mercoledì 25 giugno 2008

NOI, ITALIANE CON IL VELO

Dal blog di Flavia Amabile de "La Stampa"

Sono sempre di più le donne italiane che si convertono alla religione musulmana. Ho raccolto le storie di alcune di loro, hanno tutte percorsi e motivazioni abbastanza simili. Ve ne riporto tre.

Lucilla Aya Di Maggio, 30 anni, Roma

"''Lavoravo in una pizzeria. E in una pizzeria lavorava anche lui, egiziano, musulmano. Entrambi eravamo camerieri. Fu da subito un grande amore anche se all’inizio ero molto titubante: non sapevo nulla dell’Islam e della cultura araba. ... Lui è praticante, prega cinque volte al giorno ma lo fa per conto suo. Non mi ha mai detto nulla, sono stata io ad iniziare a chiedergli, volevo capire il suo mondo. Sentivo che la religione faceva parte della sua vita. ... I miei genitori credevano fosse un gioco. Solo quando ho messo il velo hanno capito che facevo sul serio. A quel punto mi hanno fatto la guerra perché si vergognavano di questa figlia così cambiata, socialmente regredita perché si è messa in testa un fazzoletto come se lo mettevano le nonne. Mia madre è stata molto pesante: non ti posso più vedere con questo fazzoletto in testa, toglilo. ... Fra le mie amiche, due hanno capito, un'altra invece mi ha rivesciato addosso un Tir pieno di luoghi comuni. ... Lavoro come segretaria in un ufficio privato che si occupa di cinema. Il mio vecchio capo non aveva avuto perplessità sulla mia conversione, mi permetteva anche di indossare l’hijab in ufficio. Poi è arrivato un nuovo capo e tutto è cambiato. Anche se lui è più giovane. Il nuovo capo, invece, no: anche se più giovane. Ne abbiamo parlato con mio marito. Se il futuro lo permetterà magari il lavoro lo lascio ".

Giorgia Afnan Caldani, 34 anni, Verona

''Sono diventata musulmana perché mi sono sposata con mio marito ma probabilmente ci sarei arrivata anche in altro modo. Ho girovagato fra le religioni da quando avevo 15 anni. Sono stata testimone di Geova, poi Hare Krishna, poi induista e lì ho avuto il mio primo approccio con l'Islam. Sono entrata in una moschea sufi e mi sono messa a pregare. In quegli anni ho iniziato a frequentare mio marito, un palestinese del ’48, dei Territori. ... Ci siamo sposati, abbiamo avuto una figlia. Io ero ancora cattolica. In paese esisteva un unico asilo, quello della parrocchia. E' stato allora che ho iniziato a pormi il problema dell'educazione religiosa di nostra figlia. E abbiamo iniziato a parlarne con mio marito. Lui ha raccontato di Gesù che per loro è un profeta, ha parlato dei cinque pilastri dell'Islam. Mentre parlava, per la seconda volta mi sono sentita avvolta da qualcosa di profondamente diverso dal materialismo della religione cristiana, troppo adattabile alle persone".

Stefania Shaima Capoccia, Albenga.

''Ho incominciato a frequentare mio marito perché lavorava da mio padre al ristorante. Avevo un’amica che si era convertita da giovane ed ero rimasta in contatto con lei. Poi dopo essermi sposata a poco a poco ho iniziato ad andare in profondità sulla questione. ... E’ stato un processo lungo, ho iniziato a non mangiare il prosciutto e sono arrivata poi a fare il Ramadan e a mettere il velo. I miei familiari si sono risentiti perché lo vedono come una privazione di libertà, in realtà per me è una dimostrazione di libertà. Si può andare in giro nudi sul lungomare di Albenga ma non ci si può mettere il velo in testa. In Italia ci sarebbe bisogno di una grande pulizia. A noi donne musulmane non piace uscire e non trovare sicurezza. Mio marito è egiziano, fa lo chef di cucina italiana. Gli amici veri sono rimasti. Gli altri nemmeno mi riconoscono più. Ai miei due più cari amici ho chiesto di non darmi più baci o abbracciarmi quando ci incontriamo. ... Da piccola ero catechista e soprano di una corale di una chiesa in provincia di Savona. ... La cosa che mi dava più fastidio nella religione cattolica è che cambia nel tempo. Ero commessa ma non andava bene il mio modo di vestire. ... I soldi che guadagno? In quel caso sarebbero miei, se la donna lavora può tenerli. E’ l’uomo che deve mantenere la famiglia, è lui che deve garantire una vita serena a me e ai miei figli.''

Grazie mille a Stefania di "Unpoliticallycorrect" per la segnalazione!



Lucilla Aya Di Maggio, 30 anni, Roma

''Lavoravo in una pizzeria. E in una pizzeria lavorava anche lui, egiziano, musulmano. Entrambi eravamo camerieri. Fu da subito un grande amore anche se all’inizio ero molto titubante: non sapevo nulla dell’Islam e della cultura araba. Otto mesi siamo stati fidanzati, poi ci siamo sposati. Io ero cristiana, lui musulmano, abbiamo scelto il matrimonio civile in comune. Era il 3 ottobre di quattro anni e mezzo fa.

Lui è praticante, prega cinque volte al giorno ma lo fa per conto suo. Non mi ha mai detto nulla, sono stata io ad iniziare a chiedergli, volevo capire il suo mondo. Sentivo che la religione faceva parte della sua vita. Ho iniziato a leggere il Corano , mi ha coinvolto come mai prima altre religioni e mi è venuta voglia di fare la Shahada, di convertirmi. Ne sei sicura?, mi ha chiesto lui. Ho risposto di sì ma lui ha insistito: guarda che la Shahada significa fare un patto con Dio. Sono sicura, ho risposto. Ho pronunciato le parole di rito due anni e mezzo fa, in Egitto, dove ci trovavamo per il matrimonio di un cugino.

I miei genitori credevano fosse un gioco. Solo quando ho messo il velo hanno capito che facevo sul serio. A quel punto mi hanno fatto la guerra perché si vergognavano di questa figlia così cambiata, socialmente regredita perché si è messa in testa un fazzoletto come se lo mettevano le nonne. Mia madre è stata molto pesante: non ti posso più vedere con questo fazzoletto in testa, toglilo. Ho cercato di portare pazienza e fare quello che mi insegna la religione: rispettare i genitori e sapere che questo non mutava i nostri rapporti. In realtà le cose sono andate un po' diversamente: impormi la pazienza mi è servito come forma di autoeducazione,mi ha insegnato a comprendere i miei genitori. Fra le mie amiche, due hanno capito, un'altra invece mi ha rivesciato addosso un Tir pieno di luoghi comuni.

Lavoro come segretaria in un ufficio privato che si occupa di cinema. Il mio vecchio capo non aveva avuto perplessità sulla mia conversione, mi permetteva anche di indossare l’hijab in ufficio. Poi è arrivato un nuovo capo e tutto è cambiato. Anche se lui è più giovane. All’inizio addirittura gli avevano raccontato che portavo il burka. In realtà indosso solo il foulard in testa e una camicia lunga con le maniche sempre lunghe. Mi ha detto che preferiva che i clienti non vedessero me in hijab.

E così, la mattina arrivavo in ufficio e mi toglievo il foulard. Mi sembrava di tornare indietro nel tempo, e non in senso positivo: non mi sentivo a mio agio senza l'hijab, mi sembrava di essere quasi nuda. Anche perché se decido di mettere il velo lo faccio perché lo sento, e sento di dover frequentare di più.

Il nuovo capo, invece, no: anche se più giovane. Ne abbiamo parlato con mio marito. Se il futuro lo permetterà magari il lavoro lo lascio. Se potessi, mi piacerebbe trovare un lavoro part-time, più congeniale per una mamma. Spero di riuscire a rimettere l’hijab in ufficio, però. Una volta ho anche provato. Ad un certo punto indirettamente mi hanno fatto capire di toglierlo.

In genere qui a Roma ognuno si fa i fatti propri. Solo quando vado in giro mi guardano, soprattutto nella zona dei miei genitori. Una signora mi fissava proprio. La prima volta ho fatto finta di nulla, la seconda anche, la terza ho ricambiato lo sguardo e ora lei guarda da un’altra parte. In estate è più difficile: io vesto con abiti lunghi, maniche lunghe anche in pieno luglio. E - guarda caso - c'è sempre qualcuna che inizia a sbuffare per il caldo.''




Giorgia Afnan Caldani, 34 anni, Verona

''Sono diventata musulmana perché mi sono sposata con mio marito ma probabilmente ci sarei arrivata anche in altro modo. Ho girovagato fra le religioni da quando avevo 15 anni. Sono stata testimone di Geova, poi Hare Krishna, poi induista e lì ho avuto il mio primo approccio con l'Islam. Sono entrata in una moschea sufi e mi sono messa a pregare.

In quegli anni ho iniziato a frequentare mio marito, un palestinese del ’48, dei Territori. L’ho conosciuto lavorando in pizzeria. Io lo facevo come secondo lavoro, ero cameriera. Ci siamo sposati, abbiamo avuto una figlia. Io ero ancora cattolica. In paese esisteva un unico asilo, quello della parrocchia. E' stato allora che ho iniziato a pormi il problema dell'educazione religiosa di nostra figlia. E abbiamo iniziato a parlarne con mio marito. Lui ha raccontato di Gesù che per loro è un profeta, ha parlato dei cinque pilastri dell'Islam.

Mentre parlava, per la seconda volta mi sono sentita avvolta da qualcosa di profondamente diverso dal materialismo della religione cristiana, troppo adattabile alle persone. Leggere il Corano è un’esperienza fortissima. A volte ti coccola, altre ti scrolla. Ho fatto un sogno: c’erano tante porte e qualcuno mi diceva: ‘se sulla strada giusta’. Avevo anche iniziato a pregare, facevo meditazione yoga kundalini e invece piano piano sono arrivata all’Islam. Ora mia figlia è iscritta in una scuola di suore e facciamo grandi discussioni. Le faccio partecipare, devono frequentare la comunità in cui vivono. Non ho messo subito l’hijab, non è un elemento fondamentale, non è uno dei cinque pilastri, fa parte della coscienza della persona. Quando ho deciso poi però facevo più fatica a uscire senza che con. E’ visto come un elemento di sottomissione e invece non è vero. Mio marito dopo un mese che lo mettevo mi ha detto: Ah, ma lo metti sempre? Temevo per i miei genitori. In effetti mia mamma non è stata contenta. E mio padre nemmeno. Ma una volta messo non l’ho tolto più. Sono bionda e con gli occhi azzurri, si vede che non sono araba. Poi però le persone si abituano.

Da un anno sono casalinga: con i primi due ce l’ho fatta, con la terza no e mi sono presa alcuni anni di pausa. Prima ero responsabile della sicurezza e della qualità per una ditta che si occupa di ponti radio. Mio marito è medico, dopo anni di sacrifici lavorando come cameriere, ora lavora la pronto soccorso, al 118. Problemi? Devo sempre rendere conto degli incontri che faccio. Come donna con il velo sono etichettata, allora cerchi di stare più attenta per comportarti nel migliore dei modi, mi sento meno libera di agire agli occhi degli altri ma ho raggiunto un equilibrio che prima non avevo. La preghiera mette serenità, sai che c’è il Clemente, il Misericordioso che ti accoglie. La carità e l’amore nel cristianesimo sono utilizzate senza crederci.

Nell’Islam la carità è fondamentale. Ti dicono di farlo ma la mano destra non deve sapere quello che fa la mano sinistra. La religione cristiana sembra politica non religione. Ho sempre amato frati e suore di clausura. Ma il papa e i cardinali distorcono lo spirito della religione cristiana. E poi perché devo andare a confessarmi e perché qualcuno deve avere il potere di assolvermi? Chi è per avere questo potere? Io parlo in modo diretto con Dio. Solo lui può decidere. ''


Stefania Shaima Capoccia, Albenga.

''Ho incominciato a frequentare mio marito perché lavorava da mio padre al ristorante. Avevo un’amica che si era convertita da giovane ed ero rimasta in contatto con lei. Poi dopo essermi sposata a poco a poco ho iniziato ad andare in profondità sulla questione. Mi affascinava il Ramadan, questo periodo di digiuno, poi sono andata ancora più in là. E’ stato un processo lungo, ho iniziato a non mangiare il prosciutto e sono arrivata poi a fare il Ramadan e a mettere il velo. I miei familiari si sono risentiti perché lo vedono come una privazione di libertà, in realtà per me è una dimostrazione di libertà. Si può andare in giro nudi sul lungomare di Albenga ma non ci si può mettere il velo in testa. Ogni tanto i miei attaccano ancora la solfa poi però vedono che sono serena, convinta, mio marito mi tratta come una regina, si vede che sto bene e non possono dire nulla.

L’Islam dice che alle donne spetta il dovere di educare i figli molto più che al padre. Quindi il padre non decide tutto. Fra musulmani organizziamo dei corsi pe insegnare l’alfabeto, ci incontriamo per le gite. Un giorno abbiamo deciso di andare a Milanoi alla conferenza dell’Amdi e ho lasciato i figli a mio marito e sono andata. Sono felice di aver fatto questa scelta. Quella che potrebbe sembrare una privazione da un punto di vista fisico la si fa così volentieri che non mi appare tale. Ho una figlia piccola di 19 mesi. In Italia ci sarebbe bisogno di una grande pulizia. A noi donne musulmane non piace uscire e non trovare sicurezza. Mio marito è egiziano, fa lo chef di cucina italiana. Gli amici veri sono rimasti. Gli altri nemmeno mi riconoscono più. Ai miei due più cari amici ho chiesto di non darmi più baci o abbracciarmi quando ci incontriamo.

Da piccola ero catechista e soprano di una corale di una chiesa in provincia di Savona. Ero di Loano e ora vivo ad Albenga. La cosa che mi dava più fastidio nella religione cattolica è che cambia nel tempo. Prima si diceva che i bambini appena nati andavano nel limbo, ora si dice che vadano in Paradiso. Se le Scritture sono un libro rivelato non possono essere cambiate. Se c’è una fuga delle anime non è la Chiesa che deve adattarsi agli altri. Ero commessa ma non andava bene il mio modo di vestire. Ora sto facendo dei corsi di programmazione. Mi piacerebbe poter lavorare da casa. I soldi che guadagno? In quel caso sarebbero miei, se la donna lavora può tenerli. E’ l’uomo che deve mantenere la famiglia, è lui che deve garantire una vita serena a me e ai miei figli.''

26 commenti:

iaia_76 ha detto...

Ciao, grazie di esser passata. questo è davvero un bel blog, o cmq particolare...
solitamente non vado fiera della mia pigrizia, è solo questo caldo che mi sopprime un pò.
ciao

Anonimo ha detto...

:-) Benvenuta, Iaia. Immagino! La mia era solo una battuta, essendo io una pigrona cronica. Torna a trovarci.

Andrea Picchi ha detto...

Grazie alessandra per il commento!
Molto bello questo blog monotematico, passerò spesso... ciao

www.andreapikki.ilcannocchiale.it

Anonimo ha detto...

Un solo commento: poverette...

Anonimo ha detto...

Bene! Spero che, essendo monotematico, non diventi noioso... . :-)

Anonimo ha detto...

come si può descrivere il sentimento di queste qua?
nostalgia dell'uomo forte?
paura della libertà?
queste sono le cose che mi fanno imbestialire...
caposkaw

Anonimo ha detto...

Benvenuto Caposkaw! Sì, credo che sia un po' questo che spinge, almeno alcune donne, a convertirsi all'islam. Una sorta di bisogno di punti di riferimento e una libertà nel cristianesimo che, a loro parere, è eccessiva. Nel caso della seconda testimonianza, c'è stata un'attrazione a religioni differenti, prima di approdare all'islam. La terza donna è stata catechista e cantava anche in chiesa, ma era insoddisfatta, come si è dichiarata la seconda dell' "adattabilità" della religione cristiana al tempo e alle persone.
Una ragazza ungherese convertita, con cui ho rinunciato a chattare, mi ha raccontato di non essere mai stata cristiana, non essendo battezzata. La madre ha mollato il marito e lei. Anche adesso ha un cattivo rapporto con la madre. Mi ha detto di essere stata sempre molto libera e indipendente: forse, per lei, troppo. Naturalmente, io che la mettevo in guardia, ero piena di pregiudizi... .

Anonimo ha detto...

se non mi sbaglio , c'era un libro o un articolo , titolato : "non avrò un figlio bianco" o simile, che parlava della deriva antioccidentale di certo femminismo...
per quanto riguarda le altre , mi sembra proprio che sarebbero state bene nella germania nazista, come addette alla kinderfabrik....
da democratico di destra queste cose mi fanno venire i bruciori di stomaco...
caposkaw

Anonimo ha detto...

Grazie della segnalazione Caposkaw, mi farò un giro su Internet. E' assolutamente vera la deriva antioccidentale di certo femminismo: troppe donne presentate come oggetti nei media, non lo so, sta di fatto che è vero. Basti pensare al silenzio delle cosiddette femministe sul caso di Hina, sgozzata come un capretto! Certe cose dovrebbero far indignare indipendentemente dal colore politico.
Non ti dico quando quella ragazza musulmana ungherese ha sentenziato che i matrimoni islamici funzionano bene perchè non vengono celebrati "per amore, ma per Allah". Le ho mostrato una FOTO di un giovane attore e le ho chiesto cosa ne pensasse. Mi ha risposto qualcosa sul genere "Come musulmana non posso fare commenti su qualcuno dell'altro sesso, perchè l'islam dice che dobbiamo controllare i nostri sensi".
Evidentemente, quell'attore le era piaciuto, se anche di fronte alla sua foto doveva controllare i sensi!!! :-)

Anonimo ha detto...

ecco qua l'articolo:
http://www.legnostorto.com/index.php?option=com_content&task=view&id=18107&Itemid=29
caposkaw

Anonimo ha detto...

Grazie mille.

Anonimo ha detto...

Non credo di usare un termine forte, se definisco criminali queste donne.
Con la loro approvazione, danno avvallo e forza all'oppressione di centinaia di milioni di donne che l'islam non l'hanno scelto ma subito.
Stefano.

Anonimo ha detto...

Ma voi non avete capito mai nulla del messaggio d'amore di Cristo!
Non afferrate la diversità e la grandezza del Vangelo e barattate il tutto per Allah,per la religione "combattente"!!In sincerità mi fate pena,non eravate cristiane e non avete mai fatto un vero sforzo per esserlo davvero!
Poi l'esotico,la moda del diverso vi hanno preso,avete fatto il salto, ma solo perchè venivate dal nulla e qualcuno vi ha indottrinato,ha fatto per voi il lavoro che voi non siete state mai capaci di fare e a voi sembra di aver scoperto la Verità!Ora portate pure il velo!Mi immagino se l'eventuale vostro marito cristiano vi avesse imposto di indossare una minigonna meno scandalosa! Ah! come l'avreste trattato!Non mangiate il prosciutto!eh si! il maiale è impuro! Come se nella creazione ci fosse qualcosa non voluta da Dio!Come se il maiale non fosse anch'esso frutto dell'amore di Dio!Ma siete veramente rincoglionite! Ma andate a dar via i ciapp! che è poi quello che avete fatto!Dio abbia misericordia di voi e di me che per un pò ho voluto farmi giudice..ma quanno ce vo' ce vo'!

Anonimo ha detto...

salam o ciao io sono Amira del blog www.loveislam.splinder.com...
è bello il tuo blog hihihih ah si dimenticavo sai che conosco afnan??? che bello... =)=)=)

Anonimo ha detto...

Mi piace molto il velo.

kavi ha detto...

.

kavi ha detto...

Se leggiamo la Bibbia(Nuovo Testamento cioe' il Vangelo)troviamo che Gesu',profeta,parla sempre di amore sia verso Dio che verso gli altri e quando dice ai Suoi discepoli di andare a predicare dice:"Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi...",non come Maometto dice di diffondere l'Islam anche con la spada nel pugnp(come lupi?).anche leggendo i testi degli Hare Krishnasi possono conoscere le innumerevoli qualita' di Dio quali l'onnipresenza,anzi onnipervadenza,onniscienza,onnipotenza,amore e indulgenza infiniti,la capacita' di attrarre a se' tutti gli esseri ecc.e le innumerevoli meravigliose qualita' che egli compie in modo infinitamente affascinante.Prima di decidere di lasciare o prendere o non prendere una religione bisogna conoscerla bene cosicche' solo chi non conosce a fondo i principiuniversali della religione,presenti in tutte le religioni autentiche,puo' credere di vedere sostanziali differenze tra l'una e l'altra.Lo scopo della religione e' di far sviluppare amore per il Signore e per gli altri.Molti santi e mistici ci hanno insegnato con l'esempio a rispettare tutti gli esseri viventi,non solo umani.Lasciamo stare il maiale non perche' impuro ma perche' e' stato creato per vivere la sua esperienza di vita,come tutti,non per vedersela interrompere violentemente dall'arbitrio semplicemente umano,cioe' scarso di reale conoscenza.Ho letto nelle storie delle ragazze che si parla di liberta' ma anch'io so che bisogna porsi un limite nel parlare in alcune religioni ed in alcuni tempi anche se si dicono cose vere e illuminanti.(Scusate se e' lunga).

silvia olivetti ha detto...

Che tristezza tutto questo astio nei confronti di noi musulmane italiane. Poverette noi? No, poveretto chi, nonostante la sua presunta libertà, ha il cuore così pieno di odio, infelicità e rancore. Forse noi musulmane siamo schiave volontarie del nostro velo, ma le altre sono tutte schiave forzate della tg 42, come diceva saggiamente una nostra sorella.Da quando porto il velo ci sono persone che sputano per terra quando passo per strada e mi insultano ma pazienza, la ricompensa per le nostre sofferenze è presso Dio, Insha Allah. Coraggio a tutte noi!
A proposito qualcuna sa dirmi il sito di Giorgia Afnan?Quello indicato sui vari blog risulta essere errato. Salam Alaikum

Anonimo ha detto...

se ti piace tanto portare il velo, perchè non ti trasferisci nell'altro mondo?
ma qua si sta troppo bene con questi kaffir che lavorano... mica come la che non fanno niente...

Anonimo ha detto...

ciao a tutti..io mi chiamo Latifa. sono x metà italiana e x metà tunisina...sentite...non sta a voi giudicare la fedeltà e la ritrovata serenità d queste donne..loro hanno trovato la pace e dio le ha aperto i cuori all'unica vera religione di Dio.io sono musulmana praticante e mio marito è marocchino e musulmano...io ho studiato in italia, porto il velo e ho avuto modo di conoscere la religione cattolica e vi assicuro che + vedo come vi comportate, e come la società va sfascio + la mia fede nell'islam aumenta.porto il velo e sono fiera di questo...noi donne musulmane con mariti praticanti siamo trattate da regine rispetto a tutte voi, dai nostri mariti e non potete permettervi di giudicare in questo modo ciò che non conoscete perchè è ciò che non sapete a mettervi paura....riflettete

Anonimo ha detto...

latifa, f***i.
non abbiamo bisogno di ignoranti (perchè se sei musulmana SEI ignorante) che ci dicano cosa pensare. basta vedere cosa fate.
primo capo

Anonimo ha detto...

LAtifa, fai a tutti un favore, tornatene in Marocco e lascia a noi vivere la nostra vita. Come nel 2010 si possa ancora prendere per oro colato una religione che promette 7 vergini in paradiso per i martiri di allah è assolutamente fuori da ogni logica.
"La religione è l'oppio dei popoli" in nome della religione si sono fatti più morti che per qualsiasi altro motivo. Per 3 italiane "convertite" ci sono decine e decine di musulmane che cercano di fuggire dalla loro cultura, spesso anche a costo della vita!
E' una vergogna che in un paese civile ancora si permetta all'uomo di limitare le libertà della donna.

Anonimo ha detto...

Leggo da quasi tutti i commenti...con mia tristezza che nn avete capito nulla delle Donne Musulmane,Velate Italiane!!!!!La madre dell'ignoranza e' sempre incinta....Chiara Amal 28 anni ITALIANA VELATA

Islamica ha detto...

i cristiani cristo qua e cristo la pero i musulmani amano tutti i profeti e l'ultimo mesaggero sulla terra e stato il profeta MUHAMED A.S solo un intelligente la capisce la fede musulmana.Io sono una musulmana sposata con un cristiano italiano e sai come mi risponde quando gli parlo per l'islam a me a scuola cosi mi hanno insegnato che Gesù cristo e figlio di DIO Grande ,io li dico che il SIGNORE non aveva bisogno di venire sulla terra perchè in questa terra siamo noi messi alla prova e per questo a sceso le sue parole con il SACRO CORANO tramite il PROFETTA MUHAMED A.S e si come lui era l'ultimo era per tutto il mondo non solo per Palestina, Israele...Però noi vogliamo ugualmente bene a Gesù A.S

Islamica ha detto...

i cristiani cristo qua e cristo la pero i musulmani amano tutti i profeti e l'ultimo mesaggero sulla terra e stato il profeta MUHAMED A.S solo un intelligente la capisce la fede musulmana.Io sono una musulmana sposata con un cristiano italiano e sai come mi risponde quando gli parlo per l'islam a me a scuola cosi mi hanno insegnato che Gesù cristo e figlio di DIO Grande ,io li dico che il SIGNORE non aveva bisogno di venire sulla terra perchè in questa terra siamo noi messi alla prova e per questo a sceso le sue parole con il SACRO CORANO tramite il PROFETTA MUHAMED A.S e si come lui era l'ultimo era per tutto il mondo non solo per Palestina, Israele...Però noi vogliamo ugualmente bene a Gesù A.S

Anonimo ha detto...

i cristiani cristo qua e cristo la pero i musulmani amano tutti i profeti e l'ultimo mesaggero sulla terra e stato il profeta MUHAMED A.S solo un intelligente la capisce la fede musulmana.Io sono una musulmana sposata con un cristiano italiano e sai come mi risponde quando gli parlo per l'islam a me a scuola cosi mi hanno insegnato che Gesù cristo e figlio di DIO Grande ,io li dico che il SIGNORE non aveva bisogno di venire sulla terra perchè in questa terra siamo noi messi alla prova e per questo a sceso le sue parole con il SACRO CORANO tramite il PROFETTA MUHAMED A.S e si come lui era l'ultimo era per tutto il mondo non solo per Palestina, Israele...Però noi vogliamo ugualmente bene a Gesù A.S