lunedì 15 dicembre 2008

E L' IRAN COLPISCE ANCORA


BOLZANO — Nasrin Sotoudeh Langroudi, avvocatessa ed attivi­sta per i diritti delle donne irania­ne per la difesa dei bambini mal­trattati e per i minorenni condan­nati a morte, è stata bloccata dai servizi di sicurezza all'aeroporto di Teheran. Le forze dell'ordine iraniane, infatti, le hanno ritirato il passaporto proprio mentre era in procinto di partire per l'Italia: Sotoudeh, oltre a dover partecipa­re ad un convegno organizzato a Roma dalla Casa internazionale delle donne, avrebbe dovuto rice­vere il premio Human rights international (Hri) dall'omonima orga­nizzazione di volontariato con se­de a Bolzano. Il riconoscimento sa­rebbe stato consegnato all'attivi­sta nel corso di una manifestazio­ne appositamente predisposta per venerdì sera dalla Hri in collabora­zione con l'associazione Museo della donna, presso l'Hotel Steigenberger, sito in piazza delle Terme a Merano.«Stamattina avevo già passato il controllo passaporti, quando ho sentito chiamare il mio nome dagli altoparlanti — ha raccontato Nasrin Sotoudeh —. Allora sono tornata indietro. Un giovane agen­te mi ha detto di consegnare il pas­saporto. Quando gli ho chiesto di mostrarmi il tesserino di riconoscimento, ha mostrato la ricetrasmittente, dicendomi che come riconoscimento era sufficiente quel­la. Poi un altro suo collega si è identificato, mi ha preso il passa­porto e mi ha dato una ricevuta».Nonostante l'assenza ormai scontata della Sotoudeh (salvo colpi di scena dell'ultima ora), la conferenza si terrà lo stesso, vi­sto che, sia il marito che la figlia di nove anni dell'av­vocatessa iraniana sono riusciti a partire per l'Italia e saranno a Merano per ritirare il premio: «Il premio sarà preso in con­segna dal marito», conferma Adolf Pfitscher, fondatore dell'Hri, che aggiunge: «Il fatto che la premiata non abbia potuto lascia­re il paese conferma l'importanza del suo impegno».La secondogenita della coppia, nata da poco, è invece rimasta in Iran con la madre.Gunther Januth, sindaco di Me­rano, appresa la notizia, ha avuto parole, di sostegno per la Sotoudeh: «È incredibile, un fatto vera­mente increscioso. Vorrei espri­mere la mia solidarietà a Nasrin Sotoudeh».Astrid Schönweger, coordinatrice dell'associazione Museo del­la donna, alla luce di quanto acca­duto, ha voluto sottolineare quan­to sia stata a maggior ragione op­portuna la scelta di premiare l'avvocatessa quarantacinquenne: «Siamo contentissimi che il marito e la figlia di Nasrin Sotoudeh potranno essere a Merano per rice­vere questo premio — ha detto Schoenweger —. Quello che le è accaduto in Iran è la dimostrazio­ne che merita un riconoscimento per la sua lotta a favore dei diritti dei bambini maltrattati, delle don­ne e dei minori condannati a mor­te». (Fonte: "Il blog di Barbara", dal "Corriere dell'Alto Adige di giovedì 11 dicembre)

I “colpi di scena dell’ultima ora”, naturalmente, non ci sono stati: Nasrin Sotoudeh è rimasta bloccata in Iran e il premio lo ha dovuto ritirare il marito. Poiché, a quanto mi risulta, nessuna notizia riguardo a questo ennesimo sopruso da parte delle autorità iraniane è stata data dai media nazionali, provvedo io, e spero che qualcun altro vorrà raccogliere la notizia e diffonderla a propria volta.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Perche non:)