domenica 15 marzo 2009

"BATTERSI PER RESTARE, IL SOGNO ITALIANO DELLE DONNE MIGRANTI" di Karima Moual

L'Italia sempre più multietnica, e sempre più al femminile. Si vede nella vita di tutti i giorni e lo confermano anche i dati statistici. Oggi infatti, secondo i dati dell'Istat sui residenti aggiornati al 1ï¾° gennaio 2008, la presenza femminile ha superato la metà del totale degli stranieri e ha toccato quota 50,4% . Oltre al dato attuale c'è poi anche la previsione: in 10 anni le donne saranno ancora più numerose (nel 2017, 3.042.806 donne e 2.930.710 gli uomini. Fonte istat).
Ci sono poi alcune comunità in cui l'immigrazione è quasi totalmente femminile: un esempio sono quelle donne provenienti da molti Paesi dell'Europa orientale, come le ucraine (80,4% sui 133mila residenti originari dell'Ucraina), russe (80,7% su 21mila), moldave (66.4% su 69mila) e romene (52,9% su circa un milione). Il contrario accade invece con gli immigrati di molti Paesi dell'Africa: qui la presenza maschile è decisamente più alta, con valori che oscillano tra il 65% e il 90%. Nel caso del Senegal per esempio la percentuale della presenza femminile è solo del 19,4% su 62mila. Le donne straniere sono inoltre la maggioranza tra le circa 350.000 persone che hanno acquisito la cittadinanza italiana, anche perché sono più protagoniste dei matrimoni misti, fenomeno in aumento e prevalente sull'acquisto per residenza della cittadinanza. Donne straniere che offrono il loro contributo anche alla crescita demografica del Paese: si stima che nel 2008 circa 88mila nascite siano avvenute per merito di madri straniere (pari al 15,3% del totale, 3,4% con partner italiano e il restante 11,9% con partner straniero). (Fonte: Associazione Genemaghrebina , da Metropoli di Repubblica)

E su Arabiyya , Matrimoni taroccati per diventare italiani: bastano 10mila euro Leggi tutto... .
Sono giovani donne single che arrivano sole in cerca di emancipazione e di una svolta per la propria vita, donne più mature e coraggiose che si sobbarcano da sole l'impegno di far cambiare vita ai propri familiari lasciati nel paese di origine, oppure donne arrivate con il ricongiungimento, che mettono su famiglia e crescono i figli, creando così le condizioni per quella stabilità che altrimenti, per l'immigrato, è più difficile da raggiungere. Sono queste le fotografie della presenza femminile in Italia. Una presenza che l'opinione pubblica conosce soprattutto attraverso la massiccia per la figura delle badanti o delle colf, ma che in realtà nasconde anche sfumature diverse. Anche se per la maggior parte delle donne straniere l'occupazione principale è quella del lavoro domestico, negli ultimi anni c'è stato un cambio di rotta, che le ha portate a farsi strada anche nel campo dell'imprenditoria. Sono sempre più numerose quelle che gestiscono un'azienda, soprattutto nel commercio. Su oltre 43.000 ditte gestite da donne straniere, più di 20.000 operano infatti proprio in questo settore, distribuite in tutto il territorio nazionale, con la Lombardia capofila della classifica delle regioni (con 2.558 imprese), seguita da Campania e Lazio. Restano però i problemi e le difficoltà: perché le donne straniere, per affermarsi come lavoratrici o come madri e per occuparsi di se stesse e della propria famiglia, affrontano la vita di tutti i giorni e il lavoro con modalità spesso più maschili che femminili, secondo lo stereotipo comune, un impegno che incide anche sul loro equilibrio. Inoltre sul lavoro le discriminazioni non mancano, anzi si presentano il più delle volte sotto forma di doppia discriminazione: perché donne e perché straniere.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Tutto vero...anche se io mi preocuperei anche delle donne italiane sposate a mussulmani e che spariscono con i figli. In Francia l'ultima volta che ci sono stato non c'erano tanti fermenti. Vedremo alla fine di maggio quando sarè di nuovo a Parigi, ospite di mia figlia in uno dei quartieri più multietnici. Il quartiere di Pennac, Belville.

Anonimo ha detto...

Sì, infatti non molto tempo fa ho parlato dei matrimoni tra donne italiane sposate con musulmane e c'è stato anche un dibattito "infuocato", anche con donne e ragazze che hanno scritto, scrivono, che invece hanno esperienze positive. Ancora prima ho postato il video-appello di Alessia Ravarotto, che vive ancora a Sharm perchè l'ex marito egiziano ha sequestrato il figlio, ho postato storie come quella di S.Donato in cui il padre egiziano ha ammazzato il figlio per poi togliersi la vita, perchè non accettava che fosse affidato alla madre e di vederlo in ambiente protetto (il bambino aveva paura di lui e gli appelli della madre son caduti per molto tempo nel vuoto). Ho parlato di quella signora e della bimba di 2 anni uccise dal convivente marocchino perchè lei aveva avviato le pratiche per l'affidamento.

Anonimo ha detto...

Spero chje la permanenza in Italia aiuti le straniere ad emanciparsi dagli antichi retaggi.

Anonimo ha detto...

Infatti sono proprio le donne quelle che dimostrano una maggior volontà di integrarsi. Più che altro, riguardo specificatamente alle donne arabe e musulmane, subiscono qui una reclusione e soprusi che magari non subivano in patria (vedi la stessa imposizione del velo)e soprattutto molte sono analfabete.