Il gruppo di difesa dei diritti umani International Christian Concern (ICC) con sede a Washington-Cd (http://www.persecution.org/suffering/index.php) ha appreso che in Pakistan, due giovani donne cristiane sono state finalmente aiutate dopo essere state rapite da due musulmani, stuprate varie volte, convertite di forza all'islam poi rivendute ad altri uomini come schiave sessuali.
Le due sorelle, Parvisha, 18 anni, e Sanam, 14 anni, avevano ricevuto una chiamata nel novembre scorso dal loro vicino, Mohammed Irfan, che proponeva loro un corso di formazione in cosmetica ed un'occupazione nel suo salone di bellezza. Parvisha la maggiore di una famiglia di sette bambini, ha convinto suo padre, il pastore Sharif Alam, ad autorizzarlo ad accettare questa proposta in modo da poter aiutare a provvedere alle necessità della famiglia. Irfan ha detto alle giovani donne che sarebbe venuto ad accompagnarle dato che non sapevano dove fosse il suo salone.
Il 12 novembre 2008, Irfan è andato a cercare le ragazze con un altro uomo, Muhammed Mehboob. Dopo 30 minuti di macchina si sono fermati per comprare da bere. Le bevande delle ragazze erano fortemente drogate e quando sono ritornate lucide, erano chiuse in una piccola camera d'hotel a Gujranwala, a 500 chilometri dalla loro casa. I due rapitori, con un'arma puntata sulle ragazze hanno minacciate che se avessero tentato la fuga o fatto rumore, sarebbero state uccise con tutta la loro famiglia. Durante la notte, le ragazze sono state stuprate dai due. Il giorno seguente, gli uomini hanno condotto le sorelle a Karachi e sono rimasti in casa del cognato di Mehboob. Là, hanno stuprato le due ragazze varie volte per molti giorni, poi le hanno portate in una scuola religiosa islamica dove sono state costrette a convertirsi all'islam. (Fonte: "Scettico")
A Parvisha e Sanam, sono stati dati nomi musulmani ed è stato detto loro che se avessero collaborato, sarebbero state liberate. Irfan e Mehboob hanno in seguito portato le sorelle in un ufficio d'avvocato locale. Hanno incontrato due avvocati, Nayer Zia-Ul-Din e Kokab Sahab-Ul-Din, ed hanno detto loro che le due ragazze avevano abbracciato l'islam e che desideravano restare in una casa governativa per le donne. Gli avvocati hanno chiesto alle ragazze di firmare un foglio bianco. Irfan ha detto alle ragazze che gli avvocati le avrebbero portate dinanzi al tribunale il giorno dopo e che sarebbero state in seguito liberate. Irfan e Mehboob sono poi partiti, lasciando le ragazze con i due avvocati. Questi ultimi hanno detto a Parvisha e Sanam che poiché non avevano un posto dove passare la notte, potevano andare con loro e restare con la loro famiglia. Hanno portato le ragazze al loro appartamento, ma non c'erano altri membri della famiglia presenti, e quando le ragazze hanno chiesto precisazioni, ha detto loro che erano tutti usciti e che la famiglia sarebbe stata di ritorno prima della mezzanotte. Hanno dato loro una camera per dormire. Gli avvocati hanno atteso che le due ragazze fossero addormentate ed hanno poi trascinato Parvisha in un'altra camera dove l' hanno violentata. Sanam si è svegliata dopo aver sentito qualcuno gridare aiuto e piangere. È uscita dalla camera correndo ed ha visto i due avvocati che inserivano materiale elettrico nelle parti genitali di Parvisha. Mentre cercava un'arma che avrebbe potuto utilizzare per difendere sua sorella, Sanam ha visto un telefono cellulare sulla tavola. Lo ha afferrato ed ha composto il numero di emergenza della polizia. Questa è arrivata in tempo ed ha fermato Kokab Sahab-Ul-Din. Un denuncia è stata registrata contro lui. Parvisha è stata immediatamente portata all'ospedale. Sanam ha chiamato suo padre dal posto di polizia, informandolo della situazione. Il pastore Sharif Alam si è precipitato a Karachi per riportare le figlie a casa. La folla musulmana difende i trasgressori ed attacca il padre delle ragazze Il pastore Alam ha allora contattato un gruppo legale cristiano chiamato CLAAS per ottenere aiuto. Il 31 dicembre, un gruppo di CLAAS ha fatto visita al pastore Alam ed alla sua famiglia per verificare ciò che era avvenuto. Mentre stavano ancora parlando alle vittime ed alla loro famiglia, una folla di circa 35 persone si è raccolta fuori di casa. Esigevano che il pastore dovesse affidare la guardia delle sue figlie recentemente "convertite" agli enti musulmani locali. La folla è rapidamente diventata ostile ed ha iniziato a gettare mattoni e pietre sulla casa del pastore Alam. Quando il pastore ed un rappresentante di CLAAS sono usciti per parlare alla folla, qualcuno ha sparato su di loro, colpendo uno del gruppo. Immediatamente, il pastore Alam ha chiamato la polizia locale. La folla aveva già afferrato Sheraz, il figlio del pastore, e lo aveva brutalmente picchiato. La polizia è arrivata nel momento in cui la folla rabbiosa tentava di entrare con la forza nella casa del pastore Alam. La polizia ha disperso la folla e arrestato tre persone responsabili dell'attacco. Dopo i fatti, il pastore Alam ha dichiarato che suo genero Stian Akram Khokhar era scomparso. Ritiene che Irfan e Mehboob siano i responsabili e che il rapimento sia a scopo intimidatorio perchè lui lasci perdere la questione.
Il 2 gennaio le ragazze hanno consegnato deposizioni ufficiali al magistrato. Hanno dichiarato che erano state rapite dalla loro casa, stuprate ed in seguito convertite di forza all'islam, che vogliono vivere e morire come cristiane e che non vogliono assolutamente lasciare la loro famiglia.
giovedì 15 gennaio 2009
PAKISTAN - DUE GIOVANI CRISTIANE RAPITE, DROGATE, STUPRATE, CONVERTITE DI FORZA ALL'ISLAM E POI VENDUTE COME SCHIAVE DEL SESSO
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10 commenti:
Religione di pace.
E soprattutto uomini di pace!
Spero che tutti quei farabutti possano essere condannati e marcire in carcere per molti, moltissimi anni e chiuderei anche un occhio se qualcuno li sottoponesse alle stesse torture che hanno inflitte alle ragazze tutti i giorni...Grandmere
Già Barbara,di pace...ma dimentichi d'amore e di tolleranza.
Niente di nuovo.Scioccato sì,sorpreso no. Lo sanno tutti, da quando l'islam è nato, che il profeta maometto era un pedofilo convinto. Lo sanno tutti che i musulmani devono seguire il suo esempio, ed in particolare la sua sessualità, o piuttosto le sue derive sessuali. Una sola cosa da fare; mettere a morte tutti i maomettani di questo genere.Basta, vedere rubare la dignità e la vita a queste ragazzine dai barbuti (o mutilate da una vecchia nascosta dietro un corano o un burka, e poi osare sostenere che i musulmani sono gente per bene!
Vituccio, prima dici di voler mettere a morte i "maomettanti di questo genere" (quindi non tutti) e poi dici che non bisogna "osare dire che i musulmani (cioè tutti) sono gente per bene"? Credo si possa denunciare e stigmatizzare certi comportamenti "in nome dell'islam" senza dare dei barbari a tutto un miliardo di musulmani, no? Non credo che per questo la condanna diminuisca di forza... .
galera?
perdita di tempo.
castrazione & accecamento.
barbaro e medioevale, quindi adatto ai personaggi.
Vabbé,avrei dovuto utilizzare anche per il secondo " questo genere".
Comunque alessandra lo sai che apprezzo il lavoro che fai sù questo blog,ma la tua posizione spesso é troppo tollerante,il tuo modo di pensare non porta lontano e soprattutto non risolve il problema.Sei la classica che dice: "a causa dei cattivi i gentili ne pagano le conseguenze."
Mentre io prenderei il problema nel senso contrario: "A causa dei gentili bobbiamo accettare pure i cattivi.
Allora che facciamo,ci teniamo la prima formula e chiudiamo i nostri blog tanto il lavoro che facciamo é fumo al vento o ci teniamo la seconda cioé (cacciare quasi tutti facendo una bella selezione al caso per caso)cosí chiudiamo i blog andando fieri di aver fatto un ottimo lavoro?
(;-
Neanch'io trovo che il tuo modo di trattare il problema del fanatismo islamico risolva la questione e non mi pare di essere "troppo" tollerante. Denuncio il fatto, denuncio le barbarie che i fanatici islamici compiono contro donne e bambine, ma se hai visto, quando è possibile posto fatti che dimostrano che "non sono tutti così" e persino che le donne arabe e musulmane non sono tutte oppresse e sottomesse: non per altro l'ho intitolato "Mille e una donna". Non credo che denunciare la realtà dei fatti e non nascondersi dietro un dito, consenta di generalizzare e voglio che il mio blog sia il più possibile equilibrato. Il che non svilisce affatto il mio blog (e significa che dobbiamo chiudere)... ma anzi lo complica!!!
E quale sarebbe il mio modo di trattare il problema,troppo intollerante con gli intolleranti forse?
I limiti del tuo blog Alessà,sono,che vuoi attaccarti ad un problema senza attaccare quel libro che é il corano da cui proviene la fonte di "tutti" i problemi del mondo musulmano.Tutti sanno che c'é anche gente per bene,ma se non si denuncia fermamente e senza bla bla(come lo faccio io e mia sorella) non sí va da nessuna parte.
Certo poi ognuno fà come gli pare.
Chiuso il discorso.
Esatto, ciascuno fa come gli pare e quindi dà al proprio blog il taglio che gli pare.
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