sabato 27 giugno 2009

VOCI DI DISSIDENTI IRANIANE

Lila Ghobady è una giornalista e scrittrice iraniana in esilio in Canada dal 2002. Ecco cosa scrive, tradotto per voi, sulle recenti elezioni e sul suo paese. Mi ha commosso e profondamente colpito.

"Perché non ho votato nelle ultime elezioni per il presidente del mio paese di nascita, l'Iran? Perché non importa chi è il presidente iraniano, mi avrebbero lapidato!
Come donna iraniana, ci vorrebbero grandi cambiamenti, per convincermi che un cambiamento di presidente significherebbe un miglioramento dei miei diritti fondamentali di essere umano in Iran. Sono stata tra i tanti iraniani che hanno deciso di non votare alle recenti [s]elezioni. Abbiamo boicottato le elezioni farsa nella mia patria e non siamo stati sorpresi dai risultati pubblicati dai media, sia in Iran che altrove. Questo regime fantoccio non ha mai considerato i desideri del popolo e ha sempre agito nell'interesse dei pochi che sono responsabili del carcere chiamato Iran. Inganni, menzogne e ipocrisia sono le specialità dei demagoghi religiosi che sostengono la farsa secondo la quale l'Iran sarebbe uno Stato democratico.
Ecco alcune semplici fatti che dimostrano che a prescindere da chi è presidente, verrei lapidata a morte in Iran:
1. Come una donna a cui il marito ha rifiutato di divorzio, anche se sono fuggita dal paese e arrivata in Canada come rifugiata, verrò considerata la moglie di questo uomo finché sarò in vita. Non importa se vivo separata da lui da anni, se ho divorziato da lui nel mio nuovo paese e ho una relazione con un altro nuovo. Secondo le leggi e la Costituzione iraniana, che sono basate su una rigorosa interpretazione della legge islamica, sono considerata la moglie e sono a rischio di lapidazione per "adulterio", se mai tornassi in Iran. Di fatti, in quanto donna, non ho alcun diritto di divorziare da mio marito secondo le leggi del paese, mentre lui ha il privilegio di sposarsi altre tre volte senza divorziare da me. E' così, non importa chi è il presidente iraniano; Ahamdinejad o Mousavi.
2. Come giornalista e regista, sono invitata dalla Repubblica islamica d'Iran a rispettare le linee rosse. Queste "linee rosse" includono credere e rispettare il Leader Supremo e le norme selvaggiamente ingiuste della legge islamica. Ci si aspetta che io non scriva o domandi la parità di diritti. Non sono autorizzata a fare i film che ho fatto sulla situazione della tratta di persone a fini sessuali e sulle altre piaghe sociali che dilagano in Iran, come ho fatto segretamente 12 anni fa. In realtà, non sono autorizzata a fare qualsiasi film senza il permesso e senza censura del Ministro della Cultura dell'Iran. Se facesso apertamente tutte queste cose in Iran, sparirei, sarei torturata, verrei violentata. Verrei uccisa, come hanno fatto con molte altre giornaliste, registe e attiviste. Tra le vittime anche Zahra Kazemi, la foto-giornalista iraniano-canadese, che è stato brutalmente torturata e uccisa per aver tentato di fotografare e denunciare le brutalità commesse dal regime iraniano.
3. Verrei considerata una infedele se fossi nata in una famiglia musulmana e successivamente mi fossi convertita ad un'altra religione o non avessi seguito rigorosamente la morale islamica. Il mio marchio come infedele si tradurrebbe nel mio assassinio in pubblico, probabilmente per lapidazione. Non importa chi è il presidente iraniano.
4. I would be lashed in public, raped in jail or even executed or stoned to death for selling my body in order to bring food to my family, as so many unfortunate Iranian women have been forced to do secretly including many single mothers who have no access to social assistance in a rich but deeply corrupted country like Iran.
Verrei frustata in pubblico, violentata in carcere o addirittura uccisa a sassate se vendessi il mio corspo per portare cibo alla mia famiglia, come tante donne iraniane sono costrette a fare di nascosto, tra cui molte madri sole che non hanno accesso all'assistenza sociale in un ricco ma profondamente corrotto paese come l'Iran. Anche il semplice fatto di avere una relazione extra-coniugale o ancora peggio, partorire un figlio al di fuori del matrimonio è considerato un crimine contro l'umanità! Il prodotto di questa unione sarebbe considerato un bastardo e mi verrebbe portato via, riceverei 100 frustate immediatamente dopo il parto per il mio bambino. Non importa chi è il presidente iraniano.
5. Non importa chi è il presidente iraniano, mi sarebbe negata un'educazione universitaria, un posto nel governo e una voce in politica e sarebbe come se in fondo non esistessi, come se fossi un Baha'i. Verrei considerata una sciita a metà se fossi cristiana, ebraica, zoroastriana o anche sunnita da parte di tutti i livelli della società, non importa chi è il presidente iraniano.
6. Scomparirei e potrei essere ritrovata morta se scrivessi o sostenetti il mio impegno per i diritti fondamentali in quanto donna e intellettuale che non ha voce in capitolo nella politica (non c'era neanche una donna ministro nel cosiddetto "governo riformista" di Mohamad Khatami). Questo sarebbe stato il mio destino se avessi continuato a sostenere e sfidare le le autorità per il fatto che, sebbene l'Iran è uno dei paesi più ricchi del pianeta, in quanto a di risorse, il 70% del mio popolo vive in povertà a causa della corruzione dei leader e delle loro generose contribuzioni alla causa dei fanatici musulmani di Hezbollah in Libano, al governo comunista del Venezuela, attraverso le quali costruiscono alleanze in tutto il mondo. Un enorme numero di bambini vanno a dormire a stomaco vuoto. Bambine piccolissime sono costrette a vendere i loro corpi sulle strade di Teheran, Dubai e della Cina, anche solo per sopravvivere. Verrei essere imprigionata o fatta sparire non importa chi è il presidente iraniano. (Fonte: Esperimento . Preso da qui )

Poi guardate un video-omaggio a Neda e al coraggio delle donne iraniane: http://www.youtube.com/watch?v=QzUDyL1RTk8 .

E su Il blog di Barbara , Senza parole permalink .

E ancora sui "veli": Boicottaggio e fatwa contro la Francia in India link e Sondaggio: Chi invidia il coraggio di quelle donne che non temono di portare il velo,il niqab o addirittura il burqa? link

6 commenti:

Kritikon ha detto...

Si, Alessandra. Per me è la stessa donna. La fonte originale dell'articolo è http://www.la-croix.com/article/index.jsp?docId=2379163&rubId=4077
Mentre la fonte (autorevole) per le foto è http://www.bivouac-id.com/2009/06/26/la-premiere-dame-dindonesie-en-cause-dans-une-histoire-de-voile/
Ciao

stefano. ha detto...

Chino un istante la fronte innanzi alla tragedia, ed invio un pensiero di solidarietà a questa coraggiosa donna ed al martire popolo iraniano.
Stefano.

Vituccio ha detto...

Alessandra,cosa c'é di sbagliato nell'articolo?

Alessandra ha detto...

L'articolo della first lady indonesiana... . Guarda il post prima sul commento di Poerio... .

Anonimo ha detto...

Purtroppo questa è la cruda verità. Una verità che in Occidente nessuno vuole guardare con interesse profondo. Moussavi è solo un altro soldatino nelle mani della dittatura, uno che ha seminato sangue e persecuzioni disumane. Sono stati parecchi i dissidenti politici a queste elezioni farsa poichè se ci sarà un cambiamento questo potrà avvenire solo con lo spargimento di sangue per le strade, se la comunità internazionale non si decide a prendere posizioni forti in appoggio del popolo iraniano...

Alessandra ha detto...

Ciao Andrea e benvenuto!