domenica 5 luglio 2009

CRONACHE EUARABE: "BRUXELLES,UCCISA PERCHE' VOLEVA DIVORZIARE"

Donne col burqa. Senza volto. Senza diritti.

BRUXELLES — Da lontano, al telefono, si sente un bambi­no piccolo che piange, o stril­la per gioco, da qualche parte nella stanza alle spalle di Kadi­dja Lalembaidje: «È Maxime, il mio nipotino, il figlioletto di Claudia. Ha 8 mesi. Otto me­si, capito? Mia figlia avrebbe voluto crescerlo secondo i suoi valori: considerare sem­pre gli altri degli essere umani come noi, cercare di compren­dere le loro ragioni. Ma è capi­tata con quello là, il talebano, l’ha sposato, gli ha dato un fi­glio. Lui la pic­chiava, ha cerca­to 3 volte di strangolarla per­ché non voleva che uscisse, che si vestisse nor­malmente. Le di­ceva: attenta, le donne devono essere sottomes­se all’uomo. Cita­va sempre il Co­rano. E quando lei ha chiesto il divorzio, lui le ha risposto: ri­cordalo, in Paki­stan il matrimo­nio è per la vita o per la morte. Così è stato, l’ha uccisa. Lui e i suoi due fratelli, in tre l’hanno uccisa. Come già avevano ucciso la moglie di un quarto fratello in Paki­stan, buttandola nel fiume. Anche lei nel fiume, come mia figlia. E proprio per quello era­no poi fuggiti in Europa. Ma che ne sapevamo, noi?». Alla fine, il pianto soffoca la voce: «Ora ci hanno detto che quel quarto fratello si è suicidato. Ecco che famiglia aveva incon­trato Claudia, ecco che desti­no ha avuto». Claudia era scomparsa il 14 giugno, la sua foto era finita sul sito del Chi l’ha visto? bel­ga. L’altro ieri, nel fiume Escaut che va dalla Francia al Belgio, trovano una valigia chiusa: dentro, un corpo semi­nudo, mani e piedi legati, il vi­so sfigurato.È lei, c’è il tremendo sospet­to di uno stupro per sfregio. Il marito ora è in cella, come il secondo fratello. Il terzo è in fuga. Questa è una storia che non giunge da un remoto villag­gio, ma da Bruxelles, capitale d’Europa. Dal quartiere di Schaerbeek, abitato da una va­sta e pacifica comunità di im­migrati. Come Claudia Lalem­baidje, 32 anni, vissuta fino ai 15 nel nativo Ciad, poi emigra­ta con la madre e le sorelle (il padre, colpito dalle sofferenze della guerra, vive ancora nel Ciad). Dopo aver fatto studi te­atrali e aver preso un diploma da infermiera, Claudia aveva lavorato alla Croce Rossa. «Ora, diventata madre, ave­va un sogno: aprire un asilo per bambini. Ecco, questo era lei, una persona luminosa»: parla Daniele Cardella, funzio­nario italiano del Parlamento europeo ed ex-fidanzato della giovane, con la quale ha con­vissuto per 3 anni e mezzo. «Prima Claudia aveva aiutato a crescere i figli piccoli delle sorelle, e poi aveva pensato a sé. Noi ci eravamo lasciati, co­me capita, ma eravamo rima­sti amici, e sua mamma si con­fidava spesso con la mia. Così abbiamo saputo di quel pachi­stano. Per esempio, di quando nacque Maxime e lui annun­ciò: a 5 anni dovrà avere in pu­gno il Corano». «Quel pachi­stano » è Alì, alias Hammad Ra­za Syed, immigrato clandesti­no in Belgio con i fratelli. Voci di quartiere: nomi falsi, traffi­ci di passaporti, forse qualco­sa di più. Lui sposa Claudia nel luglio 2008: ma subito si scopre che, più che alla mo­glie, è interessato al permesso di soggiorno, da ottenere at­traverso le nozze. Non è però tanto facile, e poi Claudia continua a lavora­re, non rinuncia alla sua perso­nalità. Così ecco le botte, e il resto: «La vedevamo sempre più sciupata e preoccupata», racconta ancora Daniele. Fin­ché, una sera, Claudia annun­cia al marito che ha chiesto il divorzio («È scandalo», urla Hammad) e che avrà lei la cu­stodia del bambino. Poco do­po, alla porta di casa compaio­no i due cognati: «Perché in Pakistan ci si sposa per la vita o per la morte». (Fonte: "Corsera", da Informazionecorretta)

E Al Qaeda promette attentati in Francia .

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Nel cuore dell'Europa accade questo...dobbiamo fermare questo ondata di inciviltà.
Sono scandalizzata da quanto accaduto a questa gioane mamma.
lorena

caposkaw ha detto...

ma questa lascia un italiano e poi si mette con un caprone?
ma che aveva nel cranio?

Anonimo ha detto...

Se non ci facciamo rispèettare, è finita la civiltà.

Lara ha detto...

Vi ricordo che anche nel nostro paese è recentemente accaduto che dei "civilissimi" mariti o fidanzati italiani abbiano ucciso le loro donne che volevano lasciarli.