Amal Soliman, donna egiziana di 32 anni, sposata e madre di tre figli, potrebbe entrare nella storia del suo Paese. Potrebbe, infatti, essere la prima donna a diventare mazouna, il funzionario amministrativo che celebra i matrimoni e sancisce i divorzi.
In un Paese islamico, la figura del celebrante è a metà strada tra il religioso e il burocratico, e il ruolo di celebrante prevede la recita di alcune sure del Corano e vidima i certificati ufficiali. Niente di che, ma comunque il Committe of Egyptian Mazouns, l'organizzazione di categoria, vieta a Amal l'accesso alla professione.''Nel 2007 uno dei due mazouns della mia zona è morto. A me, che volevo lavorare ma anche passare molto tempo con i miei figli, è sembrata una buona opportunità di lavoro'', ha raccontato Amal alla tv al-Jazeera, ''mi sono presentata alla Corte nei termini previsti per presentare la mia candidatura. Ero sicura di vincere: su dieci candidati ero l'unica ad avere un dottorato in diritto islamico. Ma non avevo fatto i conti con il mio essere donna''. Eppure, ai sensi della religione, questo non significa nulla. ''Nulla osta al fatto che una donna faccia questo mestiere, me l'ha confermato anche un grande Muftì (esperto giureconsulto islamico), secondo cui è un lavoro amministrativo e non religioso''. Le cose, però, non vanno così. ''Quando mi sono presentata con mio marito presso la Corte, la mia domanda non è stata accettata. Il motivo: ero una donna e per il consiglio dei mazouns la mia candidatura era irricevibile, nonostante gli stessi giudici della Corte mi ritenessero qualificata. Il mio caso è diventato d'interesse nazionale, grazie anche all'aiuto di alcuni giornalisti e di alcune organizzazioni femministe. Questo mi ha causato momenti terribili: minacce, insulti a me a alla mia famiglia. Alla fine ho vinto, però, anche se aspetto la nomina definitiva del ministero della Giustizia egiziana. Non sarò davvero contenta fino a quando non comincerò a lavorare, anche se mi rendo conto di aver segnato un momento importante per l'emancipazione dei diritti delle donne in questo Paese''. (Fonte: "Peace Reporter")
5 commenti:
Paese a maggioranza islamica. Non esistono e non dovranno mai esistere paesi islamici.
Sarebbe bello se soprattutto gli integralisti e i terroristi islamici la pensassero così... .
Con loro è una guerra persa. Per questo vanno eliminati tutti. Ma non tanto loro quantro singoli, il vero cancro è la dottrina fanatica che permane in scuole, moschee e gruppi politici. O si fa piazza pulita con le armi o si sta zitti e si subisce. Inizio a pensare che pure la nostra battaglia coi blog sia inutile: qui rafforziamo le nostre idee ma non si mina minimamente il fanatismo islamista. Si devono muovere le mani, o fare lavaggi del cervello di stile maoista.
Se si devono "eliminare tutti", "muovere le mani", per forza significa eliminare i singoli: magari fosse fattibile! Noi, come blogger, non possiamo influire sulle moschee e sui gruppi politici, ma la gente che ha accesso a Internet è tanta e magari capita qua qualche donna immigrata o convertita all'islam (anche se di solito queste ultime sono le più fanatiche!). Forse un blog come questo non serve, ma intanto C'E'. E' anche uno spazio per conoscere o ricordare donne che reagiscono all'oppressione o hanno la fortuna di non essere oppresse.
Daccordissimo con il male.......che rima bene per lo più.
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