martedì 10 febbraio 2009

LA SFIDA DELLA PRINCIPESSA SAUDITA

Tradizione e potere Amira al-Tawil è moglie del magnate Al Walid Bin Talal.
«All'estero già al volante, il mio Paese cambi».

Le è proibito guidare in Arabia Saudita, l'unico paese al mondo a imporre ancora questo divieto alle donne. Lei lo fa lo stesso, all'estero per ora. «Ho una patente internazionale e guido la macchina quando viaggio», ha detto Amira al-Tawil, moglie del principe Al Walid Bin Talal, in un'intervista al quotidiano saudita Al Watan. «Sono pronta a guidare anche nel Regno saudita quando sarà permesso», ha aggiunto. Amira non è la prima saudita a farsi paladina di questa libertà negata. E il suo non è uno schiaffo alle autorità come quello delle 47 saudite che nel 1990 si misero al volante nelle strade di Riad: circondate dalla polizia, furono arrestate, i loro «tutori» (parenti uomini) redarguiti e l'anno dopo arrivò una fatwa contro le donne alla guida. La sua non è nemmeno una sfida come quella dell'intellettuale Wahida Al Huwaider: pure lei ha preso la patente all'estero, ma poi in assenza di risposta alla petizione di 3.000 firme lanciata con altre attiviste per il diritto alla guida, si è fatta riprendere mentre violava il divieto nel paesino saudita di Dahran, l'anno scorso, per la festa della donna.
E ha postato il video su YouTube. Amira non è nemmeno la prima principessa a dire una cosa simile. «Cosa farebbe se fosse regina per un giorno?», fu chiesto alla 60enne Lolwah Al Faisal, figlia del precedente sovrano, due anni fa a Davos. «Lascerei che le donne guidino », rispose, aggiungendo tra le risate del pubblico: «Oppure introdurrei un sistema di trasporti fantastico ». Ma le parole di Amira hanno un peso. Le autorità sostengono che il divieto serve ad evitare «tentazioni » derivanti dall'interazione con gli uomini. La principessa nota la contraddizione: «Preferisco guidare l'auto con mia sorella o un'amica accanto, anziché andare con un autista che non è mio parente » (come fanno molte saudite).
E poi non è una donna qualunque. Palestinese, amica di Rania di Giordania, ha sposato nel 2006 Al Walid Bin Talal, 53 anni, il 19˚ uomo più ricco del mondo secondo Forbes (e uno dei 100 più influenti per Time). Socio di Berlusconi (entrò in Mediaset nel '95) e di Murdoch, ha accumulato la sua fortuna con investimenti effettuati attraverso la «Kingdom Holding Company» (Citibank, Aol, Apple, Four Seasons Hotel, Motorola...). Nipote di re Abdallah, è rimasto fuori dalla politica saudita. Ma ha promosso il dialogo con l'Occidente e i diritti delle donne. Quando potranno, dice, sarà il primo a incoraggiare la moglie e la figlia a guidare. Intanto, per il suo jet privato ha assunto la prima pilota saudita donna. (Fonte: "Corsera")

Ma il principe Walid bin Talal non era anche finanziatore del terrorismo islamico?
Dimenticavo questa notizia dal Pakistan: Ministro per le minoranze: sì alla commissione Onu per l’assassinio della Bhutto.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Speriamo che queste donne ricche e conosciute possano cambiare questi incredibili divieti.
Ciaoo ^_^

Anonimo ha detto...

Mah... Se fanno fatica anche loro, ho forti dubbi. Ed è ovvio che facciano fatica, perchè fanno parte di una famiglia custode dell'ortodossia wahhabita e quindi sono tenute loro per prime a comportarsi in un certo modo... fuori dalle mura domestiche!
Ho saputo di una principessa saudita che fuori casa era tutta intabarrata dall'abaya nera con solo gli occhi scoperti, mentre in casa non era solo vestita all'occidentale, ma anche con una minigonna vertiginosa e... serviva alcool agli ospiti occidentali! Non credo sia un unicum nel mondo islamico e soprattutto pensiamo alle feste in case private in Iran che spesso e volentieri vengono interrotte dalla polizia religiosa che arresta i partecipanti!

Anonimo ha detto...

la condizione della donna nel mondo è un problema di tutti, va oltre le frontiere culturali e religiose ,è un diritto di vita , un dovere di ogni stato civile. Il credo religioso, va compreso e rispettato ma non può diventare l'unica regola da seguire oltre la libertà della persona, oltre la libertà di essere parte integrante di una nazione.Dobbiamo far crescere le future generazioni secondo questi principi.
Chiara

Anonimo ha detto...

Donne bellissime,intelligenti ricche di fascino.Donne mediorientali che speriamo cambieranno il loro mondo in senso positivo per la liberazione di tutte le donne!

Anonimo ha detto...

Scusate,belle parole...e belle intenzioni,ma se vuole cambiare qualcosa perche non cambia e non aiuta,i migliaia di orfani che ci sono in saudia arabia.ma per favore fanno solo vede una parte della medaglia.non ha idea di quanto e ricca,fa quel che cavolo gli pare e si attacca alla prima cavolata per farsi publicita.ci sono donne al volante pure in saudia arabia.velo dico perche le ho viste koi miei occhi,ed erano pure col burka.se vuole aiutare le donne perche non aiuta le donne rimaste vedove,che hanno figli da mantenere.voi non vi immaginate come vengono trattate le donne la,noi abbiamo pieta di loro bla bla bla,vvengono trattate da regine,non fanno niente hanno delle.badanti in casa che fanno tutto loro.mentre loro sono fuori a fare spese e farsi belle per il marito.quelle poverine sono le nostre donne invece,che lavorano tutto il giorno in casa e quando arriva il marito dal lavoro,la critica perche non è stata a lavoro come lui.ragazzi siamo relisti.sono tutte diffamazioni mediatike.quelle sulle donne arabe