martedì 9 giugno 2009

"FEMMINISTE ISLAMICHE DISTINGUONO L' ISLAM DAI MUSULMANI" di Amal Al-Maliki

Le donne musulmane nel VII secolo godevano di maggiori
diritti rispetto la loro controparte europea nel IX secolo.

Come è possibile che una religione, l’Islam, sia in grado di minare le donne e di favorirle allo stesso tempo? Chiunque tentasse di fare il punto della situazione delle donne nel mondo arabo ne uscirebbe confuso.
I media divulgano, di continuo, storie che narrano di ingiustizie commesse contro le donne musulmane, come “crimini d’onore”, matrimoni tra minorenni, discriminazione nelle sentenze giuridiche in materia di divorzio, affidamento ed eredità. D’altro canto ci si può anche imbattere in storie sui notevoli passi avanti compiuti dalle donne musulmane nel campo dell’istruzione, avanzamento nella carriera e attivismo politico in paesi diversi quali il Bangladesh, il Marocco e la Turchia.
Come possiamo dare un senso a tale immagine dicotomica? La risposta è semplice, distinguendo la religione islamica dai musulmani che la praticano. Coloro che studiano il Corano sanno che l’islam ha elevato i diritti delle donne al di là di qualsiasi cosa conosciuta nell’era pre-islamica. Infatti, nel settimo secolo, alle donne musulmane erano concessi diritti non concessi alle donne europee sino al diciannovesimo secolo, come il diritto di proprietà, eredità e divorzio.
Detto ciò, i musulmani che hanno codificato il Corano e gli Hadith (detti del profeta Maometto) in legge islamica, tuttavia, non sono riusciti ad espugnare dalle loro pratiche il sistema patriarcale che caratterizzava il mondo pre-islamico. Questa distinzione tra fede e le sue diverse manifestazioni nella pratica, è sottile ma estremamente importante.
Ma un occidentale che è allenato a porre la sua attenzione su questa distinzione, giunge a riconoscere che la donna musulmana che critica le pratiche islamiche, di solito, non sta respingendo il suo retaggio in favore degli ideali occidentali – il tipo di rimprovero che caratterizza gli elenchi dei best seller in Occidente e che alimenta gli stereotipi occidentali sulla religione - ma al contrario, sta incoraggiando altri musulmani che rivendicano la fedeltà agli insegnamenti del Corano, ad essere all’altezza dei suoi più elevati principi.
Questo criticismo interno e invito all’azione è spesso chiamato femminismo islamico, un promettente paradigma che supporta un cambiamento che venga dall’interno e non formule importate. Pur adottando il Corano al suo interno, il femminismo islamico sfida due norme principali: le tradizioni patriarcali spesso scambiate per l’insegnamento islamico e le interpretazioni patriarcali di alcuni versi del Corano. (Fonte: Associazione Genemaghrebina , da http://www.middle-east-online.com/ )

Ma questo alimenta di certo gli stereotipi occidentali sulle donne musulmane e sul VELO: Norvegia: Due alunne autoctone incoraggiate a portare il velo : link .
Il progetto di districare ciò che è il vero insegnamento islamico da tradizioni culturali storicamente praticate in un territorio musulmano è un progetto in corso per le femministe musulmane. Arifa Mazhar, direttrice delle questioni di genere per la “Sangi Development Foundation” in Pakistan – il cui principale obiettivo è quello di attuare una politica di cambiamenti istituzionali relativi allo sviluppo, attraverso la mobilizzazione delle comunità locali marginalizzate – ha dichiarato al Congresso Internazionale sul Femminismo Islamico tenutosi a Barcellona nel 2008: “Invece di discutere sull’Islam, dovremmo discutere sulla cultura e il suo impatto...Ci sono molti tabù e tradizioni tribali che opprimono le donne e questi hanno poco a che fare con l'Islam.” La seconda sfida del femminismo islamico è tentare di interpretare i versi del Corano – soprattutto in considerazione del contesto attuale – che sono stati fraintesi o troppo generalizzati.
Un esempio è il peso eccessivo dato ai pochi versetti coranici che danno autorità agli uomini sulle donne all’interno delle strutture familiari contro i molti altri che sottolineano la parità tra i sessi. Il femminismo islamico incoraggia le donne a studiare le parole del Corano per se stesse e a giudicare se la misoginia e l’incapacità di prendere le donne seriamente come è comune in alcune tradizioni, sia una questione di dottrina islamica o, invece, di imposizioni culturali su tale dottrina. Il femminismo islamico fornisce le basi per cambiare il diritto civile e nazionale di modo che ci sia un progresso per le donne.
“Sorelle nell’Islam”, un gruppo leader nei diritti delle donne musulmane in Malesia, ha cercato di riformare la questione della poligamia. Piuttosto che chiedere l’abolizione della poligamia, per esempio, chiede la sua limitazione a sole determinate situazioni – come ad esempio ottenere l’autorizzazione dalla prima moglie e dalla corte - e sta lavorando ad indagini pubbliche che fornirebbero le prove empiriche degli effetti negativi della poligamia sulla società.
Radicato nell’Islam e nello spirito coranico di uguaglianza, il femminismo islamico fornisce una credibile voce politica per le donne. Esso fornisce organizzazioni di donne, avvocati esperti di diritti delle donne, studiosi di genere nel mondo musulmano, legittime basi per l’azione – ed il cambiamento – come l’adempimento per la società di obblighi religiosi.

4 commenti:

Stefano. ha detto...

Sarà.
Ma secondo me gli islamici li ha fatti l'islam.

Alessandra ha detto...

Quello che mi ha dato più fastidio nell'articolo è quando ha parlato, dopo il "Leggi tutto", delle "Sorelle nell'islam", un gruppo femminista malaysiano: peccato che voglia solo LIMITARE e NON VIETARE, la poligamia. Un po' come fa la pur avanzata Moudawana, il codice di famiglia marocchino. Ma le "Sorelle nell'islam", vorrebbe essere COMUNQUE un movimento femminista, quindi con la poligamia non dovrebbe aver NIENTE a che fare!

Stefano. ha detto...

Hai pienamente ragione Alessandra.

sara ha detto...

il problema della poligamia è presto risolto se si fa un semplice ragionamento: il profeta la permetteva a patto che l'uomo riuscisse a dare alle sue mogli, lo stesso identico trattamento, anche affettivo.
quale uomo sarebbe capace di amare due donne allo stesso identico modo?
il profeta maometto non poteva vietare apertamente questa pratica, perchè fortemente radicata nella società in cui visse. Ma lo ha fatto dimostrando che le premesse per cui essa possa essere praticata, sono impossibili, e quindi di fatto, non è permessa.