IN PRIMA LINEA. Nawal El Saadawi, intellettuale egiziana, e il suo libro sui diritti umani: "Si conquistano con la lotta".
Il suo nome in Europa può non suonare familiare come quello di tante donne che, oggi, si battono nei diritti nel mondo arabo. Eppure, se personaggio come Rania di Giordania, Suzanne Mubarak, la sceicca Mozah del Qatar o la principessa marocchina Lalla Salma (moglie del re, ma siccome "nell'islam non ci sono regine" o almeno non in Marocco...!) possono parlare, è anche grazie alle battaglie che Nawal El Saadawi conduce da cinquant'anni. Egiziana, 77 anni, medico quando poche donne nel suo Paese riuscivano ad accedere a questa professione, attivista dei diritti umani, dissidente, professoressa negli Stati Uniti, autrice di decine di libri tradotti in tutto il mondo, questa piccola signora dai capelli bianchi ha presentato in Italia il suo ultimo libro Dissidenza e scrittura. Conversazione sul mio itinerario intellettuale (Spirali, pp. 141, euro 20).
Signora Saadawi, lei ha parlato di mutilazioni genitali femminili, violenza sulle donne e matrimoni forzati quando erano un tabù. Perciò è stata incarcerata,condannata con una fatwa e costretta a lasciare il proprio Paese. Ora tante donne hanno sposato le sue battaglie...
"Qualcosa è cambiato, ma non molto. Le donne in Egitto continuano a non avere diritti al di fuori del matrimonio. Molte cose sono immutate e difficili da cambiare: ma io ho fiducia. Uomini e donne in Medio Oriente stanno resistendo a regimi violenti e corrotti. E la loro resistenza è la mia speranza".
Il fatto che donne famose si battano su temi dei quali lei ha parlato, solitaria, per anni, la fa sperare?
"No, questo no. Quella a cui fa riferimento lei è una deformazione occidentale. Voi pensate che Suzanne Mubarak, Mozah del Qatar, Rania di Giordania e altre donne come loro siano agenti del cambiamento. Da egiziana che conosce il proprio Paese, posso assicurare che non lo sono. Sono agenti dei mariti, figure cosmetiche messe lì per accontentare l'Occidente. E continuare a parlare di loro, e con loro, non vi aiuterà a capire il mondo arabo. E' ai dissidenti veri che dovreste parlare per capire cosa vuole la gente, quali sono i problemi reali: chi viene imprigionato o esiliato dai mariti di queste signore per aver osato criticarli".
Parla per esperienza personale...
"Certo. Sono stata in carcere, mio marito anche. Sono andata in America, ho scritto decine di libri su mondo arabo e temi scottanti. Eppure, soprattutto per i media americani, resto un personaggio scomodo: perchè non appoggio quelli che chiamano alleati. O democrazie. Questo libro ha un messaggio: cercate davvero chi vuole cambiare. Altrimenti non riuscirete a capire il mondo arabo. E a costruire con esso un rapporto che vada al di là delle facciate".
Grazie a Luca!
lunedì 17 novembre 2008
RANIA DI GIORDANIA E' SOLO UN BELL' ESEMPIO. LE DONNE ARABE DEVONO RIBELLARSI SUL SERIO
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14 commenti:
Ecco, questa mi piace decisamente di più di quell'altra che trasuda falsità da tutti i pori della pelle!
Eh, già: tra l'altro Nawal El-Saadawi non è neppure palestinese...! Comunque: parla sicuramente a ragion veduta di veri dissidenti, solo che mi piacerebbe sapere chi sono, a parte lei, il marito e aggiungerei la figlia. Le first lady non sono agenti del cambiamento, ma se non fanno è perchè non fanno, se fanno non fanno abbastanza... . E' logico che siano agenti dei mariti, ma non è detto che, almeno le più giovani non vogliano un cambiamento: solo sono relegate a una funzione sociale e hanno poco potere. Quello che mi preoccupa è che, certo, bisogna sentire la gente, ma la gente considera questi regimi corrotti o apostati perchè sono alleati dell'Occidente!
Comunque il video di Rania di Giordania è documentato da una storica: non garantisce di per sè nulla, però se arabi e musulmani non hanno proprio inventato tutte queste cose, hanno certamente contribuito alla loro diffusione (neanche tu mi hai dato le prove che quello che dice il video è falso!).
Che il caffè è nato in Etiopia lo sanno anche i sassi. Che creme tappeti e potatura esistono da quando esiste la civiltà lo sanno anche i sassi. Devo dartene le prove? Tu dammi le prove che la terra riceve luce dal sole, che la pioggia cade dall'alto in basso, che i fiori di ciliegio nascono sugli alberi di ciliegio.
Mi permetto di aggiungere che "tra l'altro Nawal El-Saadawi non è neppure palestinese" è pura malafede. Allo stesso titolo potrei dirti che l'unico motivo per cui ti piace quella gallinella tirata a lucido di Rania è che è palestinese, ma non mi sono mai permessa né mai mi permetterei. E adesso vado che domani ho la sveglia alle sette e mezza e otto ore di scuola.
Giustissimo. Ma la vedo troppo dura.
Ti dico SINCERAMENTE che il fatto che Rania sia palestinese, non è l'unico motivo per cui mi piace: certo, mi piace che ci sia una palestinese "così", quello è vero e sono contenta che a lei sia andata bene (bèh, poi dipende dai punti di vista). Tutto qui. Comunque tu sei libera di pensarla come vuoi.
E si devono ribellare non solo contro la "cultura" maschilista, ma anche contro quella della guerra ad oltranza agli "infedeli", a tutte le minoranze, ecc. ecc.!!
Pure io come Barbara preferisco la lotta di questa donna alla regina Rania.
Che il profeta vi aiuti. Shalom
E' certo una donna coraggiosa..
Grandmere
Bèh, sì, la sua analisi lucidissima, poi Nawal El-Saadawi è un' "indipendente", la regina Rania è di fatto uno strumento del potere (come potrebbe essere diversamente, essendo suo marito re?). Ho visto su Internet, qualche anno fa l'ha definita "il volto pulito di una monarchia dura". Ma non meno importante ad esempio è il suo tentativo di sensibilizzare sui delitti d'onore, cosa che già faceva la regina Noor e la famiglia reale quando c'era re Hussein. Ho saputo ieri sera da una mia amica italo-giordana che FINALMENTE si è vicini a considerare i delitti d'onore (ma che non hanno nulla di onorevole!) come omicidi premeditati e quindi a un inasprimento della pena. Già Rania aveva presentato in Parlamento più volte una mozione e abolire gli articoli 340 e 98 del codice penale che guarantiscono le attenuanti ai colpevoli (tra cui "l'impeto d'ira"!).
Condivido, Granmere. Certo c'è chi decide di "osare" di più, ma Rania si è attirata l'odio di estremisti e terroristi: di fatto per non essere una "vera musulmana", una "vera araba"... . Anni fa, allo stadio di Amman dei fanatici hanno innalzato striscioni "re Abdallah, ripudiala!". Poi Al-Zarqawi ha cercato più volte di far fuori la famiglia reale perchè "serva dell'Occidente", "burattino dell'Occidente", è FORMALMENTE in pace con Israele, APOSTATA ecc. ecc.
Se poi si pensa che i Fratelli Musulmani stanno prendendo sempre più piede in Giordania. Certo che vedere la maggioranza delle donne giordane VELATE e vedere i cartelloni patinati di Rania, fa effetto!
Rania, come la moglie di Mubarak, sono odiate dalla gente comune proprio perchè sono conniventi cl potere corrotto.
Per intenderci: Mubarak uccide e imprigiona gente comune e dissidenti politici. Fa un po' ridere che sua moglie difenda i diritti delle donne. Che credibilità può avere?
La verità è che Rania piace perchè è molto occidentale, non ha il velo e ha studiato in america.
Le femministe arabe devono assomigliare invece alle donne arabe. E nessuna di queste paladine sembrano provenire da quei paesi.
Nawal El Saadawi è un bellissimo esempio di femminismo arabo. Ma da noi la si conosce solo adesso. Che strano no?
Paola, sei tu?
Comunque Rania non ha studiato in America. Ha frequentato sì scuole inglesi, ma in Kuwait e ha frequentato (come Suzanne Mubarak) l'Università Americana, ma al Cairo.
E' vero: Rania mi piace anche perchè veste di solito all'occidentale e perchè non porta il velo. E allora? Non è solo lei a non portarlo nei Paesi islamici! Ovviamente però è deprimente che si dia spazio a lei e non abbastanza a Nawal El-Saadawi.
Rania di Giordania e' una donna meravigliosa! Vi rodete dall'invidia.Non e' vero che non si impegna per difendere i diritti civili.Le donne arabe dovrebbero prendere esempio da lei e buttare nel rogo veli e abiti orrendi.
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