lunedì 3 novembre 2008

GLI ESITI DEL PROGRAMMA "GIUSTIZIA" ITALIANO IN AFGHANISTAN. IL CASO DEL GIORNALISTA PARWIZ KAMABAKASH

di CISDA - Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afgane

Nell’ottobre del 2007 i criminali al potere in Afghanistan hanno incarcerato, nella provincia di Balkh (nel nord dell’Afghanistan), il giovane giornalista Parwiz Kambakhsh.
Parwiz è stato accusato di blasfemia per aver distribuito un articolo, stampato da Internet, nel quale si parlava dei diritti delle donne nell’ islam. Inizialmente condannato a morte dall’oscurantista consiglio dei religiosi di Balkh, Parwiz ha aspettato per un anno, in galera, la sentenza della corte d’appello e ora la sua esecuzione è stata trasformata in 20 anni di reclusione. I suoi avvocati vogliono ricorrere alla corte suprema, ma senza una mobilitazione internazionale a favore di Parwiz la condanna sarà probabilmente confermata. Le infamanti accuse nei confronti di Parwiz da parte dei tribunali afghani dimostrano come in Afghanistan, a sette anni dall’invasione militare americana, la libertà di stampa sia totalmente negata e come non sia in vigore una giustizia che possa definirsi tale.
Un altro esempio è quello di Naseer Fayyaz, un altro coraggioso giornalista, che per aver criticato il governo è stato minacciato di morte da noti criminali - oggi al potere - come Ismail Khan e Qasim Fahim, e perseguitato dai servizi segreti afghani (KHAD), finché si è trovato costretto a lasciare il paese.
In Afghanistan quella in vigore è solo la legge del più forte, e chiunque osi opporsi ai fondamentalisti al potere e alle autorità religiose viene punito con condanne esemplari, minacciato, costretto ad allontanarsi dal paese, ucciso, indagato dai servizi segreti.
Durante la legislatura di centrodestra (2005-2006), il governo italiano - secondo le direttive varate dopo le conferenze di Bonn (2001) e di Londra (2006) - ha messo in piedi un costosissimo programma giustizia (50 milioni di euro, spesi dai contribuenti italiani) al quale hanno lavorato centinaia di esperti italiani, e con cui si sarebbe dovuto ricostruire il sistema giuridico afghano.
È anche un’ulteriore disfatta per Karzai e per i governi occidentali che hanno vestito dei noti criminali di guerra in giacca e cravatta definendoli democratici e portandoli al potere.
Chiediamo che tutti i sinceri democratici, coloro che credono che non esista una giustizia di serie A, per gli occidentali, e una di serie B, per tutti gli altri, alzino la loro voce mobilitandosi in tutti i modi possibili e a tutti i livelli, per assicurare la libertà a Parwiz Kambakhsh e la libertà di espressione e la legalità a tutti i giornalisti e democratici afghani. (Fonte: "Women in the city")

Sempre sull' Afghanistan, Questo articolo è stato segnalato su ZicZac.it. ed è presente anche su L' Occidentale ("Mondo", 1/11). Grazie ad Andrea per la segnalazione.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

La cosa è sicuramente interessante e i fatti denunciati sono certo degni di nota, ma questo tono ricalcato pari pari dai volantini delle BR è veramente uan cosa oscena!

Anonimo ha detto...

Bèh, io sapevo solo di Parwiz, non dell'altro giornalista.
Certo, come minimo è un testo "sinistro"... .

Anonimo ha detto...

Il problema non è l'orientamento politico, ci mancherebbe. Il problema è il frasario copiato parola per parola dai comunicati BR ("Abbiamo rapito il servo del potere ...")

Anonimo ha detto...

Ah, ecco... . Se ti riferisci in particolare al passaggio su Karzai e i governi occidentali, molti puntano il dito contro la debolezza o addirittura l'ambiguità del Presidente afghano, sostenuto dall'Occidente. Sono io la prima a sostenerlo (come sai "simpatizzare" con i Governi islamici filo-occidentali) e alle accuse di "ambiguità" rispondo con le difficoltà che Karzai deve fronteggiare: da una parte accontentare l'Occidente, dall'altra contenere i Talebani. Ma tant'è... . Poi anche Malalai Joya, per esempio, si scaglia contro i signori della guerra che siedono nel Parlamento afghano così pure Parwiz Kamabakash e soprattutto suo fratello (anzi, si è anche detto che hanno incarcerato e condannato lui per colpire il fratello maggiore, anche lui giornalista).

Anonimo ha detto...

OK, ci riprovo. NON ho parlato, NON ho detto mezza parola sui contenuti dell'articolo. NON ho detto mezza parola sulle opinioni espresse nell'articolo. NON ho detto mezza parola sulle posizioni di chi ha scritto l'articolo. Ho detto che IL LINGUAGGIO USATO È RIPRESO PAROLA PER PAROLA DAI COMUNICATI DELLE BRIGATE ROSSE. Tutto, dall'inizio alla fine. Resto sempre disponibile, se ancora non è chiaro, a tradurre in ostrogoto per renderlo più accessibile.

Anonimo ha detto...

E a me non sembra... . Sarà che non conosco il linguaggio usato dalle BR!... Ma se tu hai quest'impressione... .

Anonimo ha detto...

e come cazzo fai a dire che non ti sembra se non conosci un cazzo di comunicati delle BR, me lo spieghi?

Anonimo ha detto...

Ok, non conosco i comunicati delle BR. Posso solo immaginare cosa dicono. Se magari eviti parolacce sul mio blog, mi fai un favore.

Anonimo ha detto...

tu evita di provocarle, e io evito di dirle