domenica 30 novembre 2008

PRIGIONIERE NEL DESERTO




Candice, è stata costretta a rasarsi per questioni d'igiene. Le è stato sottratto tutto. E' riuscita a nascondere soltanto un cellulare, con il quale comunica con l'esterno e ha ogni tanto possibilità di collegarsi a Internet.

Candice Ahnine e sua figlia Aya, di quasi sette anni, nata da una unione con un principe saudita, sono prigioniere a Riad in un palazzo della famiglia reale. Resoconto di una storia incredibile e drammatica.
Le relazioni diplomatiche tra la Francia e l' Arabia Saudita potrebbero nei i prossimi giorni farsi molto tese. La ragione? Un doppio sequestro. Quello di Candice Ahnine, giovane donna di Hyéres (Francia) di 31 anni, e di sua figlia Aya, che soffierà molto presto le sue 7 candeline, in una prigione dorata.
La vicenda, passata stranamente inosservata, è stata tuttavia rivelata a fine ottobre su Internet.Più precisamente sul canale Facebook. Candice, su una fotografia con sua figlia, ha lanciato un SOS in cui scrive: "Mia figlia è sequestrata ed io rinchiusa a Riad, in un palazzo. (...) Pietà. Aiutateci".
Precisione importante: il palazzo in questione apparterrebbe alla famiglia del principe Sattam Al Saoud, il padre della piccola Aya… . (Fonte: "Scettico")
Da questo drammatico appello, la situazione di queste due "prigioniere nel deserto", non è ovviamente migliorata. Da quanto dice la madre di Candice - Muriel Mallier, ex moglie di Gèrars Ahnine - "mia figlia e mia nipote sono separate. Possono appena vedersi. La piccola, che non vive con il suo papà, ma con la madre di quest'ultimo, è completamente terrorizzata".
Tutto era cominciato come una favola. Undici anni fa, all'età di 20 anni, la giovane Candice Ahnine conosce Sattam Al Saoud, uno dei 4.000 principi sauditi, durante un soggiorno in Inghilterra. Nonostante la differenza di religione - Candice è ebrea, Sattam è musulmano - i due giovani si amano. Da questo amore, nasce la piccola Aya il 27 novembre 2001.
Questa nascita non rimette nulla in questione. Almeno inizialmente. Il principe saudita continua a fare andata e ritorno tra il regno wahhabita e la Francia.
Nel corso dei suoi soggiorni ripetuti a Hyères, "il principe ha anche fatto shabbat con noi varie volte", afferma Muriel Mallier. Una rivelazione dal profumo di scandalo!
Ma un giorno Sattam Al Saoud esprime il desiderio - tutto sommato legittimo - di vedere sua figlia allevata secondo le leggi del Corano. Nel settembre 2005, Candice ed Aya partono dunque per stabilirsi a Beirut. Nell'estate 2006, in Libano scoppia per l'ennesima volta la guerra e Candice si trasferisce in Arabia Saudita. Contro il parere della madre che ha brutti presentimenti.
Per Candice ed Aya, rapidamente separate l' un dall'altra, l'incubo comincia. Il principe saudita non ha più nulla di affascinante. Secondo un verbale registrato 6 novembre 2007 dalla polizia di Cannes, Candice, che ha potuto fuggire e rientrare in Francia, afferma: "Laggiù sono stata separata da mia figlia e maltrattata, cioè drogata, battuta, e violentata…".
Inspiegabilmente tuttavia Candice e Aya ripartono per l'Arabia Saudita. Un ritorno verso l'inferno se si tiene conto di un'ultima e-mail datata 12 novembre 2008. "Aya ed io siamo francesi e vogliamo rientrare in Francia. Siamo trattenute contro il nostro volere ed ogni giorno è un inferno!".
Disperata, Muriel Mallier non sà più a chi rivolgersi. Dopo aver chiesto aiuto al grande Rabbino di Francia che l'ha ricevuta martedì 4 novembre. E la visita fatta a Sébastien Mariani, mediatore di giustizia. "La mia azione è molto limitata. Sono intervenuta presso il ministero degli esteri per assicurarmi che si occupano del mio dossier".
Il ministero d' Orsay è stato effettivamente avvertito. "Il fatto ci è stato segnalato. Siamo in contatto con la famiglia in Francia e la nostra ambasciata in Arabia Saudita è in contatto con Candice Ahnine", conferma Nicolas de Lacoste, incaricato al Ministero francese, ma lo stesso ammette: "la situazione è complicato", visibilmente poco interessato a parlare "di una questione privata", Nicolas de Lacoste lascia lo stesso intendere che, "nonostante il suo nome, Sattam Al Saoud non è legato alla famiglia regnante".
Al Consolato d' Arabia Saudita a Parigi, si mostrano ancora meno eloquenti. "Non abbiamo mai sentito parlare di questa storia. Ad ogni modo, qualsiasi domanda d' informazione deve essere presentata per iscritto e attraverso un avvocato", dichiara un collaboratore del sig. Barri, il responsabile dei cittadini sauditi.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Sembra la storia di tante italiane sposate a musulmani che poi, analogamente a questo principe, hanno portato i propri figli nel Paese di origine, sottraendoli alle cure materne e imprigionando spesso anche le mogli "occidentali".
Tristi storie :((
Speriamo che questa si concluda nel migliore dei modi!

Anonimo ha detto...

Inoltre è la riconferma che non basta avere un'istruzione (come immagino questo principe saudita), per essere immuni da tradizioni misogine.

Anonimo ha detto...

Mi dici se quando vieni da me parte subito l'audio del video di candice senza cliccarci sù?

Perché a me lo fà quando apro il mio blog.

Grazie d'anticipo.

Anonimo ha detto...

No, devo cliccarci su. Tra l'altro qui ho messo solo la foto, perchè non sono riuscita a postare il video.

Anonimo ha detto...

Controridine: parte da solo! Ho provato a mettere l'audio.

Anonimo ha detto...

Sì ma, dopo che da decenni continuano a succedere sempre le stesse storie, ste donne ancora non hanno cominciato a svegliarsi?

Anonimo ha detto...

Suppongo che una creda che a lei non possa capitare... .

Anonimo ha detto...

Spero che a me non capiti mai. Effettivamente quando ho sposato mio marito (arabo) non ho dato troppo peso a queste notizie.

Intanto stiamo alla larga anche dagli austriaci. Avete sentito di quei padri che rinchiudono le figlie negli scantinati, le violentano e ci fanno pure dei figli?

Gran brutta razza gli austriaci. Troppi crauti.

:>
Paolaban

Anonimo ha detto...

PS
su facebook non riesco a trovare la pagina di Candice. Qualcuno potrebbe aiutarmi?

Sempre io. La dissidente che almeno sparge un po' di spezie su questo blog

Anonimo ha detto...

Lasciando perdere la battuta sugli austriaci, Paola, non ho preso la testimonianza di Candice da Facebook, percui non so come si faccia a trovarla. Vai sui miei link: tra gli ultimi c'è anche quello di "Scettico". La testimonianza di Candice, si trova lì

Anonimo ha detto...

Ale la mia non è una battuta. In Austria queste cose accadono. Molto spesso. Più che in altri paesi.

Una teoria? La civilissima Austria (dove ci vive mio padre da più di dieci anni) è un paese chiuso, maschilista all'ennesima potenza.
A Salisburgo se sei donna e fumi una sigaretta per strada ti guardano come se fossi una professionista del peccato.

In Austria (come in Italia) le donne guadagnano - a parità d'impiego - la metà dei loro colleghi maschi.

In Austria il 40% vota destra estrema. Che professa di tutto: xenofobia, razzismo, maschilismo legalizzato.

La fortuna dell'austria è di essere in Europa.

Se vuoi capire un fenomeno - le donne bistrattate dell'islam - non puoi decidere tu cosa guardsare e cosa no. I modelli vanno confrontati e sviscerati.
Altrimenti fai come gli studiosi che sostengono che il nome America derivi da Amerigo Vespucci...

Amerigo si chiamava ALmerigo. Ma siccome un dì in una carta il Nuovo Continente portava il nome di America, bhè... ALmerigo divenne AMerigo. Perchè l'uomo vuole una risposta e spesso se la fabbrica da solo.

E tu te la stai fabbricando da sola

Anonimo ha detto...

Sentimi bene, Paola: so che quelle vergogne sono successe davvero in Austria!Ho ancora davanti agli occhi lo sguardo DIABOLICO di Joseph Fritzl, che ha abusato della figlia per 24 anni e ha avuto da lei SEI FIGLI! Ho fatto anch'io le considerazioni che hai fatto tu (libera di crederci o meno)! Però credo che vivaddio queste cose siano una rarità, per lo meno il fatto che un uomo abousi di una figlia per così tanto tempo e che abbia dei figli da lei. E soprattutto qua cose del genere non hanno il pubblico plauso: nel mondo arabo e islamico la pedofilia comincia ora a essere meno tabù!

Anonimo ha detto...

Il fatto che la pedofilia sia praticata e accettata dal mondo musulmano è una tua pinione. Falsa e motivata solo da fortissimi pregiudizi.

In Iran sono le famiglie povere e ignoranti che danno in sposa le loro bimbe.

Ti assicuro che un iraniano dotato di buon senso proverebbe orrore a sposare una di 10 anni.

Fenomeni simili ci sono anche in India, nell'Europa dell'Est, nelle comunità Rom. In America Latina.

Ale ma tu sei una profonda conoscitrice del mondo arabo?

E poi.... con quale frequenza in Austria capitano simili orrori? E con quale frequenza un imam sposa una di 8 anni?
Forse hai visto film come viaggio a Kandahar e Osama (la bambina che si finge maschio per mangiare). O letto mille splendidi soli. EW questo ti basta per dire: conosco il mondo musulmano?

Allora un arabo potrebbe dire:
ho visto il Padrino e letto Gomorra. Conosco l'Italia.

Anonimo ha detto...

Un arabo potrebbe dire: "Ho visto il Padrino", letto "Gomorra", Conosco l'Italia". Certo che lo potrebbe dire e infatti capita che lo dicano (ovviamente, non tutti, chiaro). Molto probabilmente senza convinzione, ma intanto... . Quando sono stata in Turchia, Paese non arabo, nel 1992, nei mercatini i negozianti che ci vedevano passare ci deridevano: "Italia, mafia!".
Ho conosciuto una ragazza italo-giordana sulla pagina YouTube di Rania: lei diceva che i suoi amici italiani le chiedevano se gli arabi andassero ancora in giro coi cammelli, io le ho raccontato questo episodio. Risposta: "Sì, lo so, io sono italo-giordana e alcuni in Giordania mi hanno preso in giro chiamandomi mafiosa".
Non ho detto nemmeno che la pedofilia, anche perpetrata dagli imam, è approvata nel mondo arabo e islamico: ho detto solo che si comincia adesso a parlarne di più. Più che qui? Forse, non lo so.