martedì 23 giugno 2009

MARRAKECH, PRIMO SINDACO DONNA

Fatima al-Mansouri vince le elezioni: «Cercherò di ascoltare le richieste dei miei cittadini» .

RABAT - «Non ho la bacchetta magica, ma certamente a differenza di quanto avvenuto in passato cercherò di ascoltare e dare risposte alle richieste dei miei cittadini». È con queste parole, riprese dal giornale arabo 'al-Hayat', che Fatima al-Mansouri, avvocato, si è presentata come sindaco di Marrakech nella sua prima intervista. La politica marocchina si è appena insediata come sindaco di una delle più importanti città del Paese, ottenendo in consiglio comunale 54 voti contro i 33 conquistati dal rivale, il sindaco uscente Omar al-Jazuli dell'Unione costituzionale.
LE DONNE - La novità di queste ultime elezioni comunali, svoltesi lo scorso 12 giugno, è quindi l'elezione per la prima volta di un sindaco donna. Sin dalla presentazione delle liste era evidente che le donne sarebbero state protagoniste di questa tornata elettorale se si considera che sono stati eletti più di tremila consiglieri comunali donna. CARRIERA - La Mansouri, 33 anni, non è nuova alla politica. Figlia dell'ex Pasha di Marrakech, con un ex ambasciatore in famiglia, ha studiato in Francia. Pur essendo legata al "partito dell'Autenticità e modernità" (Pam), creato nel 2008 da Fuad Ali El Himma e molto vicino al sovrano marocchino Mohammed VI, è stata eletta anche con i voti del partito islamico di "Giustizia e sviluppo". L'elezione del primo sindaco donna in Marocco è da considerarsi come una vittoria del "partito dell'Autenticità e modernità". Il risultato, infatti, è l'esito di una lunga trattativa con gli altri partiti ai quali è stato assicurato l'appoggio per l'elezione di altri sindaci, come ad esempio quello di Casablanca. L'elezione del primo sindaco donna in Marocco rientra all'interno di un lungo lavoro avviato dal re Muhammad VI per consentire una maggiore partecipazione delle donne alla vita pubblica ed è stata preceduta dalla nomina di una donna alla carica di prefetto di Casablanca. Alle elezioni comunali del 12 giugno, il Pam si è aggiudicato 6.015 seggi su un totale di 27.795, superando con il 21,7 per cento dei voti l'Istiqlal, il partito del primo ministro Abbas El Fassi.

E ancora su Fatima al-Mansouri: Le donne emancipate scelgono di non mettere il velo.Come il sindaco donna di Marrakech .

7 commenti:

Closethedoor ha detto...

Notevole che questo genere di notizie non attiri nessun commento.

caposkaw ha detto...

perchè è troppo poco.
può anche fare il sindaco, ma se le donne continuano a essere picchiate e la polizia si rifiuta di arrestare i responsabili e i giudici di condannarli, è solo una marionetta.

Alessandra ha detto...

Certo, Capo, ma se "questi" non fanno, ce la prendiamo perchè non fanno, se fanno, fanno troppo poco... . Diamo loro qualche soddisfazione, ogni tanto, visto i progressi che stanno facendo i diritti delle donne in Marocco! Poi, appunto, bisognerà vedere se la lasciano lavorare... . Strano che sia stata votata anche da un partito islamico che dà del filo da torcere al regime (anche quando c'era re Hassan)! La leader è Nadia, figlia di Abdelassam Yasine (che si è fatto 25 anni di galera e fu poi graziato da Mohamed VI), una che vuole la Repubblica ISLAMICA in Marocco e dice che "Allah è femminista" (d'altra parte anche anche la sociologa e scrittrice laica e femminista Fatima Mernissi ha definito Maometto il... "primo femminista della storia"). Qualche anno fa, la Yassine è stata invita dall'Università Federico II di Napoli a parlare di "dialogo interreligioso", con John Esposito ed altri (bella roba!).

TheGlassMenagerie ha detto...

Cielo, allah femminista mi fa proprio male. Ma non c'è proprio limite all'orrore?
SW

Alessandra ha detto...

Comunque mi sa che devo fare un'errata corrige: la Yassine non fa parte del partito "Giustizia e sviluppo", ma "Giustizia e carità" (islamiche, ovviamente).

Poerio ha detto...

Sia Giustizia e Sviluppo che Giustizia e Carità sono due movimenti islamisti. La differenza è che il primo è riconosciuto come partito in Marocco e fa riferimento allo sceicco Qaradawi, l'altro no. La nascente megamoschea di Torino verrà gestita da esponenti marocchini di Giustizia e Sviluppo che prima erano inseriti nell'Ucoii e che adesso hanno costituito una nuova associazione che si chiama UMI, che pare per la verità di facciata. I giovani sono nell'associazione giovanile dell'Ucoii Giovani Musulmani d'Italia. Leggere gli articoli di Cristina Giudici sui centri islamici torinesi, c'è da divertirsi per i loro tentativi di spacciarsi per pseudomoderati. Vai a vedere gli ultimi sviluppi su www.minareti.it

Alessandra ha detto...

Leggo ora la notizia su http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=999930&sez=120&id=29907 . Souad Sbai porterà la questione in Parlamento lunedì prossimo. I nostri media avevano detto che la nuova moschea era finanziata dal Marocco e precisamente dal suo, Ministero degli Affari religiosi, invece i finanziatori sarebbero molto probabilmente personaggi legati a "Giustizia e Sviluppo", come l'imam Abdelaziz Khounati, sul cui conto in banca starebbero indagando anche i SERVIZI SEGRETI MAROCCHINI !