lunedì 16 giugno 2008

LE DONNE MODIFICANO LE TATTICHE USATE NEGLI ATTENTATI SUICIDI IN IRAQ

Una ragazza che indossava una cintura esplosiva si e’ avvicinata a un capitano dell’esercito iracheno e si e’ fatta esplodere provocando la morte di entrambi. Una donna, che appariva come fosse incinta in modo da nascondere meglio la cintura esplosiva che avvolgeva il suo corpo, si e’ fatta esplodere mentre si trovava in un corteo nunziale. L’attentato suicida era parte di una azione coordinata con l’uso di armi automatiche subito dopo l’esplosione. Nell’attentato sono rimaste uccise 36 persone. Gli attentati del mese scorso sono stati quasi tutti portati da attentatrici suicide. Questo fatto ha evidenziato un mutamento delle tattiche che gli insorti hanno posto in essere per continuare a spargere il sangue e il terrore in Iraq. I dati forniti dalle forze armate americane mostrano che il numero degli attentati suicidi portati da donne è aumentato da otto nel 2007 ad almeno 16 nel primo semestre del 2008, non inserendo ancora un attentato suicida avvenuto vicino a Ramadi che la polizia irachena ritiene essere stato portato da una donna. Sempre secondo i dati disponibili, gli attentati suicidi effettuati da donne erano stati quattro sia nel 2005 e sia nel 2006. Molte delle attentatrici suicide sembra motivino la loro scelta come una vendetta, come è stato per la donna che ha ucciso 15 persone nella provincia di Diyala il 7 dicembre 2007. Era una ex appartenente al partito Baath di Saddam Hussein che aveva due figli che si erano arruolati nel gruppo terroristico di al-Qaeda e che erano stati uccisi dalle forze di sicurezza irachene. I comandanti statunitensi ritengono che al-Qaeda in Iraq stia cercando di incrementare l’impiego di donne come attentatrici suicide ricercandole tra quelle che sembra non si rassegnino al dolore provocato dalla perdita del marito, dei figli e altri parenti in conseguenza delle violenze terroristiche e delle azioni condotte dai governativi iracheni e dalle forze della coalizione. Il maggiore generale Mark Hertling ha dichiarato all’Associated Press durante una conferenza stampa avvenuta la settimana scorsa sulla situazione femminile in Iraq che “al-Qaeda sta cercando di convincere le donne che non hanno un lavoro, che non hanno una istruzione e che si sentono disperate ad accettare di diventare delle attentatrici suicide”.
L’impiego di donne come attentatrici suicide è un fenomeno relativamente recente in Iraq, anche se è stato utilizzato dai terroristi in altre parti del mondo, in particolare in Sri Lanka. Farhana Ali, una esperta di terrorismo presso il Rand Corp che ha studiato in modo approfondito l’argomento, ha dichiarato che gli sforzi di al-Qaeda per reclutare le donne spingono a ritenere che la rete terroristica in Iraq sia giunta alla disperazione dopo i recenti successi ottenuti nel campo contro-insurrezionale dalle forze della coalizione e dai governativi iracheni.
Ha proseguito dicendo: “Al-Qaeda e i gruppi degli insorti adesso sono disperati e vogliono a tutti i costi che la loro causa e le loro organizzazioni sopravvivano. Il coinvolgimento delle donne quali attrici delle violenze terroristiche contribuisce a mantenere viva la causa degli insorti per molte ragioni: anche le donne, come gli uomini, condividono situazioni di estrema sofferenza, specialmente le donne che hanno subito delle perdite tra i loro congiunti. Le donne controllano le loro famiglie e le loro comunità, e quando queste strutture sociali vengono distrutte, le donne diventano vulnerabili, deboli, facili prede per la propaganda dei terroristi”.
Faiza Sayyid Alwan, una componente sunnita del consiglio provinciale di Diyala che è sfuggita a tre tentativi di omicidio, ha dichiarato che le donne in condizioni di vulnerabilità hanno bisogno di poter disporre di maggiori alternative. Alla conferenza in Irbil, la maggiore delle città irachene della regione settentrionale della regione Kurda, ha precisato: “Noi dobbiamo intervenire, mentre il nemico sta cercando di convincere la povera donna descrivendole scenari e situazioni negative, noi dobbiamo cercare di batterlo sul tempo e di offrire una possibilità di salvezza alla donna offrendole delle soluzioni praticabili che le diano delle migliori opportunità”.
Secondo i dati forniti dalle autorità militari americane, l’incremento del numero di donne attentatrici suicide si sta verificando nel periodo in cui le violenze terroristiche hanno toccato il livello più basso di questi ultimi quattro anni. Le ragioni di questa situazione derivano dalle attività contro-insurrezionali condotte dalle forze della coalizione l’anno scorso, dalla rivolta delle tribù sunnite contro al-Qaeda e dal cessate-il-fuoco dichiarato dal leader clericale sciita Motqada al-Sadr. I comandanti americani dichiarano che al-Qaeda in Iraq vuole utilizzare le donne e i bambini per cercare di aggirare le misure di sicurezza adottate e superare i controlli ai posti di blocco. (Fonte: The Associated Press – Kim Gamel e ancora il blog "Liberali per Israele")
Alle donne irachene spesso viene permesso di attraversare i posti di controllo tenuti da guardie di sesso maschile senza essere perquisite e tradizionalmente indossano ampi vestiti e mantelli neri che facilitano la possibilità di occultare le cinture esplosive. Hertling, che comanda le forze americane nella parte settentrionale dell’Iraq, ha dichiarato che cinque dei sette attentati suicidi avvenuti nei trascorsi tre mesi nella provincia di Diyala sono stati effettuati da donne.
Questi includono un doppio attentato avvenuto il 17 maggio in cui una donna si è fatta esplodere fuori dalla sede di un gruppo sunnita alleato con gli americani e un altra donna, alla guida di un auto-bomba, ha attaccato una pattuglia della polizia irachena provocando la morte di un passante. Hertling ha proseguito dicendo: “I terroristi cercano le donne che abbiamo questi requisiti: analfabete, povere e sensibili alla manipolazione del loro fervore religioso. In molti casi, i reclutatori promettono alle donne che si occuperanno loro dei loro parenti e delle loro famiglie dopo la loro morte nell’attentato suicida, ma poi non mantengono le promesse”. L’ufficiale ha poi aggiunto che almeno due delle donne che si sono recentemente suicidate in un attentato erano le mogli di un leader di al-Qaeda in Iraq che era stato ucciso in una operazione condotta dalle forze statunitensi.
Omayah Naji Jubara, la responsabile dell’organizzazione delle donne irachene e arabe per la provincia di Salahuddin, ha dichiarato che le donne che vivono fuori delle città piu’ importanti dell’Iraq spesso si trovano di fronte alla realtà che “tutte le porte restano chiuse per loro”, in particolare sui temi del lavoro e della educazione scolastica. Jubara ha poi aggiunto: “Questi terroristi si recano dalla povere gente che ha fame ed è frustrata per la mancanza di un qualsiasi sostegno materiale da parte del governo iracheno”.
Allo stesso tempo, le autorità militari stanno cercando di incrementare il numero delle donne effettive alla polizia irachena. Hertling ha detto che 112 donne sono state arruolate in una unità addestrativa della polizia irachena nella difficile città settentrionale di Kirkuk e un analogo programma addestrativo lo si sta cercando di avviare anche nella zona di Diyala, a nord-est di Baghdad.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Si capisce che gli piace così tanto come la donna è trattata dall'islam, che vogliono andare di persona a ringraziare il loro dio.
Marino Rossi.

Anonimo ha detto...

Non è esattamente quello che emerge dall'articolo... . Piuttosto direi che queste donne sole, senza più i loro uomini, pensano di non avere più speranza di andare avanti, di non avere sufficienti alternative che morire. I terroristi che le reclutano fanno leva su questo e sul loro desiderio di vendetta contro coloro che hanno ucciso i loro PROTETTORI (e non lo dico in modo offensivo nei loro confronti, quanto verso gli stessi uomini che le "proteggevano", persuadendole magari che avessero bisogno della loro protezione!). Poi certo, c'è il lavaggio del cervello del jihad ecc. ecc. e, immagino, l'idea che la considerazione in cui è tenuta la donna nell'islam sia maggiore a quella dell'Occidente e forse dello stesso cristianesimo.

Anonimo ha detto...

Hanno già finito gli handicappati, i gay, i ragazzini deboli, ecc. ecc.?