giovedì 18 settembre 2008

IRAN, CONDANNATE DUE FEMMINISTE "DISTURBANO L'ORDINE PUBBLICO"

La condizionale di 5 anni sospende la condanna di una giovane a 35 frustate e 1 anno di carcere. Si inasprisce la repressione del regime contro le donne che chiedono pari diritti.

TEHERAN - Volevano gli stessi diritti degli uomini, in tema di divorzio, custodia dei figli ed eredità. Ora rischiano la frusta e il carcere. Per le femministe Massoumeh Zia e Marzieh Morteza Langheroudi l'accusa è di "disturbo dell'ordine pubblico". La condanna - confermata oggi in via definitiva dal Tribunale rivoluzionario di Teheran - è di 35 frustate e 1 anno di carcere per Zia e di 10 frustate e una reclusione di 6 mesi per Langheroudi. Ma l'esecuzione della condanna è sospesa a un termine condizionale.Langheroudi, 55 anni, dovrà stare attenta a non "sgarrare" per i prossimi due anni, se non vuole andare incontro all'umiliazione della punizione corporale e alla durezza del carcere. La sua compagna di lotta, la 31enne Zia dovrà comportarsi bene per cinque anni. Certo, non sarà semplice "rigar dritto". Infatti, in concreto, le donne hanno semplicemente fatto un po' di volantinaggio. Hanno cercato di raccogliere firme, hanno espresso un dissenso e scritto articoli femministi sul Web. Hanno chiesto, insomma, di non essere considerate inferiori. La più giovane, Zia, fu arrestata durante un corteo nel giugno del 2006, insieme ad altre 70 attiviste. Langheroudi, è stata arrestata con altre 30 donne quando, poco dopo, si riunirono sotto al tribunale per chiedere la liberazione delle amiche. Si prese la condanna a un anno di carcere anche un uomo,Amir Yaqoubali, per aver manifestato al fianco delle femministe. (Fonte: "Kritikon", 16/9)

La campagna che ha visto incarcerare dozzine di donne si chiamava "un milione di firme". Con le adesioni raccolte (in Iran, ma anche all'estero) le donne avrebbero chiesto l'abolizione delle norme discriminatorie nei loro confronti per quel che riguarda matrimonio, divorzio, custodia dei figli ed eredità. Ma la repressione del regime contro le donne si fa sempre più violenta. La leader delle femministe, la 21enne Hana Abdi, è detenuta in una provincia sperduta dell'Azerbagijan orientale, colpevole di "complotto contro la sicurezza dello Stato". E' attesa la sentenza definitiva, ma questa nuova sentenza non è certo un segnale incoraggiante.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Perche non:)

Anonimo ha detto...

good start

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good