domenica 22 marzo 2009

LA SANTA (MUSULMANA)


ritratto di S. Giuseppina Bakhita (1869-1947) nella cattedrale di El - Obeid
in Sudan



Fatou Kine Boye, musulmana, nella fiction
"La meravigliosa storia di Bakhita", dedicata
alla santa


Fiction di Raiuno. Fatou Kine Boye è stata scelta per il ruolo: "Lavoro a Roma e non ero mai entrata prima in una chiesa cristiana. Mi ha emozionato".

Una commessa senegalese sarà in tv suor Bakhita canonizzata nel 2000. "Sono islamica, ma l'ammiro molto".

ROMA - "Da bambina soffrivo molto, perchè mio padre aveva quattro mogli: una di queste era mia madre". Fatou Kine Boye ha bellissimi occhi, un sorriso abbagliante e una vellutata pelle scura. E' nata in Senegal 30 anni fa, ma vive in Italia da otto.
Faceva (e continua a fare) la commessa in un negozio di abbigliamento a Roma. Ma ora è la protagonista de "La meravigliosa storia di suor Bakhita", miniserie in due puntate prodotta da Titania per Rai Fiction , in onda il 5 e 6 aprile su Raiuno, con la regia di Giacomo Campiotti. "Faccio ancora la commessa - precisa Fatou - non ci penso proprio a lasciare un lavoro sicuro, per un'avventura che non so dove mi porterà.
Eppure proprio lei, di religione musulmana, è stata scelta tra decine di ragazze, per il ruolo della prima santa cattolica di colore, canonizzata il primo ottobre 2000 da Giovanni Paolo II. "E' tutto cominciato per caso - racconta Fatou - Sono venuta in Italia per amore: mi sono innamorata di un italiano, uno steward che ho conosciuto in Senegal, abbiamo deciso di sposarci e ho iniziato subito a lavorare come commessa. Un giorno sono andata dal mio parrucchiere a farmi i capelli, quello dove andiamo tutte noi ragazze africane. E lì si è presentato un ragazzo che si occupava del casting per la fiction. Mi sono detta "provo a presentarmi, non si sa mai...", ma mai avrei creduto che mi avrebbero scelta".
Fatou ha sette fratelli, che vivono nel suo Paese di origine con la madre: una famiglia... allargata. "Allargatissima: mio padre ha altre mogli e talmente tanti figli che... io non conosco tutti i miei fratellastri. Francamente non condivido la poligamia, anche se nella mia cultura e religione è una pratica normale. Sin da quando ero bambina, mi sono sempre detta quando troverò un uomo da amare, dovrà essere solo mio".
In Italia la poligamia è reato... "E io sono d'accordo. Non trovo giusto che un padre abbia tanti figli sparsi, ma che razza di famiglia è? Come li si può allevare con l'attenzione e l'amore di cui hanno bisogno?".
La storia di suor Bakhita è singolare. Nasce nel Sudan nel 1869. Viene sequestrata all'età di sette anni e sono i suoi rapitori a darle questo nome, che vuol dire "fortunata". Viene venduta più volte, conosce innumerevoli sofferenze fisiche e morali, che la la privano di qualunque identità. Finchè alla fine dell'Ottocento arriva in Italia per fare la bambinaia, presso una famiglia veneta cui è stata affidata. (Fonte: Corsera")

Ma Fatou è impegnata anche nella Fiction "Butta la luna", di cui la Rai sta trasmettendo la seconda serie, con Fiona May nei panni della protagonista.
Ben presto entra in contatto con le suore Canossiane di Venezia e conosce la religione cristiana: chiede quindi di essere battezzata col nome di Giuseppina e tre anni dopo decide di farsi suora, trasferendosi a Schio, in provincia di Vicenza. "Ho visto la sua chiesa - riprende Fatou - ho conosciuto e ho parlato con le consorelle e lì ho capito che donna straordinaria fosse Bakhita. Un coraggio incredibile: è venuta in Italia, quando i neri erano visti addirittura con paura. La chiamavano la diavola nera, pensavano che facesse il malocchio e, tutte le volte che in paese qualcosa andava storto, le davano la colpa. Eppure Bakhita aveva sempre il sorriso sulle labbra, perdonava tutti. Con la sua gioia di vivere contagiava tutti".
Quando morì nel 1947, furono in tanti a renderle omaggio e, a soli dodici anni dalla sua scomparsa, iniziò il processo di canonizzazione. "Una bella storia, che mi ha fatto apprezzare molte cose della vostra religione pur non rinnegando la mia - dice Fatou - D'altronde, in Senegal, musulmani e cristiani convivono pacificamente".
Gli integralisti, però, a volte hanno punito clamorosamente i musulmani che simpatizzano troppo per altre religioni. Interpretando il ruolo di una santa cattolica, ha mai temuto minacce?Ribatte secca: "No, non mi ha neanche sfiorato l'idea. La violenza non fa parte di nessuna religione. Chi usa la violenza non è un bravo musulmano. Tutti devono essere liberi di vivere come vogliono, nel rispetto degli altri. Conoscendo il cristianesimo, ho imparato che è una bellissima religione. Non ero mai entrata in una chiesa e la prima volta mi ha emozionato, anche se non ho mai pensato a una conversione".
Neanche quando si è innamorata di un italiano? "All' inizio della nostra storia, in Senegal, mi vergognavo a uscire con lui. Avevo paura di essere considerata, dai miei compaesani, una poco di buono, proprio perchè lui era bianco. Nei primi tempi non l'ho portato a casa per fargli conoscere i miei, ma poi è stata proprio la mia famiglia ad aiutarmi e ad accettare il nostro amore. Comunque, non ho mai pensato di cambiare religione, neppure per amore".
E se "Bakhita" avrà successo, pensa invece di cambiare definitivamente mestiere? "Il mio mestiere è quello di commessa: se arriverà il successo sarò contenta, altrimenti continuerò a fare la commessa"

6 commenti:

Anonimo ha detto...

che bello!

Anonimo ha detto...

No Alessandra quel commento non è mio... Grandmere

Anonimo ha detto...

Ok. Però sono curiosa di sapere chi l'ha lasciato! :-)

Anonimo ha detto...

Suor Bakita e' vissuta al mio paese :-)

Anonimo ha detto...

Dai? Che onore!

Anonimo ha detto...

ho rivisto la fiction stasera e mi sono molto commosso, conoscevo poche cose della sua vita.