venerdì 28 novembre 2008

ITALIA: PAESE UE CON MAGGIOR NUMERO DI INFIBULAZIONI


L'Italia e' uno dei Paesi membri dell'Europa con il piu' alto numero di donne infibulate. A rivelare ''l'inquietante'' dato sulle mutilazioni genitali femminili e' stata stamane l'eurodeputato Roberta Angelilli, rappresentante del Forum europeo per i minori e delegato del sindaco di Roma per i diritti dei minori durante il workshop ''Mutilazioni genitali femminili. Che fare?'', organizzato nella sala del Carroccio in Campidoglio. Secondo gli ultimi dati Istat sulla presenza di donne straniere residenti in Italia al dicembre 2007, si contano, infatti, 67.988 donne provenienti da Paesi a tradizione scissoria e quindi potenzialmente a rischio (Egitto, Ghana, Costa D'Avorio, Eritrea, Burkina Faso, Etiopia, Camerun, Somalia, Guinea, Sudan, Kenya, Sierra Leone, Niger, Mali, Repubblica Centrafricana). Di queste donne, circa 40mila, e' emerso nel corso dei lavori, sono state gia' sottoposte alla pratica di infibulazione e ogni anno, 6mila bambine, tra i 4 e i 12 anni, rischiano di essere sottoposte a questa pratica illegale. Le comunita' provenienti da questi Stati sono concentrate soprattutto nelle grandi citta' del nord (Milano, Torino, Bologna) e a Firenze e Roma. Nel Lazio, in particolare, vivono circa 29mila donne provenienti dall'Africa e di queste, circa 10 mila provengono da Paesi nei quali e' diffusa la pratica delle mutilazioni genitali femminili. A Roma e provincia, nello specifico, le donne a rischio di mutilazioni genitali femminili sono circa 8.500.

Eppure Se ne parla da dieci anni... .


La Repubblica, 12 febbraio 2000

Roma - L'Italia è ormai il primo paese in Europa per il più alto numero di donne infibulate. Tra le 20 e le 30 mila donne immigrate hanno subito una mutilazione genitale e circa 5 mila bambine rischiano la stessa sorte. Per la prima volta dei medici italiani stanno per pubblicare uno studio scientifico sulla loro esperienza con le donne mutilate. (Fonte: "Liberali per Israele", per vedere i risultati di una ricerca sul tema permalink )

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Non cedo sia gisto "accollarci" la colpa di questa pratica barbarica. E' molto difficile andare a scardinare usanze anche terribili che chi proviene da un altro mondo (sì, un altro mondo) non intende abbandonare. Per ignoranza certamente, per cultura è chiaro. Non crediate inoltre che la maggior cultura di un popolo possa far venir meno pratiche aberranti. Senza chiaramente nulla togliere alla dignità femminile, il recente scandalo riguardante il massacro rituale che per divertimento viene fatto ogni anno ai danni di centinaia di delfini al largo della Danimarca mi ha dato molto da pensare...

Anonimo ha detto...

Scusa tanto, ma cosa c'entra il massacro dei delfini?! "Senza nulla togliere alla dignità femminile": siamo sicuri che non si tolga niente alla dignità femminile?

Anonimo ha detto...

Con tutto il rispetto per i delfini, mettere le loro sofferenze (contro le quali bisogna battersi) sullo stesso piano di quelle delle povere bambine e donne mutilate, mi sembra fuori luogo...

Ale articolo molto interessante, lo metterò su Orpheus domani.
Ciao mary

Anonimo ha detto...

Brava, brava! :)

Anonimo ha detto...

C'entra. Sto dicendo che usanze barbariche non vengono semplicemente sdradicate, neanche nei paesi più civili. Quindi se in Italia viene praticata l'infibulazione non è certo colpa degli italiani o dell'apparato giudiziario italiano che, ne sono certo, scoprendo un simile atto lo condannerebbe. Si tratta di un elemento culturale che è quasi impossibile da individuare e che nonostante le condanne continuerà ad essere praticato. Perlomeno a breve e medio termine. Con il tempo, con l'educazione, si avrà la meglio sulla questione. Cerchiamo di guardare la luna che indico e non il dito per favore.

Anonimo ha detto...

Se tu FAI indicare il dito anzichè la luna... . L'Italia avrebbe potuto occuparsi prima del fenomeno.

Anonimo ha detto...

Guardare la luna e non il dito sta all'intelligenza dell'osservatore.

L'Italia si è già occupata in passato di questo problema, scoprire che anche ci si trova fuori del proprio paese continua a praticare in segreto l'infibulazione mi sembra un po' la scoperta dell'acqua calda. Più che altro trovo abbastanza inutile dire che qui viene praticata in modo estensivo come se la colpa fosse degli stessi italiani. E' chiaro che nessuno sano di mente in Italia approverebbe mai una pratica del genere.
Torno a dire inoltre che elementi appartenenti alla cultura storica di una popolazione sono estremamente difficili da scardinare. Non dico sia impossibile, non dico che non ci si debba battere ma sentir dire che l'Italia ha colpe altrui proprio non mi va. Come dire che l'Unione Europea ha colpa se nelle isole Far Oer fanno una mattanza oscena di centinaia di animali innocenti.
Gli elemnti di una cultura sono qualcosa di molto complesso, tra l'altro dobbiamo scontrarci anche con chi per sentirsi buono appoggia alcune teorie del tipo... se il marito vuole mettere il burka alla moglie ne ha pieno diritto perché quella è la sua religione. Anche se costui vive in Italia. Cerchiamo di capire noi per primi cosa vogliamo...

Anonimo ha detto...

Che è difficile da scardinare è sicuro!

Stefano. ha detto...

VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA

Stefano. ha detto...

Quanto alla difficoltà di estirpare la pratica, basterebbero dieci anni di prigione per mutilazioni. Vedresti come si convertono alla civiltà.

mis ha detto...

E meno male che esistono le organizzazioni umanitarie...
Gli africani non vogliono rinunciare alle proprie tradizioni e credono fermamente in quello che fanno, sia uomini che donne. Sono le donne, infatti, ad occuparsi del rito. Non sono i singoli governi quanto piuttosto le organizzazioni umanitarie che dovrebbero impedire questo scempio, lesivo dei diritti umani delle donne.