Uomo italiano: «come fai a dire che delle persone che si comportano così ti vogliano bene?»
Donna palestinese: «beh, ma loro sono stati educati così»
UI: «Sì, ho capito, ma se tu decidi di andare a vivere da sola tuo fratello ti uccide, non ci rimane male, prende una pistola e t’ammazza. Questo ha a che fare con l’educazione o con il cuore?»
DP: «Ma io non posso volergli male, perché lui è in grado di fare solo questo»
UI: «E non è proprio questa una ragione per non volergli bene?»
DP: «Ma lui, tutti qui, fanno tutto quello che sono in grado di fare»
UI: «Ecco. E quello che sono in grado di fare è sufficiente?»
DP: «Magari anche io, al posto loro, farei così»
UI: «Dici? Buon argomento: e come ti sentiresti?»
DP: «Cioè?»
UI: «Voglio dire: come ti sentiresti? cosa penseresti di te stessa»
DP: «Se mi comportassi come loro?»
UI: «Sì. Lo vedi come sei incredibilmente presuntuosa? come li tratti da animali?»
DP: «Io sono presuntuosa?»
UI: «Se tuo fratello ti chiedesse di andare a Hebron a fare un giro, e tu gli rifiutassi il permesso senza neanche rispondergli, cosa penseresti di te?»
DP: «Che sono una stronza»
UI: «Difatti. E che meriteresti il suo affetto?»
DP: «…no»
UI: «Però tu sì. Tu, dannatamente, gli sconti tutto. Tu gli vuoi bene… anche se non lo merita».
DP: «Non dovrei..?»
UI: «No che non dovresti. Non dovresti trattare gli altri come animali»
DP: «Come animali?»
UI: «Sì, esattamente come animali. È la società a essere colpvole, non loro. Li espropri della responsabilità individuale, e tu - invece - fai la martire (shaeed, stessa parola dei Kamikaze)»
DP: «Io faccio solo quello che mi dice il mio cuore»
UI: «No. No. No. Tu fai quello che ti dice la tua testa, e sei di un’arroganza indicibile: decidi di metterti su un piano morale notevolmente superiore al loro e gli sconti cose che non sconteresti mai a te stessa. Se tu ti comportassi come loro ti riterresti una persone indecente, però visto che lo fanno loro, gli dài tutte le attenuanti. Lo vedi quanto sussiego c’è in questo atteggiamento?»
DP: «Io cerco di perdonarli»
UI: «Sì, ok, ma se tu lo facessi non ti perdoneresti mai. La cosa più altruista che puoi fare è dare agli altri le proprie responsabilità. Tu non sei migliore di loro. O se lo sei, non lo sei in partenza, devi dimostrarlo»
DP: «Migliore? Diversa, non c’è un migliore e peggiore»
UI: «Ah non c’è eh? Però quello che loro ti fanno, non lo accetteresti mai da te stessa. Ti sei imbevuta di questa idea tanto narcisista del martirio, e ti condirei meglio di tutti gli altri. Ma non è così: quello che tu meriti per i tuoi errori e per i tuoi successi, loro lo meritano per i loro.»
DP: «Capisco cosa dici. Lo sai, non pensavo che in Occidente ci fosse qualcuno che la pensa come te»
Io mi son chiesto come sia possibile che una donna palestinese pensi che in Occidente non ci sia qualcuno che la pensi così. È sconvolgente, perché se non in Occidente, la terra della libera volontà e della responsabilità individuale contro quella collettiva, se non lì dove? Come fa a pensare che no? Ecco, mi son detto, e vi dico: Venite tutti in Palestina. Un’invasione. Questa donna avrà parlato soltanto con multiculturalisti pensierodebolisti, etc, per cui tutte le culture sono uguali, e non c’è nulla da difendere. I diritti delle donne, l’intangibilità della persona eccetera. Perché il problema è che viene in Palestina solo chi è acriticamente filopalestinese, e questo ingrossa il problema. Finiamo per dare quell’immagine terribile della libertà di pensiero. Invece bisogna mischiare le carte. (Fonte: Distanti Saluti - Diario dalla Palestina).
E l'attivista per i diritti delle donne Bassam Al-Qadhi accusa: il Governo siriano è clemente nei confronti dei "crimini d'onore". http://www.memritv.org/clip/en/2040.htm .
sabato 7 marzo 2009
DIALOGO TRA UNA DONNA PALESTINESE E UN UOMO ITALIANO
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2 commenti:
Normalmente si passa su un blog, dopo aver ricevuto una visita sul proprio, per vedere che aria tira. tra l'altro diventa spesso un fatto formale, una sorta di galateo del virtuale fine a se stesso. Ho fatto così anch'io ma ho fatto bene: hai un bel blog , interessante e sopratutto "misurato" nonostante la spinosità degli argomenti trattati. Mi auguro che che i concetti che trovano spazio qui ne abbiano altrettanto sul web, fra le donne specialmente e fra quelle di sinistra ancora di più. E' un'utopia lo so ma di sogni si vive. Ciao, ripasserò. SINEDIE
Grazie mille, Sinedie, ci spero! Non so quanto avere un blog "misurato" su certi temi sia un bene, ma è quello che cerco di fare.
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