TEL AVIV - Sei orgogliosa di te stessa per aver visitato Israele? Specialmente adesso?
Sono un' egiziana il cui paese è in pace con Israele (formalmente! ndr) da quasi 30 anni ma la mia decisione di venire a Tel Aviv il giorno dopo il cessate il fuoco che ha terminato la guerra tra Israele e Hamas non viene presa bene su Facebook, dove ho quasi 4000 "amici", la maggior parte dei quali non ho mai incontrato ma che costituiscono un' inestimabile e immediata cartina tornasole degli eventi attuali. Per un egiziano, io ero "in calhoots" (non ho saputo come tradurlo!) con i "sionisti, gli ebrei, i miscredenti e quelli che odiano l'islam". "Non scordare di portare un po' di fiorellini con il tuo dolce sorriso allo zio (Ariel) Sharon, il tuo padrino", mi ha scritto.
Un giordano è stato un po' più misurato nella sua critica. "Io sono una delle poche persone che rimangono nel mondo arabo che ancora crede che una pace ragionevole e giusta possa essere raggiunta con Israele", mi ha detto. "Ma... non è giusto visitare lo Stato ebraico adesso che puoi annusare la carne bruciata palestinese dalla terrazza del tuo hotel a Tel Aviv!".
... Quando è andata a Tel Aviv, scrive Mona sul suo blog, ha trovato "Gaza stessa, il suo cuore spezzato, la sua miseria e la sua complessità quando ho incontrato il dottor Izzeldine Abouelaish e la sua famiglia, o quello che ne restava". Si tratta di un medico palestinese che ha perso 3 figlie quando delle bombe israeliane hanno colpito la sua casa a Gaza due giorni prima del cessate il fuoco. Lui sembra essere la sola persona lasciata in questa piccola fetta di Medioriente con i suoi eccezionali aiutanti di "noi" e "loro" che rifiuta di odiare."Io spero che questa sia l'ultima tragedia", mi ha detto quando ci siamo incontrati all'ospedale vicino a Tel Aviv dove lavora part-time ma dove quel giorno non era colui che curava bensì il padre di una paziente - sua figlia diciassettenne Shadha il cui occhio era saltato fuori dalla sua cavità e che ha perso parecchie dita nel bombardamento. Quattro mesi prima, sua moglie era morta di leucemia, lasciandolo con otto figli. "Noi dobbiamo rendere immuni entrambe le parti con amore, rispetto, dignità ed eguaglianza". Ora il medico, è il talismano per quelli di noi che rifiutano di essere ridotti al silenzio dalla lealtà tribale. Ho perso il conto del numero di volte che gli amici israeliani mi hanno bisbigliato che loro dovevano tenere per sè i loro punti di vista durante la guerra a Gaza; gli amici arabi mi hanno inviato per e-mail gli stessi sentimenti.
Ero qui per parlare a una conferenza Università di Tel Aviv sulla gioventù in Medioriente e non avevo idea che avrei incontrato il Dr. Abouelaish ma sentendolo, piangendo con lui appena rievocava l'orrore di trovare i corpi frantumati delle sue figlie - una era stata decapitata nel bombardamento - il medico e la confusa storia della sua vita sono diventate la mia ragion d'essere della mia visita
(Fonte: "Mona Eltahawy blog")
E intanto in una scuola palestinese un "terrorista di Hamas usa una bambina come scudo umano per difendersi da formine di plastica colorata": Venerdì 6 febbraio. La fonte è "Distanti saluti", in cui c'è anche questo altro interessante post su una manifestazione che si è svolta a Roma "per la Palestina - per la lotta delle donne palestinesi", firmato le "Compagne femministe e lesbiche" che evidentemente non sanno cosa fanno agli omosessuali in Palestina o in un Paese islamico e magari neppure cosa fanno alle femministe: Sabato 7 febbraio !
Sono una grandissima fan della confusione come antidoto agli stereotipi. Sono nata poco dopo una guerra contro Israele, due miei zii hanno combattuto in un'altra e sono stata la prima egiziana a lavorare in Israele per un'agenzia di stampa occidentale. Sono un'orgogliosa musulmana che rigetta tutto quello che Hamas rappresenta e che crede che i Palestinesi meritino di meglio del loro progetto islamista, specialmente della sua ossessione con Israele.
Il Dr. Abouelaish è l'antitesi delle pazze linee disegnate da troppi in questo troppo sanguinoso conflitto. Un palestinese che ha incontrato gli israeliani in condizioni di parità - non come un lavorante, giardiniere o addetto alle pulizie - è un ginecologo che si è specializzato in due ospedali israeliani e che curava donne israeliane sterili e le faceva partorire i loro bambini. E' conosciuto come un attivista per la pace la cui figlia morta si era occupata di un campo di un campo di pace per bambini israeliani e palestinesi. Ed è un accademico che ha studiato gli effetti della guerra sui bambini di Gaza e israeliani e il cui cuore spezzato ha adesso ironicamente arricchito la sua ricerca. (...)
Come entrambe le parti dichiarano la vittoria nella guerra di Gaza, i più ovvi perdenti sono i civili palestinesi e quelli di tutte le parti che sentono di dover bisbigliare la loro obiezione alla violenza di Hamas e all'attacco (attacco?!) della Forza di Difesa Israeliana.
Sono venuta in Israele perchè non volevo bisbigliare, io voglio parlare, forte e apertamente, agli Israeliani e ai Palestinesi che sono cresciuti con la guerra. Nel cuore spezzato e nella grazia del Dr. Abouelaish ho trovato il messaggio più chiaro.
sabato 7 febbraio 2009
"TROVANDO GAZA A TEL AVIV", di Mona Eltahawy
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