domenica 9 novembre 2008

SVEZIA - HALAL TV, UN PROGRAMMA CONDOTTO DA UNA MUSULMANA CHE CREDE CHE GLI ADULTERI MERITINO DI ESSERE LAPIDATI


Un nuovo programma lanciato lunedì da Sveriges Television (SVT) che ha come protagoniste tre giovani musulmane della Svezia ha suscitato un vivo dibattito sulle norme culturali e l'integrazione. Halal TV ha sollevato la polemica stessa prima del primo episodio diffuso lunedì, quando l'autore e commentatore Dilsa Demirbag-Sten, un immigrante kurdo della Turchia che é arrivato in Svezia all'età di sei anni, ha fatto osservare che una delle ospiti dell'emissione aveva precedentemente dichiarato che pensava che la lapidazione fosse una sanzione adeguata per l'adultera. Benché Cherin Awad, ora di 23 anni, da allora abbia preso le distanze da queste opinioni espresse cinque anni fa, ciò non ha impedito a Demirbag Sten di chiedere precisazioni sulla decisione di SVT di scegliere Awad per animare un'emissione sulle donne musulmane in Svezia. Il trio ha suscitato discussioni fin dal primo episodio dell'emissione Halal TV, che ha analizzato le differenze di classi tramite segmenti filmati in due sobborghi di Stoccolma, Danderyd, uno dei più ricchi di Svezia, e Botkyra, uno dei più poveri. In uno dei segmenti, Awad ed El Khabiry (un'altra ragazza, ndr) rifiutano di stringere la mano di Carl Hamilton, cronista allo Aftonbladet, che sceglie piuttosto di salutare il loro ospite mettendo le mani sul petto, che lascia la mano tesa di Hamilton sospesa in aria e suscita un dialogo tagliente. "Sono spiacente, ma dovreste stringermi la mano", ha dichiarato Hamilton, secondo una trascrizione pubblicata nel giornale Expressen. "La decisione spetta a me", risponde El Khabiry. (Fonte: "Scettico", da "The Local")
"No, non credo!" ha replicato Hamilton. C'é stato un batti becco quando Azzam Kassem (la terza ragazza, ndr) ha chiesto a Hamilton ciò che dovrebbe fare un svedese convertito all'islam .
"Dovrebbe stringere la mano quando è in Svezia. Se non può sopportare questo, può andare a vivere in una grotta come un eremita", ha detto Hamilton. "Quello riguarda il modo di vivere degli Svedesi. È il modo in cui socializziamo: stringiamo la mano. Non è poi un grosso problema. Il problema é che se venite qui e non volete stringere la mano, allora siete voi il problema".
"Non siamo venute qui. Sono nata qui", ha ricordato El Khabiry a Hamilton.
Scrivendo sull'incidente in una cronaca di Aftonbladet, Hamilton ha chiesto una domanda: "È razzista volere stringere la mano di una musulmana?"

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi pare che il ragionamento della musulmana non faccia una grinza. Cosa mai si aspettava mister Hamilton? Che le tre baciate da Allah se la facessero sotto dinanzi alla strabiliante superiorità culturale svedese? La Svezia ha perso la sua scommessa. Puntando tutto sulla capacità persuasiva della propria civiltà. Errore di superbia. Bisanzio era di molto superiore ai musulmani che la espugnarono sia per storia che per cultura. Ma oggi si chiama Istanbul e non c'è un cristiano manco a pagarlo a peso d'oro. Si accettano scommesse su quando i nativi islamici svedesi chiederanno di cambiare la bandiera crociata giallo-blu con una meno offensiva. Facciamo dieci anni?

Anonimo ha detto...

Detto così sembra che nessuna musulmana stringa la mano a un uomo... . Sono d'accordo comunque sulla domanda: cosa mai si aspettava Mr. Hamilton?
In realtà, essendo in Svezia, è normale che abbia chiesto che gli venisse stretta la mano, ma visto che la tipa gli aveva detto di no, non so quanto sia stato intelligente insistere. E'stata sicuramente più grave la giustificazione della lapidazione che aveva dato 5 anni fa una delle ragazze, piuttosto che una stretta di mano negata (per quanto sia disgustosamente offensivo e anche quello indice di fanatismo!).

Anonimo ha detto...

Per me il problema é alla base. Non ci sarà mai integrazione finché sarà permesso ai musulmani di mantenere usi e costumi contrari alle nostre leggi e che li isolano dal resto della società in cui vivono.
Noi ci ostiniamo a pensare che il velo, per fare un esempio, sia solo una questione culturale, non é così nella quasi totalità dei casi.
Il velo é il simbolo materiale della sottomissione della donna al credo islamista che considera la donna inferiore. Punto.
E sono veramente rarissimi i casi di donne musulmane che lo indossano pur essendo emancipate. Se lo fanno in genere sono donne pubbliche, che dovendo muoversi in certe società retrograde, lo mettono per evitare di esasperare con l'aspetto i credenti, oltre che per le battaglie che portano avanti.
In Svezia (o cmq in un paese occidentale) indossare il velo, non avrebbe nessuna ragione, tranne il fatto, che si é sottomesse all'Islam più estremista.
C'é chi fa il paragone con il velo monacale, ma è un paragone senza senso, perchè le monache vivono al di fuori degli schemi della società, quindi non sono integrate. Non si sposano, non fanno figli, dicono di essere mogli di Cristo.
E la loro è una LIBERA scelta.
Insomma una posizione totalmente diversa dalle donne musulmane, che non produce effetti sulle donne laiche.
Mentre invece se una musulmana vuole vestirsi all'occidentale, rischia grosso, molto frequentemente, anche da noi.

Quindi se come credo dalle conclusioni di Hamilton, il programma voleva dimostrare che non c'è integrazione, ha colpito nel segno.
D'altronde dall'aspetto delle donne, ma soprattutto dalle dichiarazioni sulla lapidazione era facilmente presumibile la loro posizione.
C'è infine da domandarsi dove porterà tutto questo...e a ciò a risposto Sarc.
Ciao mary

Anonimo ha detto...

Daccordissimo con ORPHEUS.

Una cosa é certa,il velo è uno strumento di controllo ideologico per gli islamisti,é uno dei primi mezzi che utilizzano per estendere la loro influenza.É anche un modo di dire, ecco “una buona musulmana„ velata, vietata agli infedeli occidentali e riservata soltanto ai musulmani. Invece le vostre mogli sono la carne fresca non - coperta (é quello che predicano i loro imam) di cui l `uomo musulmano potrà utilizzare se lo vuole (nella sua religione ne ha tutti i diritti). Il velo serve anche a sapere chi sostegna l `islam conservatore e radicale,un pó come la fascia che i nazisti mettevano sul loro braccio. Quando si pensa che solo 20 anni fà tutte queste donne vivevano da noi come tutte le altre e che erano comunque musulmane.É chiaro che si tratta di un movimento di controllo ideologico. Ciò che preoccupa è il poco discernimento di quelle che lo portano, o sono militanti dell'islam radicale o delle inconscienti.

Anonimo ha detto...

Ha colpito nel segno di sicuro!
Riguardo al velo, sono senz'altro d'accordo con te, incluso il paragone tra le donne musulmane e le suore. L'unico accettabile è forse quello con la Monaca di Monza e con le donne che nei secoli passati venivano costrette a farsi suore, magari perchè secondogenite in una famiglia aristocratica!!! Ma anche lì le suore avevano fatto voto di castità, mentre le donne musulmane sono donne "normalissime", che hanno una vita sessuale, una famiglia dei figli... . Inoltre nell'islam non c'è un vero e proprio clero a differenza del cristianesimo... .

Anonimo ha detto...

Infatti, Vituccio e come ho avuto occasione di dire, avevo letto un'intervista a Souad Sbai in cui diceva che quando le immigrate marocchine tornano in Marocco per le vacanze, quelle che vivono in Marocco dicono che "arrivano le velate"!

Anonimo ha detto...

Materia molto complessa. Grazie al blog mi confronto continuamente sui temi dell'integrazione, ma ho capito che non c'è una linea comune, in Italia e nel mondo che spieghi chiaramente cosa significa "integrazione".
Leggevo ad esempio che ad Oxford hanno abolito la festa del Natale, o meglio il nome Natale, chiamandola festa dell'inverno, mi sembra di ricordare. Ciò in nome della laicità.
Le prime proteste sono arrivate proprio da confessionisti non cattolici.
So per certo che questa NON è INTEGRAZIONE...

Per quanto riguarda questo caso, son daccordo con voi: cosa si aspettava il mister?

Anonimo ha detto...

Tra l'altro la stretta di mano dovrebbe essere un gesto di cortesia: se la cortesia non c'è, che senso ha? Comunque, come ha detto Orpheus, è stato un modo di dimostrare che l'integrazione, almeno nel caso delle tre ragazze, non c'è.
Non solo si sono lamentati "non cattolici" per l'inziativa di Oxford, ma anche proprio dei non cristiani e più precisamente alcuni tra gli stessi musulmani!

Anonimo ha detto...

il programma si può vedere, naturalmente in lingua svedese:

http://svtplay.se/v/1394406/halal-tv/halal-tv_-_081208?sb,k103493,1,f,103493

nonostante abbia offerto spesso motivo di discussione e litigi perché le tre donne sono particolarmente “integraliste”, si evince che nonostante le loro idee un po’ particolari, in realtà siano completamente integrate nella società, lavoro,casa etc...

Questo fa capire come in una società civile, puoi mantenere le tue idee, anche se poco condivise, e integrarti comunque senza problemi.

Anonimo ha detto...

Mah... Non le conosco, ma non so quanto siano integrate e da che punto di vista... . Tu ti chiami?

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny