sabato 21 febbraio 2009

TV AFGHANA E CENSURA


La censura è un rompicapo per la TV afghana. Laila Rastagar passa i suoi giorni a nascondere idoli indù ed i corpi di altre donne sul suo schermo del PC. La giovane afghana, che porta il velo, si preoccupa di eliminare le serie televisive indiane e coreane- tutti gli elementi suscettibili di urtare la sensibilità dei telespettatori del suo paese.

Con il suo mouse, appana una una "clavicola", una "rotula" o una statua di Buddha. A 22 anni, Laila fa parte del gruppo che lavora per Tolo TV, la rete televisiva più popolare d' Afghanistan, per applicare la censura e trovare il buon equilibrio dei programmi in questo centro dell'islam radicale, dei valori tradizionali e dell'occidente. Ma la linea da seguire è spesso appannata anche essa. Dalla caduta dei talebani nel 2001, la televisione si è sviluppata in Afghanistan. Undici reti private ed una rete di Stato emettono oggi a Kabul. Più dell'80% degli abitanti possiedono televisori in città e più del 20% nelle zone rurali, secondo Asia Foundation. Ma in questi ultimi anni, le autorità si sono dedicate maggiormente al contenuto dei programmi teletrasmessi, che riflettono un desiderio crescente di controllare la cultura afgana su fondo dell'aggravarsi della violenza estremista. Alcune reti sono diventate più conservatrici, ed altre più "contestatarie". Il limite tra ciò che è accettabile o non, può essere difficile da definire in questo paese musulmano in cui i burka obbligatori sono venuti a sostituire sotto il regime dei talebani, le mini-gonne che portavano gli studenti negli anni 1970. Oggi, la società tenta di situarsi in questo spazio intermedio. A Tolo TV, rete creata nel 2004 da afghani cresciuti in Australia, la direzione elimina tutto ciò che giudica scioccante: ginocchia, decolté, nuca, schiena, ventri rivelati da sari indiani, ma anche adolescenti ballando insieme in una discoteca o baci sulla guancia… I riferimenti a religioni diverse dall'islam passano anche al setaccio. Con il 60% di quote di mercato, Tolo TV svolge un ruolo chiave nella definizione della cultura contemporanea afghana. (Fonte: "Scettico", da 20 minutes)

So di almeno 2 video-giornaliste di Tolo TV uccise anni fa dai Talebani. Una era conduttrice di una trasmissione stile MTV. Ah, dietro l' "appannatura"-burqa ci sarebbe una foto di Marilyn, eh... .
Laila Rastagar si occupa di rendere queste soppressioni invisibili, e fa appello in ultimo ricorso ai quadrati pixelizzati. Poiché, dice, "attirano più l'attenzione su ciò che manca". Un collega si dedica alla serie americana "24 ore Crono", altre ai clip video dove, a volte, la metà dello schermo deve essere riempito di quadrati sfocati. Oltre alle notizie ed agli intrattenimenti prodotti su scala locale, la rete propone "un soap opera" indiane e coreane, che contano in numero dei programmi più popolari, e dei clip video di stars regionali. Gli Afghani guardano molto anche le serie americane del tipo "24 ore Chrono". Quanto ai casi di censura che avrebbero potuto riguardare programmi afghani proposti da Tolo TV, Abir Abdullahi, uno dei critici della rete da quattro anni, non ne vede "Purtroppo!", nascondendo un ampio sorriso dietro il velo. "Le afghane portano troppi abiti per questo". Ma incidenti hanno avuto luogo. In primavera, il ministero dell'informazione ha rimprovero Tolo TV per avere mostrato afghani, donne ed uomini, che ballano insieme in un'emissione. Abir osserva inoltre una pressione governativa crescente da due anni. Il governo ha tentato di proibire in aprile molte pubblicazioni periodiche indiane poiché non rappresentavano la cultura afghana. Se la maggior parte delle reti si è piegata alle sue ingiunzioni, Tolo TV ha rifiutato ed avanzato che il ministero non aveva il diritto di proibire programmi nella loro totalità. L'affare è andato dinanzi ai tribunali ed il contenzioso non è regolato.

Nessun commento: