Appello su internet del regista curdo iraniano Bahman Ghobadi per la giornalistacondannata a Teheran per spionaggio: "Piange tutto il tempo e rifiuta il cibo".
E poi sul tema del velo: link.
link, link e link. Infine tema del velo e non solo:link .
E dopo essere balzata alle ribalta delle cronache internazionali, irrompe sulla scena anche la dimensione privata della Saberi. Ghobadi chiede di poter testimoniare durante il processo d'appello e chiarisce che Roxana tempo prima avrebbe voluto lasciare il Paese mediorientale, in cui risiede da sei anni, ma non lo ha fatto per stargli accanto. "Lei mi ha aiutato a superare i momenti difficili, ho sofferto di depressione. Perché? Perché le autorità hanno vietato un mio film e non mi hanno dato l'autorizzazione a girarne un altro", spiega. "Ora sono devastato, è colpa mia se lei è vittima di questi eventi", si sfoga. La giornalista stava lavorando a un libro quando l'hanno arrestata. "L%u2019ho convinta a rimanere qui, volevo che sviluppasse l%u2019idea che aveva in mente", continua il regista. Un libro che l%u2019ha portata a intervistare artisti, sociologi, politici e che, chiarisce Ghobadi, "è un elogio dell'Iran", lo possono testimoniare "tutti quelli che hanno lavorato e parlato con lei". "Come possono accusare di spionaggio una persona che passava i giorni chiusa nel mio appartamento e vedeva solo me %u2013 si chiede %u2013 una persona che stava cercando qualcuno che le finanziasse la pubblicazione del libro qui, in Iran?".La maggiore preoccupazione dell%u2019uomo ora è la salute di Roxana: "Sono venuto a sapere che è depressa, piange tutto il tempo. È una persona molto sensibile, rifiuta di toccare cibo". Mentre la diplomazia si muove tra Washington e Teheran, in rete hanno aperto un sito che chiede per Roxana Saberi la liberazione e un processo d'appello "giusto". "Fate sapere che siete preoccupati per la sua sorte, scrivete all'ambasciatore iraniano negli Usa Mohammad Khazaee", è l%u2019appello. La Bbc racconta che a Fargo, in Nord Dakota, cominciano a spuntare nastri gialli sugli alberi in segno di solidarietà. Lì vivono i genitori della giornalista, figlia di padre iraniano e di madre giapponese. Come ricorda Ghobadi: "La mia ragazza iraniana con gli occhi giapponesi e il passaporto americano".
5 commenti:
Femministe, belle addormentate nel bosco:
DOVE SIETE??????????
Stefano.
Una è qua che scrive. :-)
Anche io, (Se mi è consentito affermarlo essendo maschio) sono "femminista" nel senso che sono favorevolissimo ai diritti alle donne.
Ma non è questione di singoli.
Qui c'è lo scandalo di una dirigenza femminista che ha portato in piazza decine di migliaia di donne per una multa a due lesbiche che si baciavano Ma che non porta in piazza nessuno per la vita di Delara, che non porta in piazza nessuno per protestare contro il tallone integralista che opprime mezzo miliardo di donne.
Perché questo scandalo?
Perché questa vergogna? Forse che le femministe obbediscano ai loro maschietti che sono simpatizzanti dell'estremismo islamico?
Stefano.
Certo, se le critiche alle femministe ci sono perchè sono DAVVERO femministe, benvengano. Dietro a quest'etichetta, dovrebbe esserci la sostanza!!!
leggere l'intero blog, pretty good
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