venerdì 21 novembre 2008

ARLUNO (MI): VESTITA CON IL BURQA ACCOMPAGNA I FIGLI ALLA SCUOLA MATERNA

Milano, 20 nov. - (Ufficio Stampa Consiglio Regionale della Lombardia) - Cinquanta firme per segnalare alle Autorità la presenza, nella scuola materna frequentata dai loro bambini, di una donna che indossa il burqa e per chiedere un intervento in merito. Accade ad Arluno, cittadina del nord milanese. La vicenda è arrivata ora in Regione Lombardia, grazie a un interrogazione presentata dal consigliere regionale Fabrizio Cecchetti. "Da qualche mese - spiega Cecchetti - i genitori della materna "Aldo Moro" di Arluno sono preoccupati per la presenza di una donna che accompagna i propri figli a scuola indossando il burqa. Timori fondati poiché, dato che il regolamento prevede l'accompagnamento degli alunni fin dentro alla scuola, questa persona non identificabile entra personalmente nelle aule scolastiche, a contatto diretto con gli altri bambini. Nessuna certezza riguardo la sua identità e problemi legati sia alla sicurezza sia alle responsabilità degli operatori. Una situazione che potrebbe essere definita "normale" per le zone rurali dell'Afghanistan ma non per una cittadina dell'altomilanese come Arluno." Nell'interrogazione Cecchetti chiede all'Assessorato alla Sicurezza regionale di effettuare "gli opportuni accertamenti" e al tempo stesso di attivarsi "per un incontro interlocutorio anche con la Questura". Cecchetti attacca: "Il caso di Arluno è emblematico di una palese violazione dei precetti normativi. C'è infatti una circolare del Ministero dell'Interno del 24 luglio 2000, la numero 300, nella quale si precisa che il turbante, chador o anche il velo, come nel caso delle religiose, sono parte integrante degli indumenti abituali purché si mantenga il volto scoperto. Quindi nella scuola materna di Arluno quella donna, così come si presenta, non può entrare. E neanche circolare liberamente per il paese". (Fonte: http://www.milano.metropolisinfo.it)

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Ecco "e neanche circolare liberamente nel paese". Ci vuole tanto per far rispettare questo?? e se non vuole si espelle,semplice e concreto.

Anonimo ha detto...

Bisogna far rispettare la legge: la donna quando entra nel luogo pubblico lo deve fare a viso scoperto.
Magari è italiana vituccio la donna in questione.

Anonimo ha detto...

Sul "Corriere" dice che una venticinquenne egiziana.

Anonimo ha detto...

Ecco Egiziana...allora fuori.

Magari é Italiana???allora costringiamola,sennó se ne stà a casa.

Anonimo ha detto...

Ha concordato almeno che si farà vedere il volto all'insegnante quando andrà a prendere i figli... .

Anonimo ha detto...

....che sforzo!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Abitando in un paese confinante, ho scritto anche io nel mio blog di questa storia.
Sento tante belle parole di integrazione, rispetto, multiculturalità, ma poi vedo chiusure tremende.
Tanto a destra quanto a sinistra.
L'idiozia è trasversale, l'intelligenza pure.
Il problema del niqab è se la donna lo mette per costrizione o suo credo.
Per il resto le trovo esagerazioni volute per non accettare l'altro.
Libero pensiero, per carità! Meglio uno che mi dice "no al velo, me stan sui ball" piuttosto che un "volemose bene, siamo tolleranti, però niente burqa, niente velo, niente moschee.."
Perchè? Perché con il primo pensiero puoi ragionare, col secondo no. Il secondo è solo un opportunista vile, che per quieto vivere dice le cose che dicono tutti, ma nell'intimo non fa nulla ed attacca.
Ciao!