lunedì 21 marzo 2011

IL COLONNELLO E LE DONNE EMANCIPATE PER FORZA

In Libia esiste tuttore una forte separazione tra i sessi, a partire dalle scuole. Dalle medie in poi, maschi e femmine sono separati, fino all'università. L'istruzione è gratuita (inclusi i libri) e la scolarizzazione abbastanza alta, già dai tempi della monarchia, il che ha garantito alle donne molte chance di lavoro. Ma le donne che lavorano sono una minoranza, e quando ci sono i figli, la madre si dedica a loro, smette di lavorare. Ciò dipende dal concetto della famiglia e della divisione dei ruoli. Una separazione che si vive anche all'interno delle mura domestiche. (Fonte: http://www.corriere.it )

http://www.zeroviolenzadonne.it/rassegna/pdfs/8e6bab893390213e708b5c47a4602d40.pdf Leggi tutto ...

mercoledì 16 marzo 2011

DONNE ARABE... LEGHISTE

MISS MAROCCO NELLA ROCCAFORTE DELLA LEGA


Soumia Fouganni organizzatrice
della manifestazione

Rajàa Afroud, madrina e presentatrice del concorso

http://www.lasestina.unimi.it/lasestina/posts/miss-marocco-nella-roccaforte-della-lega/

MALNATE: UNA TUNISINA ALL GUIDA DELLA LEGA NORD: "IL MIO SOGNO E' INCONTRARE BOSSI"

Hajet Fezzani con Maroni

http://www3.varesenews.it/varese/articolo.php?id=198159

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martedì 15 marzo 2011

AL-QAIDA LANCIA RIVISTA PER SOLE DONNE. SEMBRA COSMOPOLITAN CON IL BURQA

"Donna Maestosa" spiega che il principe azzurro da sposare è un martire e che per avere una pelle perfetta bisogna star chiuse in casa col volto coperto.

Consigli di bellezza, di moda, di cuore: come su Cosmopolitan, o su Elle, o Amica. Ma Al Shamikha, «Donna Maestosa», una nuova pubblicazione in arabo, non è una normale rivista patinata destinata al pubblico femminile.
L'editore infatti è il braccio mediatico di al Qaida: in copertina c'è una donna avvolta dalla testa ai piedi nel niqab che imbraccia un mitragliatore.
Una trentina di pagine di suggerimenti per la donna di al Qaida, per cui trovare il principe azzurro significa «sposare un mujaheddin». Sul fronte della bellezza, ad esempio, come fare ad avere una carnagione perfetta? «Restate in casa con il volto coperto». Al Shamikha mischia moda e consigli di lifestyle in articoli scritti in molti casi da donne: «Non uscire se non quando è necessario» e, una volta fuori, indossare sempre il niqab per proteggere la pelle dal sole.
«La Nazione dell'Islam ha bisogno di donne che conoscono la verità sulla loro religione, la battaglia e le sue dimensioni e sanno cosa ci si aspetta da loro», ha scritto il direttore Saleh Youssef nella presentazione del numero zero, che propone interviste con «mogli di martiri» della jihad e elogia chi ha dato la vita per difendere l'interpretazione di al Qaida del Corano: «Dal martirio il credente riceverà sicurezza e felicita».
Secondo James Brandon, portavoce del centro britannico anti-estremisti, «Donna Maestosa» è «la versione jihadista di Cosmopolitan». Al Shamikha - ricorda oggi l'Independent - è la seconda rivista pubblicata da al Fajr, il braccio mediatico di al Qaida. Nove mesi fa, pattugliando Internet, ricercatori privati si erano imbattuti in «Inspire», un magazine di propaganda in inglese, che annoverava articoli del tipo: «Lo chef di al Qaida: come fabbricare una bomba nella cucina di tua madre».
All'inizio era sembrata una burla, una caricatura di giovani terroristi un pò mammoni che pasticciano con fertilizzanti e cosmetici ai fornelli della genitrice in burqa: ma burla evidentemente non era, dal momento che hanno fatto ricorso a ordigni fatti in casa sia gli attentatori di Londra 2005 che Faizal Shahzad, il terrorista di Times Square, e Najibullah Zazi, l'afghano-americano che con due compagni di scuola voleva colpire New York dopo aver comprato gli ingredienti della sua torta esplosiva in un negozio di parrucchiere. (Fonte: http://www.ilgiornale.it/ , 14/3) Leggi tutto ...

sabato 12 marzo 2011

PAKISTAN: UOMO MOZZA LE MANI ALLA MOGLIE


Dopo quarta bimba, per punirla di partorire solo femmine.

(ANSA) – ISLAMABAD, 27 GEN – Un uomo della provincia pachistana del Punjab ha mozzato le mani della moglie perche’ ha partorito una femmina per la quarta volta consecutiva. Dopo aver dato la luce la figlia, Musarrat Bibi e’ stata rinchiusa con le bambine in una stanza della casa in un piccolo villaggio vicino alla citta’ di Kabirwala. Il marito ogni sera la picchiava. Dopo l’intervento dei familiari della donna, l’uomo ha scaricato la sua rabbia sulla moglie mozzandole le mani con un’accetta. E’ in gravi condizioni. (Fonte: http://www.musulmanimoderati.com/)
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8 MARZO BIS

RAMALLAH (CISGIORDANIA): I GIOVANI DI FATAH ORGANIZZANO UN TORNEO INTITOLATO A WAFA IDRIS, LA PRIMA DONNA TERRORISTA SUCIDA PALESTINESE




http://www.focusonisrael.org/2011/03/09/wafa-idris-fatah-ramallah-terrorismo-palestinese/

EGITTO: GLI ISLAMICI HANNO FESTEGGIATO LA GIORNATA DELLA DONNA


http://www.lisistrata.com/cgi-bin/lisistrata3/index.cgi?action=viewnews&id=765

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martedì 8 marzo 2011

8 MARZO

IN IRAN

FESTA DELLA DONNA: CORTEO FEMMINILE ANTI- HIJAB, A TEHERAN SENZA VELO ISLAMICO PER UN GIORNO.

http://www.direttanews.it/2011/03/07/festa-della-donna-iran-festa-della-donna-in-iran-corteo-femminile-anti-hijab-a-teheran-senza-velo-islamico-per-un-giorno/

LE DONNE DELLA RIVOLUZIONE OGGI IN PIAZZA, IN NORD AFRICA E IN IRAN.

UN MILIONE AL CAIRO.


http://www.altracitta.org/2011/03/08/le-donne-della-rivoluzione-oggi-in-piazza-in-nord-africa-e-iran/ Leggi tutto ...

lunedì 7 marzo 2011

RIDUCE IN COMA LA FIDANZATA E SI COSTITUISCE

La fuga di Mael Combier si è conclusa in Francia a Valence-sur-Rhone. Era ricercato dalla magistratura italiana che lo ritiene responsabile del tentato omicidio di Samira Ben Saad, 20 anni, francotunisina sua conterranea, trovata agonizzante con un colpo di pistola alla nuca lunedì su un sentiero a Col di Nava.
Si è costituito Mael Combier, 22 anni il giovane accusato di aver sparato alla fidanzata, Samira Ben Saad, 20 anni, trovata agonizzante nelle campagne dell'entroterra di Imperia. Si è presentato alla polizia di Valence-sur-Rhone, la città dove risiede, ad una novantina di chilometri da Lione e da dove si era allontanato con la fidanzata per una breve vacanza. "Sono io quello che cercate per la ragazza ferita in Italia". Ha confessato. Ora la magistratura italiana chiederà l'estradizione e presto l'imputato sarà rinchiuso nel carcere di Imperia. Si era da poco convertito all'Islam prendendo il nome Mustapha Zouatit, Mael Combier, francotunisino come la sua fidanzata trovata agonizzante con un colpo di pistola alla nuca lunedì da un abitante della zona nella campagna imperiese confinante con la statale 28 del Col di Nava.
E' sposato da poco Mael/Mustapha e sua moglie è incinta da pochi mesi. Samira questo non lo sapeva e lunedì, in macchina, è scoppiata una lite. Il viaggio romantico in Italia che le aveva promesso si è trasformato in un incubo. Samira tradita e delusa ha urlato e Mael le ha sparato un colpo di pistola alla testa per ucciderla.
Ventidue anni (23 a novembre), Mael/Mustapha è già noto alle forze dell'ordine francesi per essere un tipo violento e facilmente alterabile, con precedenti per rissa e violenze in famiglia.
Nonostante sia disoccupato, gli piacciono il lusso e le cose belle come la sua Bmw ultimo modello dai vetri oscurati, la stessa con la quale era partito sabato insieme a Samira dal loro paese Valence-sur-Rhone e diretti in Liguria, per un weekend. La stessa auto ripresa da una telecamera posizionata poco distante dal sentiero dove è stata abbandonata la ragazza.
Samira è ricoverata nel reparto rianimazione dell'ospedale Santa Corona a Pietra Ligure in coma. Presto sarà trasferita in neurochirurgia. Il quadro clinico della giovane è stazionario (ora si è svegliata, ndr). E' stata operata una prima volta per capire l'entità del problema ed estrarle il proiettile dalla testa ma i medici non ci sono riusciti. Ci proveranno tra qualche giorno.
Al suo capezzale è arrivata dalla Francia la mamma: "Samira era uscita di casa sabato mattina presto. Quel giorno non doveva lavorare; fa la commessa; a fine mese compie 21 anni. Era insieme a lui, a me non piaceva quel ragazzo ma vedevo mia figlia felice e lasciavo correre. Mi disse che avrebbero trascorso il fine settimana insieme. Dovevano rientrare domenica sera. E invece..." (Fonte: http://www.genova.repubblica.it , 4/2) Leggi tutto ...

MATRIMONI MISTI TRA UOMINI CRISTIANI E DONNE MUSULMANE

VICENZA. VUOL SPOSARE UNA MAROCCHINA: "MA PRIMA DEVE CONVERTIRSI ALL'ISLAM".

Storace denuncia: il consolato del Marocco pretende che si
iscriva a una scuola e sostenga un esame, ma lui ha detto no.


VICENZA - Per sposare una ragazza marocchina di cui è innamorato è costretto a convertirsi all'Islam. A raccontare la storia di un vicentino è l'onorevole Francesco Storace, leader de "La Destra", che ha affrontato nel suo blog un problema interrazziale diffuso e già discusso in passato.
«C'è una storia incredibile che si svolge nel nostro Paese - scrive Storace - così tollerante verso l'altro e anche, diciamolo, un po' coglione. A Vicenza vive un giovane italiano come tanti, che però ha un desiderio che vorrebbe coronare. È il suo sogno d'amore, ama una ragazza marocchina che risiede in Spagna da 11 anni. Vogliono sposarsi in municipio, ma non possono. Il nostro codice civile, all'art. 116, impone la necessità di un nullaosta rilasciato dalle autorità dello Stato di origine, ma al Consolato del Marocco per ottenere questo documento chiedono che lui debba farsi musulmano. Per procedere, fermo restando che il ragazzo non ci pensa proprio, egli dovrebbe iscriversi ad una scuola per l'apprendimento dell'islam e sottoporsi ad un esame che certifichi la sua conversione».
«È vergognoso - conclude Storace - che per sposarsi in Italia con una straniera si debba passare all'islamismo". (Fonte: http://www.ilgazzettino.it/ , 1/2)

Non sono d'accordo con Storace: non è detto che per sposare una musulmana debba passare dall' "islamismo" (integralismo islamico). Detto questo, la vicenda dimostra che siamo alle solite: una musulmana non può sposare un non-musulmano, a meno che lui non si converta. Alla faccia dell'amore, a dispetto del rispetto delle differenze ! Leggi tutto ...

giovedì 3 marzo 2011

ASIA BIBI, CRISTIANI E MUSULMANI IN PAKISTAN

SHERRY REHMAN NON VERRA' PROCESSATA PER BLASFEMIA

http://www.asianews.it/notizie-it/Punjab:-Sherry-Rehman-non-verr%C3%A0-processata-per-blasfemia-20824.html

UCCISO SHAHBAZ BHATTI, MINISTRO PAKISTANO CHE HA DIFESO ASIA BIBI


http://www.asianews.it/notizie-it/Ucciso-Shahbaz-Bhatti,-ministro-pakistano-che-ha-difeso-Asia-Bibi-20914.html

ASSASSINIO BHATTI, DOMANI I FUNERALI NEL PUNJAB. LA CONDANNA DEI MUSULMANI


http://www.asianews.it/notizie-it/Assassinio-Bhatti,-domani-i-funerali-nel-Punjab.-La-condanna-dei-musulmani-20936.html

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IL "NOI" DELLE DONNE DA FACEBOOK A PIAZZA TAHRIR

Tra i più diffusi stereotipi occidentali sui Paesi islamici ci sono quelli riguardanti le donne musulmane: occhi da cerbiatto, velate e sottomesse, esoticamente silenziose, eteree abitanti di immaginari harem, rinchiuse in rigidi ruoli di genere. Allora dov’erano queste donne in Tunisia e in Egitto?
In entrambi i Paesi, le manifestanti non avevano nulla in comune con lo stereotipo occidentale: erano in prima linea e al centro, nei notiziari e sui forum di Facebook, e anche al comando. In Egitto, in piazza Tahrir, le donne volontarie, alcune accompagnate da bambini, hanno lavorato costantemente per sostenere le proteste – dando un mano alla sicurezza, alle comunicazioni e all’assistenza. Molti commentatori hanno accreditato al gran numero di donne e bambini la complessiva notevole tranquillità dei manifestanti di fronte alle gravi provocazioni.
Altri cittadini diventati reporter in Tahrir Square - e praticamente chiunque con un telefono cellulare poteva esserlo - hanno rilevato che le masse di donne coinvolte nelle proteste erano demograficamente rappresentative. Molte indossavano il velo e altri segni di conservatorismo religioso, mentre altre ostentavano la libertà di baciare un amico o fumare una sigaretta in pubblico.
Ma le donne non servivano solo come lavoratrici di supporto, il ruolo abituale a cui sono relegate nei movimenti di protesta, da quelli del 1960 fino alla recente rivolta studentesca nel Regno Unito. Le donne egiziane hanno anche organizzato, elaborato strategie e riportato gli eventi. Blogger come Leil Zahra Mortada hanno affrontato gravi rischi per tenere quotidianamente il mondo informato sulla scena in piazza Tahrir e altrove.
Il ruolo delle donne nel grande sconvolgimento del Medio Oriente è stato tristemente sottovalutato. Le donne in Egitto non si sono limitate a «unirsi» alla protesta - sono state una forza trainante per l'evoluzione culturale che ha reso la protesta inevitabile. E ciò che è vero per l'Egitto è vero, in misura maggiore e minore, in tutto il mondo arabo. Quando le donne cambiano tutto cambia e le donne nel mondo musulmano stanno cambiando radicalmente.
Il più grande cambiamento è sotto il profilo educativo. Due generazioni fa, solo una piccola minoranza delle figlie delle élite ricevevano una formazione universitaria. Oggi, le donne rappresentano più della metà degli studenti nelle università egiziane. Sono istruite a usare il potere in un modo che alle loro nonne sarebbe stato difficile immaginare: pubblicando giornali (come Sanaa El Seif ha fatto, a dispetto dell’ordine del governo di cessare le sue attività), facendo campagna per i posti di leadership degli studenti; raccogliendo fondi per le organizzazioni studentesche e organizzando riunioni.
Oggi una consistente minoranza di giovani donne in Egitto e altri Paesi arabi hanno trascorso i loro anni formativi esercitando il pensiero critico in ambienti misti, con uomini e donne, e anche sfidando pubblicamente in classe professori maschi. È molto più facile tiranneggiare la popolazione quando la metà di essa è scarsamente istruita e addestrata a essere sottomessa. Ma, come gli occidentali dovrebbero sapere dalla propria esperienza storica, una volta che le donne sono istruite, diventa probabile che l’agitazione democratica accompagni il conseguente massiccio mutamento culturale.
Anche la natura dei media sociali ha contribuito a trasformare le donne in leader della protesta. Avendo insegnato le capacità di leadership alle donne per più di un decennio, so quanto sia difficile far loro affrontare e rivolgersi a una struttura organizzata gerarchicamente. Allo stesso modo, le donne tendono ad evitare l’iconografia che la protesta tradizionale in passato ha imposto ad alcuni attivisti - quasi sempre un giovane dalla testa calda con un megafono in mano.
In tali contesti - con un palcoscenico, un riflettore, e la necessità di parlare in pubblico - le donne spesso rifuggono dai ruoli di leadership. Ma i social media, attraverso la natura stessa della tecnologia, hanno cambiato l’aspetto e il senso della leadership. Facebook imita il modo in cui molte donne scelgono di vivere la realtà sociale, con connessioni tra le persone importanti tanto quanto la posizione di dominio o di controllo individuale, se non di più.
Su Facebook si può diventare un leader che conta solo creando un «noi» davvero grande. O si può rimanere allo stesso livello, concettualmente, di tutti gli altri nella pagina, non occorre far valere una posizione dominante o di autorità. La struttura dell’interfaccia di Facebook crea ciò che le istituzioni «reali», nonostante 30 anni di pressione femminista, hanno omesso di fornire: un contesto in cui le capacità delle donne di forgiare un potente «noi» e impegnarsi in una leadership di servizio possa far progredire la causa della libertà e della giustizia in tutto il mondo.
Naturalmente, Facebook non può ridurre i rischi della protesta. Ma, per quanto violento possa essere nell’immediato futuro il Medio Oriente, la documentazione storica di ciò che accade quando le donne istruite partecipano a movimenti di liberazione suggerisce che quelli che vorrebbero mantenere l’ordine con il pugno di ferro nella regione sono finiti.
Proprio quando la Francia iniziò la sua ribellione nel 1789, Mary Wollstonecraft, che era stata coinvolta nella testimonianza di quegli eventi, scrisse il suo manifesto per la liberazione delle donne. In America dopo che le donne ebbero aiutato a combattere per l'abolizione della schiavitù, misero all’ordine del giorno il suffragio femminile. Dopo che nel 1960 fu detto loro che «la posizione delle donne nel movimento è sdraiata» generarono la «seconda ondata» del femminismo - un movimento nato dalle nuove competenze delle donne e dalle loro antiche frustrazioni.
In ogni tempo, una volta che le donne hanno combattuto le battaglie per la libertà di altri, sono poi passate a difendere i loro diritti. E, dal momento che il femminismo è semplicemente una logica estensione della democrazia, i despoti del Medio Oriente si trovano di fronte a una situazione in cui sarà quasi impossibile forzare queste donne risvegliate a fermare la loro lotta per la libertà - la loro propria e quella delle loro comunità. (Fonte: http://www.lastampa.it ) Leggi tutto ...