Rifarsi una verginità ed essere pronte per un matrimonio islamico senza il rischio di vederselo annullato il giorno dopo la prima notte di nozze? Oggi bastano meno di tremila dollari, un’incisione semicircolare, una decina di punti di sutura riassorbibili e circa trenta minuti di tempo. Il New York Times racconta la storia di una giovane studentessa, francese di Montpellier ma di origine marocchina, che ha perduto la verginità a dieci anni a causa di un incidente mentre andava a cavallo e che nella cosiddetta imenoplastica ha trovato “la chiave per una nuova vita”. La ricostruzione chirurgica dell’imene, la membrana vaginale che di norma si rompe durante il primo rapporto sessuale, è una pratica alla quale - scrive il NYT – sembra fare ricorso un “numero sempre più alto di donne musulmane in Europa”. Con il crescere della popolazione islamica nel Vecchio continente, molte donne musulmane si sono trovate a vivere “tra le libertà che offre la società europea e le inamovibili tradizioni dei genitori e delle generazioni ancora precedenti”.
“Nella mia cultura – ha detto la studentessa marocchina al New York Times – non essere vergine è scandaloso”. Una donna islamica che cresce in una più aperta società europea – afferma Hicham Mouallem uno dei chirurghi che effettua l’imenoplastica – si espone al “rischio probabile” di avere rapporti sessuali prima del matrimonio e “se si ha intenzione di sposare un uomo di religione musulmana e non si vogliono problemi, è possibile cercare di ricostruirsi la verginità”. Scrive ancora il quotidiano statunitense: “Secondo i ginecologi, negli ultimi anni il numero delle donne di fede islamica che hanno richiesto certificati di verginità per mostrarli a qualcuno è cresciuto”. Un fenomeno che a sua volta ha aumentato la domanda per interventi di questo tipo che “se effettuati con cura” sono, secondo i chirurghi estetici, praticamente impossibili da scoprire. Inoltre il servizio – nota il NYT – è largamente pubblicizzato su internet, dove è addirittura possibile trovare ‘pacchetti di viaggio’ verso paesi come la Tunisia dove l’intervento è molto meno costoso”. Sull’argomento, secondo il quotidiano Usa, “non esistono statistiche attendibili perché la procedura è per lo più effettuata in cliniche private e nella maggior parte dei casi non gode della copertura di piani assicurativi finanziati dallo Stato”.
La riparazione dell’imene è un argomento di cui negli ultimi tempi si parla molto e al quale due registi italiani hanno di recente dedicato un film. Corazones de Mujer è il titolo. Dietro la macchina da presa ci sono Davide Sordella e Pablo Benedetti che – hanno spiegato – data la delicatezza dell’argomento hanno deciso di firmarsi con il nome collettivo di Kiff Kosoof (in arabo, “Eclisse”) “per quello che era successo a Theo Van Gogh, per proteggerci”. La pellicola, completamente autoprodotta, costata appena 50 mila euro e scelta dal Festival di Berlino per la sezione Panorama, narra la storia (vera) di un sarto travestito di origine marocchina e di una promessa sposa araba che vive a Torino e che insieme a lui si reca a Casablanca per sottoporsi all’operazione e recuperare la verginità perduta.
(Fonte: "Liberali per Israele")
L’argomento è particolarmente sentito anche in Francia dopo che, un paio di settimane fa, una sentenza pronunciata a Lille ha decretato l’annullamento del matrimonio di una coppia di musulmani francesi dopo che il marito ha scoperto che la sposa non era vergine come aveva dichiarato di essere. Come racconta il New York Times, l’uomo, un ingegnere di circa trent’anni, in seguito alla deludente scoperta “ha abbandonato il letto nuziale ed è andato ad annunciare agli ospiti ancora in festa che la sua sposa gli aveva mentito”. La bugiarda – aggiunge il NYT - “è stata riconsegnata sulla porta di casa dei genitori la notte stessa”. Il giorno seguente lui s’è rivolto a un avvocato e lei, pentita, “ha confessato e ha acconsentito all’annullamento”. La Corte che ha preso la decisione non ha menzionato questioni religiose parlando semplicemente di “rescissione di contratto”, in quanto l’anonimo ingegnere aveva preso la decisione di sposare la donna perché gli era stata presentata come “libera e illibata”.
Riferisce ancora il quotidiano statunitense che “secondo femministe, avvocati e medici, l’accettazione da parte di una Corte di un ruolo tanto centrale della verginità nel matrimonio finirà per incoraggiare sempre più donne, francesi ma di background culturale islamico, a sottoporsi alla ricostruzione chirurgica dell’imene”. “Chi sono io per giudicare?”, commenta Marc Abecassis, il chirurgo che ha effettuato l’imenoplastica alla studentessa di Montpellier. “Alcuni miei colleghi negli Stati Uniti hanno pazienti che si sottopongono all’intervento per fare un regalo di San Valentino al marito. Quel che faccio io non è per divertimento: le mie miei pazienti – conclude Abecassis – non hanno scelta se vogliono trovare la serenità. E un marito”.
sabato 14 giugno 2008
ISLAM E VERGINITA': LA CHIRURGIA "SOCCORRE" LE DONNE MUSULMANE
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
19 commenti:
Niente di nuovo sotto il sole.
Il sistema esiste da decenni.
Ricordo che una volta avevo dato un passaggio ad una giovane prostituta albanese che faceva l'autostop.
Gli ho indicato questa possibilità, suggerendo poi di fingersi emozionata ed un po' impaurita col marito la prima volta. Si è divertita un mondo...
Marino Rossi.
Stefano, io aggiungerei 5 anni ai tuoi :)
Le donne di Amman, mussulmane o cristiane spesso ricorrono a questa chirurgia. Ne conosco di tutte le religioni e non solo mussulmane, che prima di sposarsi hanno fatto un salto dal "sarto" per "l'abito da sposa". HEHE
Una volta ho detto ad una delle ragazze, se solo tutte le donne si facessere trovare così, gli uomini smetterebbero di avere questa pretesa.
Alice quando dici che se tutte le donne "Si facessero trovare così", gli uomini smetterebbero di avere questa pretesa, intendi non operate, vero?
Itendo dire senza nascondere eventuali esperienze...
Appunto.
Una mia amica una volta ha detto che bisognerebbe rimuovere chirurgicamente l'imene a tutte le bambine al momento della nascita. Basterebbe farlo per due generazioni e si perderebbe la nozione di "verginità" e gli uomini la smetterebbero di avere pretese assurde - come se l'integrità dell'imene fosse garanzia di castità e di fedeltà, poi!
Sì, qua le provocazioni e le teorie più o meno assurde, possono essere varie... .
Per una volta Barbara siamo d'accordo io e te :)
Invece una donna non dovrebbe "rimuovere" nessuna parte di sè per mostrarsi vergine e compiacere un uomo, se non per modo di dire. Altrimenti è come se si colpevolizzare LEI, se non è vergine al momento del matrimonio. Sono d'accordo con quello che hai detto prima tu, Alice, come ti ho già detto: tutte le donne dovrebbero evitare di nascondere di aver avuto certe esperienze. Però, anche così, quante donne dovrebbero essere uccise prima che gli uomini perdano certe fisse?... Già possono essere uccise per il semplice sospetto che non lo siano più (come Dalia de "L'amore ucciso" di Norma Khouri)!!!
Il fatto è che la pretesa della moglie vergine si basa (anche) sull'abitudine di avere a disposizione un segno concreto e tangibile. Togliendo questo segno si toglierebbe automaticamente la possibilità della verifica e quindi, di conseguenza, l'abitudine. E dunque, come generazioni di donne prima di noi hanno sacrificato il proprio tempo, la propria vita, rischiato e non di rado affrontato la galera e anche peggio per poter lasciare in eredità a noi tutta una serie di libertà che prima non c'erano, penso che potrebbe valere la pena di affrontare questo, la rimozione chirurgica dell'imene di tutte le figlie femmine subito dopo la nascita, per poter regalare a tutte le generazioni future la libertà da questo ridicolo condizionamento.
Ah, ecco... Credevo fossi ironica!
Il primo passo intanto è in atto, il lobo dell'orecchio intatto a tutte le bambine appena nate...
Io ci scherzo su, ma sinceramente ho sempre creduto che la maledizione di tutte le donne in tutto il mondo e tutte le epoche sia stato proprio l'immene.
Soprattutto per il fatto che non c'è contropartita dall'altra parte.
uffi... sai una cosa però Barbara, questo blog parla di come sono trattate male le donne arabe e bla bla bla, ma loro per sestesse, cosa fanno? Io sono l'unica Araba che commenta quì. Ogni volta che con le mie amiche di Amman parlavo di diritti e pretese la loro risposta era puntualmente:"Alice, quì siamo in Giordania non in Italia, le cose sono diverse." C'è la rassegnazione totale, e voglio rimanerci.
volevo scrivere : vogliono rimanerci.
Alice, ho fatto un po' di pubblicità al blog... e mi auguro che ci venga qualche ragazza araba più avanti e/o musulmana più avanti.
Probabilmente è una forma d difesa: convincendosi che è normale così, soffrono di meno. Penso che almeno all'inizio bisognerà dare una mano dal di fuori.
E' vero Alice molte donne sono rassegnate perchè se non accettano questa condizione rischiano molto grosso. Io sono marocchina e sto con un italiano, mia madre lo sa mentre mio padre mi ucciderebbe. Non ci sono molte possibilità per le donne musulmane
Io dico qst da donna indipendemente dalla religione ; dio ha preacritto in tutti i suoi libri di conservarsi, sia nella bibbia che nel corano che nella torah!! Ora io mi chiedo se chici ha creato vuole che siamo cosi! Chi siamo noi per dire no facciamo la rivoluzione??? È brutto dovere ricorrere a qst cose ai ma è anche ora che le donne mussulmane non si facciano piu prendere in giro da iomini che le usano con la promessa di sposarle poi le gettano!!! Cosi stanno i fatti indipendemente dalle nostre mentalitá
Posta un commento