Due mostre celebrano le donne artiste dell'Iran. "Memorie Velate" a Ferrara e "Iranian Glances" a Casoria. Tra videoarte, fotografie, installazioni e performance, sfila la condizione della donna nella cultura islamica raccontata da artiste esuli.
Cittadine di "seconda classe", ripiegate a forza sui gradini più bassi della scala sociale, in balia di un'atavica cultura discriminante e spasmi di rinnovamento, in un delicato equilibrio tra smania di modernità e composta affezione ad un'identità religiosa. Le donne iraniane diventano l'orizzonte di riflessione di altrettante donne artiste dell'Iran, dal passato difficile consumato tra la rivoluzione islamica del 1979 e la guerra Iran-Iraq (1980-'88), e con un presente di scelte radicali, tra chi ha deciso di rimanere nel paese d'origine e chi ha scelto la via dell'esilio, una nuova vita "condannata" dal nomadismo geografico. Le raccontano due mostre, "Memorie velate. Arte contemporanea dall'Iran" che dal 18 aprile al 13 giugno si apre al Padiglione d'Arte contemporanea di Ferrara, nell'ambito della XIV Biennale Donna, e "CamMovie/Glances" dal 17 aprile al 30 maggio al Contemporary Art Museum di Casoria (in provincia di Napoli).
Entrambe appaiono come l'occasione di un viaggio della memoria nell'universo femminile di un paese difficile, dove la creatività sposa il linguaggio forte della provocazione, della denuncia, della speranza, della passione, ma anche di un accorata nostalgia verso le bellezze sane del mondo islamico. Protagoniste a Ferrara, sotto la cura di Silvia Cirelli, sono le memorie sei artiste contemporanee iraniane già affermate a livello internazionale. La giovane Shirin Fakhim che porta per la prima volta in Italia sculture a grandezza naturale che un coraggio senza remore indaga il fenomeno del grande aumento di prostitute a Teheran, frutto, come indica la curatrice, del ripudio, degli abusi domestici o della vedovanza subiti da donne che perdono la propria dignità come previsto da regole religioso-sociali.
Ghazel propone in esclusiva italiana la complessa video-installazione che vuole restituire al pubblico un intimo diario quotidiano di stampo autobiografico dove sfilano gesti, atteggiamenti e capitoli di vita di una donna dalla multipla identità. Prendendo spunto dai fatti di cronaca in cui i manichini femminili nelle vetrine dei negozi di Teheran diventano oggetto di accese tanto da mutilarne le forme femminili, la giovane giornalista Firouzeh Khosrovani racconta in un documentario la concezione del corpo femminile dalla Rivoluzione Islamica fino ad oggi. Splendide le fotografie di Shadi Ghadirian sulla femminilità trasfigurata da chador floreali che al posto del volto mostrano utensili da cucina. Mandana Moghaddam colpisce con le sue creature di cemento, capelli veri e specchi. Chiude, Parastou Forouhar, con i suoi inni concettuali e brutali alla lotta per i diritti delle donne. Un'arte dolorante e impietosa che nasce dalla sua personale storia, quando i genitori furono uccisi perché oppositori politici in Iran. Di natura tutta video-concettuale la rassegna del Cam, che indaga da vicino il linguaggio visivo e multimediale dell'arte contemporanea iraniana. Nella prima edizione di "CamMovie", manifestazione-contenitore annuale articolata in quattro sezioni (Glances, Censured, Magmart, Video Loop), spicca proprio il focus sulla video arte persiana a cura di Antonio Manfredi che propone ventidue opere, alcune già viste a grandi expo occidentali, come Documenta 11, altre realizzate da artisti dissidenti costretti a fuggire in Europa. Iranian glances, gli sguardi iraniani diventano metafore al vetriolo, messaggi caustici rivestiti di poesia e visionarietà che insinuano una personale protesta contro il potere oppressivo del governo. La riflessione sulla società iraniana non può che essere il fil rouge, a partire dalla condizione subalterna della donna. Protagonista d'eccezione, Rokhshad Nourdeh, artista iraniana che vive a Parigi. Durante la mattinata del 17 aprile, l'artista camminerà per le strade di Napoli distribuendo volantini con testi da lei prodotti, portando successivamente sul Vesuvio una bandiera colorata, simbolo dell'unità. Il camminare di Rokhshad Nourdeh è come riproporre in un altro luogo l'incedere della fiumana di persone che ha popolato le strade dell'Iran negli ultimi mesi. Tra le particolarità in mostra, spicca l'installazione dedicata a Neda Agha Soltan, una delle ragazze uccise durante gli scontri a Teheran contro il governo iraniano, la cui immagine ha fatto il giro del mondo divenendo simbolo dell'onda verde persiana. Faranno da cornice ironica le sagaci vignette di Simona Bassano di Tufillo che rivelano le difficoltà delle donne che indossano il burqua. Nella sezione "censured" il Cam regala i film vietati in Iran di Jafar Panahi, regista arrestato il primo marzo 2010 per la sua attività di opposizione al regime iraniano. (Fonte: http://www.repubblica.it/ , 16/4)
Ghazel propone in esclusiva italiana la complessa video-installazione che vuole restituire al pubblico un intimo diario quotidiano di stampo autobiografico dove sfilano gesti, atteggiamenti e capitoli di vita di una donna dalla multipla identità. Prendendo spunto dai fatti di cronaca in cui i manichini femminili nelle vetrine dei negozi di Teheran diventano oggetto di accese tanto da mutilarne le forme femminili, la giovane giornalista Firouzeh Khosrovani racconta in un documentario la concezione del corpo femminile dalla Rivoluzione Islamica fino ad oggi. Splendide le fotografie di Shadi Ghadirian sulla femminilità trasfigurata da chador floreali che al posto del volto mostrano utensili da cucina. Mandana Moghaddam colpisce con le sue creature di cemento, capelli veri e specchi. Chiude, Parastou Forouhar, con i suoi inni concettuali e brutali alla lotta per i diritti delle donne. Un'arte dolorante e impietosa che nasce dalla sua personale storia, quando i genitori furono uccisi perché oppositori politici in Iran. Di natura tutta video-concettuale la rassegna del Cam, che indaga da vicino il linguaggio visivo e multimediale dell'arte contemporanea iraniana. Nella prima edizione di "CamMovie", manifestazione-contenitore annuale articolata in quattro sezioni (Glances, Censured, Magmart, Video Loop), spicca proprio il focus sulla video arte persiana a cura di Antonio Manfredi che propone ventidue opere, alcune già viste a grandi expo occidentali, come Documenta 11, altre realizzate da artisti dissidenti costretti a fuggire in Europa. Iranian glances, gli sguardi iraniani diventano metafore al vetriolo, messaggi caustici rivestiti di poesia e visionarietà che insinuano una personale protesta contro il potere oppressivo del governo. La riflessione sulla società iraniana non può che essere il fil rouge, a partire dalla condizione subalterna della donna. Protagonista d'eccezione, Rokhshad Nourdeh, artista iraniana che vive a Parigi. Durante la mattinata del 17 aprile, l'artista camminerà per le strade di Napoli distribuendo volantini con testi da lei prodotti, portando successivamente sul Vesuvio una bandiera colorata, simbolo dell'unità. Il camminare di Rokhshad Nourdeh è come riproporre in un altro luogo l'incedere della fiumana di persone che ha popolato le strade dell'Iran negli ultimi mesi. Tra le particolarità in mostra, spicca l'installazione dedicata a Neda Agha Soltan, una delle ragazze uccise durante gli scontri a Teheran contro il governo iraniano, la cui immagine ha fatto il giro del mondo divenendo simbolo dell'onda verde persiana. Faranno da cornice ironica le sagaci vignette di Simona Bassano di Tufillo che rivelano le difficoltà delle donne che indossano il burqua. Nella sezione "censured" il Cam regala i film vietati in Iran di Jafar Panahi, regista arrestato il primo marzo 2010 per la sua attività di opposizione al regime iraniano. (Fonte: http://www.repubblica.it/ , 16/4)
Per informazioni: http://associazioni.comune.fe.it/index.phtml?id=2274 .
2 commenti:
A Ferrara ci andrò sicuramente, andrei anche a Casoria fosse più vicina. Grazie della segnalazione.
Ci mancherebbe! Purtroppo io non potrò andare nè a Ferrara, nè tanto meno a Casoria, ma la cosa è sicuramente interessante!!!
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