EMIRATI. LA DONNA E' STATA MINACCIATA DI MORTE DAGLI INTEGRALISTI.
La saudita in testa al concorso di poesia islamica.
I riflettori sono puntati su una donna, nell' enorme teatro di Abu Dhabi dove ogni mercoledì si gira il programma televisivo «Il Poeta milionario», un concorso popolarissimo nel Golfo. Quella donna si chiama Hissa Hilal, è una casalinga saudita di Riad, 43 anni, madre di quattro figlie. Il suo corpo, avvolto nel velo integrale, è invisibile. Guarda il mondo da due fessure, e il mondo vede l' ombra dei suoi occhi. Ma non ha avuto paura di dire ciò che vede, in versi da lei composti. «La nostra società è in pericolo». La voce, da ragazzina, a tratti tremava. Ma quando Hissa ha accusato i religiosi islamici per i loro editti che opprimono le donne e spingono la società all' estremismo, il suono era forte e limpido, il tono privo d' esitazione. «Ho visto il male negli occhi delle fatwe, in un tempo in cui ciò che è ammesso viene confuso e distorto per poterlo vietare», ha declamato. «Quando svelo la verità, un mostro emerge dal suo nascondiglio: crudele nel pensiero e nelle azioni, rabbioso e cieco, indossa una veste e una cintura di morte», ha aggiunto alludendo ai kamikaze. Hissa è stata elogiata per il suo coraggio dalla giuria, che l' ha scelta per andare in finale, il 7 aprile. Il cameraman inquadrava le donne tra il pubblico. Molte erano giovani, alcune col velo spinto indietro per far vedere i capelli. Applaudivano contente. Insieme alla fama, però, sono arrivate le minacce di morte. Un utente del sito «Ana Al Muslim», usato anche dai seguaci di Al Qaeda, chiedeva indicazioni per trovare l' abitazione della poetessa. «Allah ti ha maledetto», ha affermato un altro, chiamandola «prostituta». C' è chi non accetta che Hissa appaia in tv: anche se velata, fa sentire la sua voce. C' è chi non tollera che abbia criticato i religiosi. I giornali in Arabia Saudita, dove vige una rigida separazione tra uomini e donne, hanno interpretato la sua poesia come un' accusa contro un religioso saudita, Abdul Rahman Al-Barrak, che ha proclamato di recente che chi incoraggia contatti tra i sessi in ufficio o a scuola merita la morte. Lei ha replicato di riferirsi non a lui in particolare, ma in generale al fanatismo. «Ci sono uomini che non stringono la mano nemmeno alle parenti. Una volta non era così. Ora la gente si chiede se sia haram (proibito) persino dire ciao agli estranei». Non è stato facile per Hissa uscire allo scoperto. Le minacce non le impediranno di andare in finale.«Sono prevedibili - ha osservato - quando parli di certi argomenti». Sin da bambina scrive poesie e per 15 anni le ha pubblicate sotto falso nome per paura della reazione della tribù. «Quando mio padre lo scoprì, si infuriò», ha raccontato. Si placò quando un uomo, commosso dalle poesie, chiese Hissa in moglie. Hanno avuto quattro figlie, una delle quali autistica. Il premio in palio di 5 milioni di dirham (un milione di euro) le farebbe comodo. «Vorrei viziarle, comprare una casa, pagare per la loro istruzione». Ma non è solo una questione personale. «La gente nelle strade è contenta che io abbia parlato così apertamente». In Arabia Saudita, in particolare, tante donne l' hanno incoraggiata su internet. «Voglio far capire che una donna, anche se non viene da una famiglia importante, può farcela». Dice queste cose attraverso la poesia Nabati, un genere beduino recitato nel dialetto nel Golfo, come richiesto dal concorso. Una struttura tradizionale che già nelle passate edizioni ha permesso di veicolare contenuti controversi. «Ma non è una contraddizione presentarsi in burqa?», le hanno chiesto i giornalisti stranieri. Lei ha replicato che vuole proteggere gli uomini che ama. «Viviamo in una società tribale. Se non mi coprissi, mio marito e mio fratello verrebbero criticati dagli altri uomini».
La poesia Nabati È un genere di poesia beduina recitata nel dialetto del Golfo ed è in via d' estinzione. Per valorizzarla è nato il concorso «Il Poeta milionario»
A gennaio dell'anno scorso una storia analoga nello stesso concorso per la poetessa saudita Aydah Al Jahani: EMIRATI ARABI, MINACCE ALLA POETESSA IN TV: "PECCATRICE" . (Fonte: Corriere della Sera , 1/4)
5 commenti:
Ah che bello, che volevo tirarlo giù per farlo a scuola e adesso ho il lavoro risparmiato!
Cosa volevi tirar giù?
l'articolo e la foto
Sono troppo contenta quando ti sono utile! :-) C'è in giro anche un video, ma è in arabo, senza sottotitoli.
No, ma per la scuola lo stampo e poi faccio le fotocopie. Poi anche in storia fanno la condizione della donna nel mondo, mutilazioni genitali ecc. e quindi coordiniamo.
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