e rapita. Persino a Karachi mi muovo con grande attenzione. Questa è una città che si fa di anno in anno più violenta, senza il controllo della polizia. Interi quartieri sono dominati dalla malavita. Io viaggio, e con grande circospezione, solo in centro. Evito di fare sempre la stessa strada. I sequestri sono all'ordine del giorno". Afferma che non intende affatto entrare in politica, "Sono laica e di sinistra. Mi oppongo all'idea di poter accedere al potere solo perchè appartengo al clan Bhutto", spiega. E non lesina colpi bassi contro "il peso della religione negli affari di Stato" . Commenta: "Se la prendono tanto con i talebani. Che certo sono un fenomeno inquietante. Però sono pochi a sottolineare che in verità la sharia. la legge islamica, è in vigore tutt'ora anche nei nostri tribunali. Ho visto casi di donne messe in carcere con l'accusa di adulterio, specie nelle regioni povere, tra i contadini. Persono nel villaggio natale dei Bhutto, Larkana, ho denunciato casi del genere. Ma l'apatia è imperante". Lei vorrebbe continuare invece a fare ciò che già fa, scrivere sui giornali, dedicarsi ai libri. "Però da quando Zardari è al governo i giornali locali non pubblicano più i miei commenti politici. Sono stata censurata, do troppo fastidio. Vogliono che io taccia. Ma non ci riusciranno. Ho avviato un mio blog, ci scrivo spesso. Paradossalmente eravamo molto più liberi ai tempi della dittatura militare di Pervez Musharraf che non sotto la finta democrazia di Zardari". (Fonte: "Magazine", 16/7)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Un augurissimo a questa coraggiosa ragazza.
Stefano.

Alessandra ha detto...

Anche se ovviamente spero che che Benazir Bhutto non fosse coinvolta o connivente con l'omicidio del fratello !!!