C'è una tregua nella striscia di Gaza, ma la BBC ha trovato prove che gruppi militanti si preparano per un ritorno alla violenza. Un gruppo jihadista islamico forma donne kamikaze. Il corrispondente in Medioriente, Paul Wood, ha incontrato una palestinese che si è candidata come volontaria. La giovane donna velata era seduta, pacifica e immobile. La bandiera nera del Jihad islamico era appesa dietro di lei e due khalashnikov erano accuratamente messi molto vicino. Suo marito, un combattente del Jihad islamico, ha attaccato la sua fascia di martire.
Umm Anas (non è il suo vero nome) è stata appena arruolata in un programma che mira a formare donne kamikaze nella Striscia di Gaza. E non sembra essere un numero: è ben cosciente di quello che sta per fare e quando è stata interpellata, la sua voce era forte e costante: "È un regalo di dio. Siamo stati creati per diventare martiri di dio", ha proseguito, con gli occhi che brucivano dietro il suo niqab. “Tutti i palestinesi sono stati creati per lottare in nome di dio. Se gettiamo pietre sugli ebrei, hanno timore. Immaginate ciò che avviene quando parti di un corpo umano volano verso di loro". (Fonte: Vituccio)
Credo non ci sia bisogno di ulteriori commenti.
La cinghia di esplosivi che, lei spera, porrà fine alla sua vita ed ucciderà numerosi israeliani, riposava sulla tavola accanto a noi, racconta Wood. La sua principale motivazione di diventare kamikaze sembra essere religiosa piuttosto che nazionalistica ed è la realizzazione di un'ambizione di lunga data. Anche il suo matrimonio recente non le ha fatto cambiare parere. "Quando mio marito mi ha sposata, conosceva il mio modo di pensare. Sapeva esattamente chi sono ed è su questa base che ha deciso di sposarmi. Il matrimonio non mi ha dato un secondo di dubbio". Le ho chiesto se cambierebbe idea se rimanesse incinta, continua il giornalista.“Attenderei che il bambino sia nato", dice. “Lo darei ai miei genitori e chiederei loro di occuparsi di lui… In seguito, lo lascerei, ed il bambino resterebbe dietro me come una parte di me".
I suoi genitori, fratelli e sorelle non sono al corrente. “I martiri, uomini o donne, lavorano nel segreto. Nessuno deve essere messo al corrente. Occorre fare attenzione di non dare ai nostri genitori un segno di ciò che ci prepariamo a fare. A volte, forse, possono vedere sul vostro viso i segni della martire. Sono sospettosi, ma non sono sicuri".
Pronta per la morte Umm Anas pensa che sappia come morirà, ma non conosce la data.
giovedì 16 ottobre 2008
RECENTEMENTE SPOSATA E DETERMINATA A MORIRE
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