venerdì 24 aprile 2009

GRAN BRETAGNA, SCHIAVE DELLA LORO SUOCERA


Una donna, che ha sequestrato le sue tre nuore, trattandole come schiave per oltre 10 anni, è stata ascoltata ieri al tribunale. Naseebah Bibi 62 anni, avrebbe dominato le 3 donne con la paura - picchiandole e prendendole a schiaffi se queste non avessero obbedito. Minacciava di rompere loro le gambe e le privava del mangiare. Il loro calvario è stato scoperto quando una delle tre donne è riuscita a liberarsi ed é corsa in strada per dare l'allarme ad un vicino.
Il tribunale ha appreso che Tazeem Akhtar, Nagina Akhtar e Nisbah Akhtar erano arrivate in Gran Bretagna da molti anni grazie a matrimoni combinati in Pakistan per i suoi figli Nahim, Fahim e Nadeem. Anziché vivere con il loro marito ed educare i loro figli, le donne sono state messe al lavoro dalla loro suocera, cucinare, pulire e lavorare come sarte con una macchina da cucire industriale. Naseebah Bibi nega le accuse portate contro di lei. Philip Boyd, il procuratore, ha dichiarato: "La signora Bibi ha chiaramente sfruttato ciascuna di queste donne. Sono state trattate come bambine, o piuttosto come schiave o cani, costrette ad obbedire sotto minaccia e sotto l'impiego della forza". "Queste giovani donne sono state ripudiate dai loro mariti, poco dopo il loro matrimonio combinato, esse non parlano l'inglese, e poiché non avevano i mezzi per tornare in Pakistan, l'accusata le ha sfruttato per il suo impiego". (Fonte: Daily Mail, da Scettico, 21/4)

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La seconda donna Tazeem Akhtar, che ha sposato Nahim in Pakistan è venuta in Gran Bretagna appena ha ottenuto il suo visto nel 2001. Il Sig. Boyd dice: "È venuta, aspettandosi di vivere il suo sogno di avere bambini con suo marito, ma il suo sogno era destinato al fallimento. Ignorava che Nahim era già sposato con una donna bianca, con la quale ha due bambini. Non aveva effettivamente l'intenzione di vivere come marito e moglie con lei. Aveva già una sua vita e ha scoperto questo fin dal primo giorno del suo arrivo".
È stata anche messa al lavoro da sua suocera ad un ritmo estenuante, dall'alba a mezzanotte". … aggiunge: "Era trattata come una schiava,… autorizzata a mangiare solo con un permesso…" . Il suo calvario si è concluso dopo 18 mesi, nel 2003, quando Bibi l' ha riportata al Pakistan e l' ha abbandonata laggiù. La terza donna, Nisbah - che è la sorella di Tazeem - si era sposata con Nadeem in Pakistan ed è arrivata in Inghilterra nel dicembre 2005. Ma al suo arrivo, è stata ripudiata dal marito e lo stesso schema di sfruttamento è cominciato. Il 28 ottobre 2007, una discussione é scoppiata tra Nisbah e la suocera, e suo marito l' ha colpita con pugni al viso, quindi è stata chiusa a chiave in camera da letto. Poi dicendo di aveve bisogno di andare alle toilette, è riuscita a fuggire in strada. Un vicino ha dato l'allarme alla polizia, e la signora Bibi e Nadeem sono stati interrogati. Il processo continua... .

10 commenti:

Stefano. ha detto...

Civiltà islamica...

Alessandra ha detto...

Mi spiazza sempre quando ci sono donne, donne musulmane che compiono violenze su altre donne, magari solo perchè hanno "fatto il loro dovere" e partorito un figlio maschio. Una signora con cui ero in contatto anni fa mi diceva che la sua suocera e le sue ex cognate non si comportavano certo bene con lei. Inoltre ne facevano subire di ogni alla cognata più "debole" e buona (sorella dell'ex marito).
Penso anche al ruolo delle nonne paterne quando i figli vengono sottratti alle madri. Certe donne sono così abituate alla sottomissione da applicarla alle altre donne della famiglia, come se non volessero più essere da meno degli uomini!

Annamaria ha detto...

Concordo in pieno con te Alessandra. E c'è un altro aspetto femminile che sempre mi lascia esterefatta, anche se nulla ha a che vedere con il mondo musulmano.
Parlo delle donne di mafia...è un qualcosa che mi rattrista e scoraggia.Penso sempre cheogni donna è potenzialmente una madre ed una madre dovrebbe rinnegare certi sentimenti, sempre e comunque.
Bah...

Alessandra ha detto...

Non so se sia un paragone appLe donne di mafia mi ricordano le mogli degli jihadisti, sotto un certo aspetto: alcune assumono in pratica lo stesso ruolo o un ruolo analogo "per delega", quando il marito finisce in galera. O semplicemente il modo in cui li affiancano... . Però non si tratta certo di donne "emancipate".
Al di là del fatto che una donna sia "potenzialmente madre", in quanto tali trovo innaturale che ci siano donne non solidali con le altre, neppure in certi casi: può essere che ne abbiano subite talmente tante o ne abbiano viste subire, che per non "soccombere" si comportino in un certo modo. Ricordo una frase della Premio Nobel per la Pace Shirin Ebadi (l'avevo già citata sul blog in altre occasioni): "il maschilismo è come l'emofilia, perchè attacca i maschi, ma viene trasmesso dalle madri". Ora, di solito tendo a vedere le donne come "vittime del maschio", ma è evidente che in certi casi il maschilismo venga trasmesso anche dalle madri.
Ne "La terrazza proibita", la scrittrice e sociologa Fatima Mernissi diceva che certe donne sono peggio degli uomini "perchè sembrano come noi, ma sono lupi travestiti da agnelli"... . Purtroppo devo darle ragione. Poi, questi stessi lupi, ci scommetto, si trasformano in agnellini con i mariti e i maschi della famiglia!

Annamaria ha detto...

...e in aguzzino delle donne...vedo che ci capiamo ;-)
Conosco bene quest'affermazione della Mernissi ed è una donna che ammiro ed una sociologa che leggo sempre con amore.
Ad ottobre dovrò curare un incontro sulla letteratura femminile maghrebina in lingua francese e, dopo varie riflessioni, ho scelto lei...

Alessandra ha detto...

Ah, che bello! Di Fatima Mernissi ho letto solo "La terrazza proibita", ma mi ricordo che mi era piaciuto. Però non condivido del tutto l'associazione che ha fatto in un articolo sul "Corriere", qualche anno fa, tra velo per le musulmane e la taglia 42 per le occidentali: (non so se hai presente): è sempre una schiavitù, certo, se le donne occidentali sono ossessionate dalla taglia 42, ma vuoi mettere com'è più spesso pericolosa l'imposizione del velo?!

Annamaria ha detto...

Quella era chiaramente una provocazione, lanciata per un chiaro e preciso scopo. A primo acchitto nemmeno io gradii molto la cosa e, sinceramente, non vedevo analogia tra le due cose.
Cmq è davvero un'ottima lettura, sempre ed una che, ultimamente, mi piace tanto e mi appassiona è Ghita El Khayat, tunisina. Consiglio a tutti una lettura di qualche suo testo.
Che bello leggere, crescere...

Alessandra ha detto...

Non ho gradito molto, comunque, visto il suo ruolo di studiosa. Ha aggiunto che anche le nostre nonne, in Occidente, portavano il velo: altro paragone che non trovo molto azzeccato... .
Solo una piccola precisazione: Ghita El-Khayat, di cui ho parlato anch'io, è marocchina. :-) Sono stata recentemente alla presentazione del suo ultimo libro sul colonialismo.

Annamaria ha detto...

Cavolo che lapsus!!Pardon...
Ho creato una crisi di identità: parlavo della El Khayat e pensavo alla Zaouali!!

Alessandra ha detto...

Ah, ecco, niente di grave. Ma è Zouali o Zouari?