"La Francia le ha consegnato titoli e premi. Affinché i discorsi non siano vuoti di senso, Taslima Nasreen ha chiesto ed ottenuto che gli atti siano messi in adeguatezza con le parole. Indirizziamo, le nostre congratulazioni al comune di Parigi che ha saputo fare,in questo caso,ben altro che parlare. Osserverete che con Taslima Nasreen (assieme a lei Rama Yade, francese di origine senegalese, di religione musulmana è Segretario agli Esteri della Rèpublique, ndr) l'espressione “arricchimento culturale„ trova per una volta realmente tutto il suo senso."
Costretta a girovagare da anni, si stabilirà nella capitale il 1° febbraio. Parigi infine metterà un termine agli spostamenti di Taslima Nasreen, questa scrittrice dal percorso segnato di onori che si trova oggi in strada. Sotto i colpi di numerose fatwa, questa femminista che si batte contro l'oppressione delle minoranze non islamiche nelle società islamiche come il Bangladesh, il suo paese d'origine, ha appena fatto appello al sindaco di Parigi per trovare un alloggio.
In una situazione precaria, senza redditi, Taslima Nasreen ha chiesto a Bertrand Delanoë di beneficiare della sua "protezione" a titolo "di cittadina ordinaria della città" che Taslima è recentemente diventata. "Parigi è la città che si occupa meglio degli artisti, degli autori e delle donne. La Francia è uno dei paesi dove mi sono sentita più sostenuta", ha dichiarato qualche tempo fa. Stoccolma, Berlino, New York, Kolkata… le posizioni di quest'ex medico a favore dell'emancipazione delle donne la costringono ancora oggi ad un lungo esilio, con minacce di morte. Perseguitata come "apostata" (eretica) da parte di un comitato di integristi nominato "Distruggete Taslima", la sua testa è anche stata messa a prezzo in India nel 2007 per 500.000 rupie, cioè circa 7.400 euro. "Scrivo. Mi batto per la condizione femminile, non contro il Corano", spiega ancora. In Francia, Taslima Nasreen ha sempre beneficiato del sostegno degli intellettuali mediatici, in particolare nel 1994, all'indomani della sua espulsione dal Bangladesh e del divieto del suo romanzo Lajja da parte del governo. Bernard-Henri Lévy era allora il più ardente dei suoi difensori. Un'amicizia che troverebbe oggi troppo discreta, per qualcuno che, all'epoca, "le avrebbe promesso il suo aiuto". (Fonte: "Scettico")
5 commenti:
Mi auguro per il 2009 non una ma Mille è più Taslima. Di donne coraggiose come lei c'è molto bisogno. Ciao e bacioni ^_^
Non posso che sottoscrivere. Buon anno anche a te!
È un peccato che dica “di non battersi contro il corano„, poiché le disgrazie delle donne e tutte le difficoltà della terra legate all'islam vengono da questo libro… La sua lotta, che approvo, ammiro e rispetto, non sarà completa finché non denuncerà gli orrori contenuti nel corano.
O forse é il corano che lei combatte,certo che lo sà,ha forse solo paura di dirlo pubblicamente.
Mi unisco anche io all' augurio che sull' esempio di questa donna, molte altre trovino il coraggio di lottare per i loro diritti.Grandmere
Vituccio, non ho mai letto nulla di Taslima Nasreen. Sì, può essere che abbia paura di dire pubblicamente che si batte contro il Corano, oppure davvero pensa che ci si possa battere per i diritti delle donne musulmane senza attaccare il Corano.
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