BOLZANO — Nasrin Sotoudeh Langroudi, avvocatessa ed attivista per i diritti delle donne iraniane per la difesa dei bambini maltrattati e per i minorenni condannati a morte, è stata bloccata dai servizi di sicurezza all'aeroporto di Teheran. Le forze dell'ordine iraniane, infatti, le hanno ritirato il passaporto proprio mentre era in procinto di partire per l'Italia: Sotoudeh, oltre a dover partecipare ad un convegno organizzato a Roma dalla Casa internazionale delle donne, avrebbe dovuto ricevere il premio Human rights international (Hri) dall'omonima organizzazione di volontariato con sede a Bolzano. Il riconoscimento sarebbe stato consegnato all'attivista nel corso di una manifestazione appositamente predisposta per venerdì sera dalla Hri in collaborazione con l'associazione Museo della donna, presso l'Hotel Steigenberger, sito in piazza delle Terme a Merano.«Stamattina avevo già passato il controllo passaporti, quando ho sentito chiamare il mio nome dagli altoparlanti — ha raccontato Nasrin Sotoudeh —. Allora sono tornata indietro. Un giovane agente mi ha detto di consegnare il passaporto. Quando gli ho chiesto di mostrarmi il tesserino di riconoscimento, ha mostrato la ricetrasmittente, dicendomi che come riconoscimento era sufficiente quella. Poi un altro suo collega si è identificato, mi ha preso il passaporto e mi ha dato una ricevuta».Nonostante l'assenza ormai scontata della Sotoudeh (salvo colpi di scena dell'ultima ora), la conferenza si terrà lo stesso, visto che, sia il marito che la figlia di nove anni dell'avvocatessa iraniana sono riusciti a partire per l'Italia e saranno a Merano per ritirare il premio: «Il premio sarà preso in consegna dal marito», conferma Adolf Pfitscher, fondatore dell'Hri, che aggiunge: «Il fatto che la premiata non abbia potuto lasciare il paese conferma l'importanza del suo impegno».La secondogenita della coppia, nata da poco, è invece rimasta in Iran con la madre.Gunther Januth, sindaco di Merano, appresa la notizia, ha avuto parole, di sostegno per la Sotoudeh: «È incredibile, un fatto veramente increscioso. Vorrei esprimere la mia solidarietà a Nasrin Sotoudeh».Astrid Schönweger, coordinatrice dell'associazione Museo della donna, alla luce di quanto accaduto, ha voluto sottolineare quanto sia stata a maggior ragione opportuna la scelta di premiare l'avvocatessa quarantacinquenne: «Siamo contentissimi che il marito e la figlia di Nasrin Sotoudeh potranno essere a Merano per ricevere questo premio — ha detto Schoenweger —. Quello che le è accaduto in Iran è la dimostrazione che merita un riconoscimento per la sua lotta a favore dei diritti dei bambini maltrattati, delle donne e dei minori condannati a morte». (Fonte: "Il blog di Barbara", dal "Corriere dell'Alto Adige di giovedì 11 dicembre)
I “colpi di scena dell’ultima ora”, naturalmente, non ci sono stati: Nasrin Sotoudeh è rimasta bloccata in Iran e il premio lo ha dovuto ritirare il marito. Poiché, a quanto mi risulta, nessuna notizia riguardo a questo ennesimo sopruso da parte delle autorità iraniane è stata data dai media nazionali, provvedo io, e spero che qualcun altro vorrà raccogliere la notizia e diffonderla a propria volta.
1 commento:
Perche non:)
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