Ali è algerino, Djamila, sua moglie, è francese. Vivono a Lille, partono in vacanza a Marsiglia. Lei ha caldo, rialza il suo velo islamico,lui gli rifà il ritratto a colpi di pugni. Piccoli lavori applicati, di pace, d'amore e di tolleranza. Ali che ha colpito su un parcheggio la sua coniuge a colpi di pugno, che gli rompe il naso, perché aveva rialzato il suo velo islamico a causa del calore è stato condannato a due anni di prigione di cui 18 mesi con rinvio da parte del tribunale correttivo di Marsiglia. Il procuratore aveva richiesto otto mesi di prigione di cui tre con rinvio. Ali Nassakh un muratore di 30 anni di nazionalità algerina, è stato messo in detenzione. Presentato in comparizione immediata per violenze volontarie sulla coniuge che ha comportato un ricovero di otto giorni, rischiava fino a cinque anni di prigione. Un passante aveva dato l'allarme dopo aver visto la giovane donna col viso in sangue; é finita in lacrime quando suo marito ha affermato che si era battuta la testa contro un'automobile parcheggiata li vicino.(Fonte: "Scettico" e "Le Figaro")
lunedì 15 settembre 2008
ALI E DJAMILA
Si apprende anche dalla donna, che: “Lo porto perché me l'ha chiesto„ ha replicato la giovane donna, già battuta varie volte, che abbassava la testa all'udienza e portava il suo velo. Il Messo in causa, ha detto “di rammaricarsi„ dei fatti. “Se vuole metterlo o non, è uguale “, ha lanciato al tribunale. La vittima ha rifiutato di costituirsi parte civile e chiedere danni ed interessi. In difesa, l' avvocato dell'imputato, il dott. Marie-Laurence Pennica, ha evocato “una cultura completamente diversa„ sotto forma “di scossa dell'oriente con l'occidente “. La coppia, che abita a Lille (Nord), era in vacanza a Marsiglia. Djamila ha dunque rifiutato di portarsi parte civile contro il suo boia. È dire il grado sottomissione, è dire se l'ha interiorizzato. Probabilmente gli trova circostanze attenuanti, forse giudica che aveva ragione, che ne aveva almeno il diritto.
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