domenica 2 novembre 2008

UN' UNIVERSITA' PER SOLE DONNE NEL DESERTO


Riad. Posti per 40 mila e docenti femmine. Ma è la conferma della separazione.

L’Università Nourah Bint Abdulrahman, dal nome della zia dell’attuale sovrano saudita, sorgerà nel deserto a est dell’immensa capitale Riad: sarà la più grande università della Terra per sole donne. La buona notizia: 40 mila ragazze potranno studiare. La cattiva: l’ateneo sarà l’ennesima conferma della segregazione tra i due sessi.
Terra di primati, l' Arabia Saudita. I più grandi giacimenti di greggio del mondo; le più sante moschee dell' islam; il più alto grattacielo (per ora in progetto) del pianeta. Ma anche, tuttora, il Paese più arretrato (almeno sulla carta) per i diritti delle donne. L' unico dove guidare è loro proibito. Uno dei pochi dove per viaggiare, lavorare, comprare una casa, sposarsi e persino andare in ospedale è necessario il permesso del tutore, maschio naturalmente. E adesso, in un mix tutto saudita di buona e cattiva notizia, un nuovo record: la più grande università della Terra per sole donne, la prima costruita dal governo unicamente per ragazze. La buona notizia: altre 40 mila studentesse potranno accedere all' insegnamento superiore, di qualità (è la promessa) e gratuito. La cattiva: l' ateneo sarà l'ennesima conferma della segregazione tra i due sessi.
L'Università Principessa Nourah Bint Abdulrahman, dal nome della sorella del fondatore del Regno e zia dell' attuale sovrano, sorgerà nel deserto a est dell' immensa capitale Riad. Due anni di lavoro, 4 miliardi di euro di investimenti, 8 milioni di metri quadrati. Avrà 15 facoltà, biblioteche, moschee, una scuola e un asilo nido, un ospedale da 700 letti. Sarà eco-sostenibile e non è chiaro se avrà dormitori (le ragazze sarebbero lontano dalle famiglie). Punterà molto sulle scienze - dalle nanotecnologie all' informatica - con laboratori di alto livello finora riservati agli atenei maschili. (Che sono, anche questi, solo e unicamente mono-sesso: dai ragazzi vestiti nell' identico thob bianco fino ai piedi, copricapo bianco e rosso, a professori e bidelli). "La nuova università è la prova vivente dello sforzo della nostra leadership per rafforzare il ruolo delle donne in accordo con i nostri valori islamici", ha dichiarato durante la cerimonia di fondazione il ministro delle Finanze Ibrahim Al Assaf. La "nostra leadership", ovvero Re Abdullah, ha posato la prima pietra circondato da altri ministri del Regno, tutti convinti che il progetto "sarà una pietra miliare per l' Arabia Saudita". (Fonte: "Corsera")
L' Arabia Saudita è oggi uno dei Paesi più alfabetizzati della regione (84,7% uomini, 77,8% donne), grazie agli enormi proventi petroliferi che consentono allo Stato di offrire a tutti l' istruzione gratuita (che però non è obbligatoria). L' istruzione femminile è iniziata solo negli Anni 60 ma oggi le ragazze sono più numerose dei ragazzi a ogni livello tranne nei settori che sono ancora loro preclusi (come ad esempio la giurisprudenza).
Dove un college universitario per sole donne è già aperto dal 1998 a Jeddah (ma privato e a pagamento) e facoltà femminili esistono in alcune grandi università. Tutte con insegnanti donne, naturalmente (o in caso si debba ricorrere a un professore, via tv a circuito chiuso: le ragazze lo vedono, lui parla a una telecamera). Tutte di livello discutibile (anche per l' incombente presenza degli insegnamenti religiosi wahabiti, com'è per tutto il sistema del Regno). Molte ragazze (e ancor più ragazzi) se hanno soldi e genitori "moderni" vanno a studiare all' estero. "Discriminazione o meno, più donne arrivano a un' istruzione superiore e meglio è", dice Khaled Maeena, direttore di Arab News, convinto inoltre che la presa dei religiosi sul sistema scolastico si stia allentando. "Diamo atto al governo saudita dello sforzo che sta facendo per l' istruzione femminile, a tutti i livelli", dice Farida Deif, di Human Rights Watch. Ma proprio la sua organizzazione quest' anno ha accusato Riad di continuare a discriminare le donne ("eterne minorenni"). Soprattutto nel mondo del lavoro. Se infatti esiste nel Regno un' imprenditrice come Lubna Olayan, a capo di una galassia di società con migliaia di dipendenti e interessi dagli Usa all' Europa, la norma per le saudite è sì studiare, ma poi restare a casa a far figli. L' Unesco rivela che il 58% degli studenti in Arabia sono femmine, ma che sul totale della forza lavoro la loro percentuale scende al 16%", la più bassa del mondo. Ben venga l' Università della Principessa Nourah. Ma poi?

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Già: chissà come mai non le ammettono proprio a giurisprudenza ... A me comunque la notizia sembra molto più cattiva che buona.

Anonimo ha detto...

Non ce n'è bisogno, ma ti dico io perchè non le ammettono: perchè, come succede in Iran dopo la presa del potere da parte di Khomeini e l'avvento della Rivoluzione islamica, 'sti fulminati hanno ritenuto che le donne non fossero in grado magari di "giudicare" qualcuno, magari uomo. Come è successo a Shirin Ebadi, l' ayatollessa, secondo molti dissidenti iraniani, che era giudice sotto lo Scià e ora "solo" avvocatessa.

Anonimo ha detto...

La possibilità di studiare per 40.000 donne è per me una bellissima notizia anche se riservata alle sole donne; se poi non le ammettono a giurisprudenza, per me certe cose si imparano anche in altre materie, tipo la storia o la letteratura e se molte donne eleveranno il loro livello culturale, anche i loro figli e nipoti ne avranno enorme giovamento.Grandmere

Anonimo ha detto...

Ma non offrono una preparazione specifica... .

Anonimo ha detto...

E a te sembra casuale che le abbiano sbattute in mezzo al deserto? No, guarda, io timeo danaos et dona ferentes.

Anonimo ha detto...

Ovviamente NON E' un caso! Tranquilla, c'ero arrivata, anche se non ho fatto miei commenti.
Nell' articolo si dice che la nota positiva è che altre 40.000 donne potranno studiare, la negativa che è la conferma della segregazione dei sessi. Più segregazione di così! Un' Università nel deserto e per sole donne!

Anonimo ha detto...

Ma ci saranno professoresse sufficienti per insegnare a 40mila ragazze? Non sarà un po' una presa in giro, il solito specchietto delle allodole per farsi belli davanti agli "occidentali" e alle organizzazioni umanitarie e di diritti?

Anonimo ha detto...

Sì, certo, c'è anche questo risvolto che lascia dubbi sulla bontà dell'iniziativa e comunque, direi che si fanno già di per sè "belli davanti agli occidentali" fino a un certo punto:

- Università solo per donne

- NEL DESERTO

- le donne sono escluse da alcune facoltà... .

Anonimo ha detto...

Mah, al di la della segregazione incontestabile, sono pure piuttosto scettico su "cosa" effettivamente studino. Perchè i contenuti della pubblicistica scolastica saudita sono da accapponamento epidermico.....
Un salutone
Kritikon

Anonimo ha detto...

Ma quello indipendentemente dalla nuova Università.
Ricambio il salutone! :)

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie