mercoledì 17 dicembre 2008

PERPLESSITA'. L' ATTIVISTA SUDANESE: "(JASAD) RISCHIA DI RESTARE UN ESERCIZIO DI SALOTTO DELLE LIBANESI BENE"

IL CAIRO - "E' un importantissimo rompere il muro di silenzio che circonda il sesso nel mondo musulmano, i tabù sociali, l'ipocrisia e l'ignoranza. Ma questo è un campo minato, ogni messaggio sbagliato si riflette negativamente sulle donne. Staremo a vedere". Nahid Gabrella, nota e combattiva attivista per i diritti umani sudanese, fondatrice e capo dell'Ong Seena per la difesa delle donne e dei bambini, consulente del governo di Khartum sulla questione delle mutilazioni genitali femminili, ammette di non aver ancora letto Jasad, la rivista della libanese Joumana Haddad che parla esplicitamente di sesso. "Ma ne ho sentito parlare in tv, su Al Arabiya, e ora sono curiosa di averla tra le mani e capire", ci dice a margine della grande conferenza tenuta al Cairo sulle mutilazioni genitali femminili (già conclusa, ndr), copresieduta e voluta da Emma Bonino: "Tanto abbiamo bisogno, noi donne e uomini dei Paesi musulmani, di parlare di sesso in modo non superficiale e ascientifico, tanto è cruciale che la questione sia inquadrata nel giusto contesto". Ovvero "Ovvero considerando la donna finalmente come un soggetto con tutti i suoi diritti e doveri, desideri e valori. Superando i nostri i nostri media, che vedono la donna sempre come una bomba erotica, ma le priorità delle musulmane, anche per restare nel capitolo sesso, sono soprattutto i matrimoni obbligati che diventano stupri, le violenze sessuali, le mutilazioni". Temi che forse nella "Beirut bene" di Joumana sono lontani. Dalle tv alle sue cantanti, il Libano nel mondo islamico è assolutamente atipico per la libertà. "Certo, e parlare di sesso è e deve essere talmente legato al contesto sociale che mi chiedo come una rivista simile possa essere diretta, come ho sentito, a tutto il mondo arabo islamico. Perfino il Sudan ha al suo interno varie etnie, culture, tradizioni. Il Libano ha il sud sciita, donne velate accanto a quelle in bikini. Davvero sono curiosa ma anche perplessa: un libro sul sesso, lo capisco, ma una rivista? Per essere interessante non può ignorare ma temo neanche conciliare culture e realtà così complesse". Rischia di restare una cosa da salotto libanese? "Esattamente. Anche se comunque, ripeto, il muro del silenzio va abattuto. E ancor più va rotta quell'educazione sessuale che in realtà sono tradizioni senza scienza nè rispetto dei diritti umani fatta tutta in famiglia, trasmessa da mamma a figlia, da nonna a nipote. Se al mondo ci sono 120 milioni di donne e bambine mutilate è proprio per questo motivo. (Fonte: "Corsera", 16/12)

Libanese è anche Joseph Massad, autore di "Desiring arabs", contro gli stereotipi occidentali sulla sessualità araba.

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