Per decenni non ha mai fatto avere notizie di sé e i congiunti pensavano che fosse morta in Iraq. Invece Hanna Menashe, 76 anni, ieri ha finalmente riabbracciato la sua famiglia a Tel Aviv, mettendo fine, così, a un dramma familiare inziato a Baghdad all’inizio degli anni ’50. In quegli anni la famiglia Menashe è emigrata dall’Iraq in Israele, ma durante i preparativi Hanna, che aveva circa 20 anni, era misteriosamente scomparsa. Il padre si trattenne il più a lungo possibile, senza tuttavia trovare la minima traccia della figlia. Un mese dopo l’arrivo in Israele la madre di Hanna morì all’improvviso a 37 anni, forse proprio per il dolore. La triste vicenda era stata ormai rimossa da tempo quando sei mesi fa un funzionario di un ministero israeliano li ha contattati per appurare se a Baghdad i loro genitori avessero dato la luce anche a una bambina di nome Hanna. (Fonte: blog "Fuori dal ghetto")
In un consolato di Israele in Europa, ha spiegato loro, c’era una signora che sosteneva di essere la “ragazza ebrea perduta”. Ieri Hanna ha iniziato a colmare le lacune della storia familiare: era stata rapita da un vicino di casa islamico che l’ha costretta ad accudire i suoi figli e a vivere da musulmana praticante. Quando l’uomo è morto, ha chiesto asilo ad un Paese europeo da dove ha poi organizzato l’immigrazione in Israele.
mercoledì 25 giugno 2008
UN' EBREA PERDUTA IN IRAQ E' IN PROCINTO DI TORNARE A CASA
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2 commenti:
Sempre il solito viziaccio maomettano di rapire la gente.
Ovviamente ci sono anche altri che hanno e hanno avuto questo "viziaccio" e non sono maomettani.
Senz'altro il rapire gente a scopo di conversione da parte di musulmani non è una cosa recente.
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