venerdì 11 luglio 2008

GULNARA KARIMOVA, "MI MANDA PAPA', L' UZBEKISTAN E' MIO"

La figlia del Presidente si è comprata mezzo Paese
I suoi desideri sono ordini. Tutto quello che vuole, lo ottiene. Gulnara Karimova, 35anni, è la figlia preferita del presidente dell’Uzbekistan, Islam Karimov. Un giorno potrebbe addirittura succedergli. Laureata a Harvard e all’Università di Tashkent, dottore in Scienze politiche, cintura nera di karate, poetessa, cantante, creatrice di gioielli, pazza per il lusso, la moda e le pietre preziose, direttrice del Centro per gli Studi politici dell’Uzbekistan, presidente-fondatrice di una fondazione caritativa, presidente-fondatrice del «Forun della Cultura e dell’Arte Uzbeka», consigliere-ministro plenipotenziario dell’Ambasciata dell’Uzbekistan in Russia, infine - e soprattutto - donna d’affari vorace e spietata.
Oggi, secondo alcuni analisti, quella che viene chiamata «la figlia» possiederebbe metà del Paese. Da quando, nel 2001, ha divorziato da un americano di origine afghano-uzbeka, si è rapidamente costruita un vero e proprio impero. Alberghi, ristoranti, night-club, una catena televisiva (Tv Markaz), una stazione radio (Terra), una rivista (Bella Terra), una compagnia di telefonia mobile... nulla resiste alla sua bulimia. C’è pure una rete di prostituzione negli Emirati arabi uniti. Dicono che controlli l’industria del petrolio e del gas, così come i settori delle telecomunicazioni, dell’agricoltura (cotone), dell’edilizia e dell’oro attraverso una società-schermo, Zéromax.
La «principessa» nega di avere rapporti con Zéromax, ma nessuno le crede, in Uzbekistan. Sul sito ufficiale della società è scritto: «Creata nel settembre 2001, Zéromax è una compagnia privata in rapida crescita, i cui uffici sono registrati a Zug, in Svizzera. La società fa affari essenzialmente in Uzbekistan, dove le sue attività coprono un ampio spettro dell’economia: petrolio e gas, agricoltura, industria tessile, miniere, logistica. Nel novembre 2007 Zéromax ha investito più di 360 milioni di franchi svizzeri (250 milioni di euro) nel ripristino dell’infrastruttura industriale dell’Uzbekistan, il che ne fa il primo investitore straniero e il principale datore di lavoro del settore privato.
Qualcuno parla di «gulnarizzazione» dell’industria uzbeka. «Nulla le appartiene direttamente, ma tutti sanno chi c’è dietro». Tutto questo grazie all’appoggio di «papà» e alla scomparsa di concorrenti - l’efficacia dell’Snb, i servizi segreti uzbeki, è tristemente famosa. (Fonte: "La Stampa" e il blog "Liberali per Israele").
Conti off-shore in Inghilterra, sulle isole Tuma, in Svizzera... Gulnara Karimova nasconde la sua fortuna all’estero.
La sua sete è inestinguibile. Ovunque si sente lo stesso racconto: «Basta che noti un albergo o un ristorante che lavora bene e faccia sapere che le piace. I suoi uomini propongono al proprietario un prezzo ridicolo e rilevano l’impresa. I proprietari non hanno scelta: o accettano o il loro locale verrà chiuso. Sanno di non poter resistere. A Ferghana non c’è praticamente più un solo albergo indipendente. Eppure è pieno di piccoli alberghi privati, alcuni davvero graziosi. Oggi sono tutti suoi». «Dotchka», che in russo vuole dire ragazza, è detestata nel Paese. «L’Uzbekistan è tutto suo!», sbraita una donna di Tashkent, furiosa.
Per la maggior parte degli uzbeki la vita è sempre più difficile. Come nel resto del mondo, il costo degli alimenti di base aumenta. Il prezzo della farina continua a salire. Una maestra racconta le sue difficoltà: ogni giorno si alza alle cinque, affida il suo bambino a una vicina e va al bazar a comprare delle patate che poi rivende a scuola. Questo le permette di aumentare un po’ i suoi introiti. Ciò nonostante non riesce a dare ogni giorno un po’ di frutta ai suoi bambini. Fa lei stessa il pane in casa, con farina di qualità scadente. I salari medi in Uzbekistan sono compresi fra 30 e 100 dollari al mese.
La situazione sociale del Paese è lontana anni luce dalle preoccupazioni di Dotschka, molto più interessata al jet set e al suo arricchimento personale. Il suo ultimo capriccio: cantare. Due anni fa si è lanciata, con «Besame Mucho». «La si sentiva mille volte al giorno su una radio locale di sua proprietà!». Nome d’arte: Googoosha, il vezzeggiativo con cui da piccola la chiamava suo padre. Il suo ultimo brano: «Unutma meni!» - non dimenticarmi. Nel clip ha i capelli tinti di biondo e passeggia soavemente in un mondo fiabesco. Registrazione negli studios che le appartengono. Ha aperto un suo sito web, dove massacra «Ne me quitte pas» e si perde in un «Besame Mucho David Guetta mix». Ci sono anche le sue poesie e una fotogallery, dove compare abbigliata da Mille e una notte.
Per ridare lustro alla sua immagine, «la ragazza» si lancia nelle opere di bene. Presiede tre Ong: la Fondazione «Mehr Nuri», il «Forun della Cultura e dell’Arte uzbeka» e «L’Assemblea delle donne», tutte regolarmente premiate dal governo con grancassa di propaganda e abbondanza di sovvenzioni. Nella rivista «Bella Terra» ha fatto pubblicare il suo ritratto sotto forma di lungo articolo: «Era presentata come una giovane donna elegante, molto gentile, tenera, vulnerabile e fragile, che deve affrontare una vita difficile... una donna che ama i suoi bambini e si prende cura della popolazione del suo Paese». In conclusione, Googoosha ha un solo problema: non può viaggiare liberamente per il mondo. E’ la conseguenza del suo divorzio tumultuoso negli Stati Uniti, dove rischia il carcere perché conserva illegalmente la custodia dei suoi due figli. Per lei è altrettanto pericoloso andare nei Paesi che hanno firmato accordi di estradizione con gli Stati Uniti. Così le sue attività di jet-set sono limitate a Mosca.
Per fortuna, c’è per lei una schiarita nel cielo: un decreto presidenziale del primo febbraio 2008 l’ha nominata viceministro degli Esteri, incaricata dei rapporti culturali. Un passo avanti verso la presidenza o un modo per assicurarsi l’immunità diplomatica, che le permetterà di viaggiare a suo piacimento?

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Un'imprenditrice, per di più con una televisione, che in prospettiva vuole buttarsi in politica? Mah, certe cose avvengono solo nei paesi arretrati.

Anonimo ha detto...

Perchè, pensi a qualcunaltro?

Angela ha detto...

sono la ex cittadina di Tashkent. Mi piange il cuore quando vedo come ridotta la mia citta e il mio paese. Al suo posto non penserei soltanto alla propria richezza. Si puo fare tantissimo...

jasonbob ha detto...

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