sabato 11 luglio 2009

INCONTRO CON UNA GIOVANE MUSULMANA CHE PORTA IL NIQAB


L'appuntamento è stato preso con Caroline.

" State sicuri, mi riconoscerete" , ci dice al telefono. Un pomeriggio di luglio, in un mercato della val d' Oise dove le culture si mescolano, fuori da una edificio, una figura scura si avvicina.Vestita con un lungo abito, di colore blu mare, Caroline arriva. Porta il niqab, quel velo integrale che copre il corpo, il viso, i capelli, il fronte ed il collo. Solo gli occhi blu di questa giovane del nord della Francia di 26 anni sono visibili dietro una paio di occhiali. La tenuta è completata da guanti neri e calzini neri che coprono i piedi e le caviglie.
Dopo rapide presentazioni, ci invita a casa sua. Sul cammino, gli sguardi si fissano su questa figura che cammina con passo rapido. Una volta all' interno del suo appartamento, situato nel cuore di un complesso residenziale, toglie il velo nero che cela un viso tondo. Chaima come le " sorelle" e i " fratelli" la chiamano dalla sua conversione all' islam nove anni fa, non ha più l'abitudine di uscire da quando l'argomento sul burqa è diventato un dibattito nazionale. " Ho paura, ci dice immediatamente. La settimana scorsa dei bambini di cui frequento regolarmente si sono messi a gridare e a piangere. Allora aspettando le cose che si calmino, non esco che in caso di necessità" , confida seduta nel suo salone di stile marocchino.
Da un anno e mezzo che non lavora più, i suoi giorni si seguono e si somigliano. La pratica dell' islam scandisce il suo tempo. La mattina, dopo la preghiera del tramonto, il "fajir" , accompagna suo marito, che non ha la patente, al lavoro. Poi, ritorna a casa aspettando la sera dove riprende il volante per andare a cercarlo. Nel frattempo, attività domestiche e la lettura dei versetti del Corano. Caroline si concede di guardare le disavventure dei Marsigliesi di "Plus belle la vie" ed i documentari ma bandisce il resto. " Restare a casa non è una scelta. E non è per non cercare un'occupazione! " , si rammarica Caroline in un sospiro.

Sito di incontri matrimoniali musulmano

Difficile stare senza far niente per questa giovane donna dal percorso scolastico quasi perfetto. Una maturità ottenuta con lode seguita da un BTS, " sono uscita terza dalla mia università" , dice con orgoglio. Poi? La migliore promozione per la sua licenza professionale di gestione delle attività territoriali. Un CV che le ha permesso di trovare all' inizio 2007 un posto nel suo ramo in un comune. "All' epoca portavo soltanto il hijab, ma l' aveva tolto il giorno del colloquio. Ora quando ci penso, ho vergogna di avere mentito e di non avere rispettato la mia religione" , dice. Il primo giorno, tuttavia, si presenta al lavoro con il suo velo sotto l' occhio incuriosito del direttore di servizio. Lo toglie una volta entrata nel suo ufficio e spiega con un pizzico di umorismo che é " musulmana a casa, ma al lavoro resta la Caroline frizzante e sorridente, la picardese del nord con il suo accento picardo che ha fatto la differenza in occasione dell'assunzione". Tutta fila per il meglio. Fino a promuoverla responsabile di servizio.
Il cammino verso il niqab avverrà con l'incontro di suo marito via index.nikah.com, un sito di incontri matrimoniali musulmano. " Lui non mi ha forzata a metterlo, nessuno mi ha forzata e nessuno mi costringerà a toglierlo, neppure con la legge, é una mia scelta" , tiene a precisare. Il marito é anche lui un convertito. Di origine camerunese, era cattolico prima di " trovare la sua via". " La sua scelta ha provocato molte agitazioni nella sua famiglia, mentre io, tutta la mia famiglia è atea. I miei genitori mi hanno sempre detto che Dio, é una stupidità. Allora, quando mi hanno visto interessarmi alle religioni, pensavano certamente che diventassi buddista! " , dice ridendo. Da allora, quando passeggia accompagnata da sua madre nelle strade del suo villaggio natale, situato a pochi km da Saint-Quentin, è sua madre che risponde agli sguardi dei curiosi, urlando con orgoglio: " È musulmana… e allora? ".
"Il peggio è lo sguardo degli uomini, riconosce. Vivo nel timore che uno di loro mi aggredisca, non verbalmente, ma fisicamente." Allora per fuggire a tutto ciò, per sentire l' appello alla preghiera ed educare i suoi futuri bambini nel Corano, desidera partire a vivere in un paese musulmano. " L' Algeria o il Marocco, per la vicinanza, ma l' ideale sarebbe l' Arabia Saudita. Il problema, è la mia nazionalità francese. Laggiù sarei Caroline e non Chaïma." (Fonte: lepoint, Scettico )
- Ed il Quotidiano arabo EL Roua, intervista la First Lady tunisina Leila Ben Ali: il Quotidiano arabo EL Roua, intervista la First Lady Leila Ben ... Ali .
- Ancora: Berbers intime . La prostituzione sulle montagne del Maghreb.

6 commenti:

PensieroLiberale ha detto...

Alla fine questa poveretta non è nè carne, nè pesce.
Questa in Francia per i francesi è un' aliena.
Nei paesi islamici non sarà mai una di loro.
Ennesima sconfitta di quel multiculturalismo che doveva essere la risposta ai mali del mondo e che ivece finirà ancora per alienare di più i singoli individui.
Brava Europa che con il suo lassismo questi problemi li sta aggravando.
In nome di un multiculturalismo ipocrita abbiamo emarginato ancora di più i soggetti deboli della nostra società.
(Tuttavia anche i soggetti deboli dovrebbero cominciare a darsi una svegliata, invece di genuflettersi ai soliti noti che fingendo di tutelarli si fanno pubblicità a spese loro).

Stefano. ha detto...

Giusto Pensiero Liberale.
Aggiungo solo l'auspicio che questa belfagor se ne vada in islamilandia.
Stefano.

Alessandra ha detto...

Aggiungo solo l'auspicio che questa belfagor se ne vada in islamilandia.

Magari lì verrebbe a lei voglia di essere Caroline!

Annamaria ha detto...

Bah...
Ma se una nasce "Concetta", come fa di punto in bianco a nn sentirsi tale!??!
Come si fa a cancellare, anientare tutta una vita per "rinascere" diverse.
Ma poi mi chiedo sempre, scusatemi, ormai sarò noiosa, ma se proprio uno vuole rinascere perchè nn fa un pellegrinaggio a Gerusalemme e si immerge nel Giordano!?!?
Ufff...ufff...mi sforzo tutti i giorni per creare legami e dialogo, ma con questi qui proprio nn ce la faccio!
Mi suscitano istinti troppo primordiali...

Alessandra ha detto...

Beh, Annamaria, mi auguro che almeno non sia stata un conversione avvenuta di punto in bianco. Certo è una tristezza non sentirsi QUELLO CHE SI E' !

Magari anche la madre, che ovviamente la difende quando gli altri la guardano male per il niqab ("E'musulmana e allora?) si sente a disagio per Caroline/Chaima... . Interessante però che questa stessa madre sia ATEA!

Unknown ha detto...

@PensieroLiberale:

Perché dà per scontato che in un paese islamico questa donna musulmana non sarebbe ben accetta?
Al contrario migliaia di convertiti europei vivono in paesi islamici e sono accolti con enorme rispetto; d'altronde specialmente nei paesi a noi più vicini, Balcani e Maghreb su tutti, da sempre emigrano musulmani. Per fare qualche esempio ci sono tuttora grosse comunità di discendenti di siciliani musulmani emigrati in Tunisia e ci sono altri discendenti di italiani musulmani anche in Albania e Turchia. In Marocco invece c'è una grossa comunità di discendenti di immigrati italiani cristiani, così come in Somalia e in Libia.

Pace su chi segue la guida