L’Alta Corte del Kerala chiede alla polizia dello Stato di indagare sulle campagne di conversione forzata ribattezzate “Love Jihad” e “Romeo Jihad”. Giovani attratte da promesse matrimoniali, finiscono nelle mani di organizzazioni islamiche. Si teme che i casi siano oltre 4mila. Ai ragazzi che fanno da esca una ricompensa di 100mila rupie.
New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – L’Alta Corte del Kerala ha chiesto alla polizia dello Stato e al ministro degli interni di New Delhi di aprire un'inchiesta sulle cosiddette “Love Jihad” e “Romeo Jihad”, operazioni pianificate da organizzazioni musulmane che adescherebbero giovani ragazze con la promessa dell’anima gemella per poi costringerle a convertirsi all’islam.
La richiesta del giudice K T Sankaran arriva nei giorni in cui il tribunale del Kerala respinge la richiesta di scarcerazione su cauzione di due giovani musulmani accusati di aver circuito due studentesse di un college a Pathanamthitta.
I ragazzi indagati appartengono al Campus Front, gruppo studentesco musulmano, legato al Popular Front of India (PFI) confederazione di organizzazioni d’ispirazione islamica, attivo anche negli Stati del Karnataka e Tamil Nadu.
Le due studentesse, originarie di Kochi e Thiruvananthapuram, hanno testimoniato in tribunale di essere state adescate con promesse di matrimonio e poi tenute sotto sequestro in un centro a Malappuram. Esse affermano di essere state costrette e leggere libri e vedere video che inneggiavano all’estremismo religioso.
La polizia del Kerala teme che il fenomeno possa avere ampie dimensioni. I musulmani sono la seconda comunità religiosa dello Stato dopo gli indù; rappresentano il 24% della popolazione, oltre 30milioni di persone, e questo offre una fitta trama di rapporti che può facilitare le operazioni di adescamento e conversione.
La richiesta del giudice K T Sankaran arriva nei giorni in cui il tribunale del Kerala respinge la richiesta di scarcerazione su cauzione di due giovani musulmani accusati di aver circuito due studentesse di un college a Pathanamthitta.
I ragazzi indagati appartengono al Campus Front, gruppo studentesco musulmano, legato al Popular Front of India (PFI) confederazione di organizzazioni d’ispirazione islamica, attivo anche negli Stati del Karnataka e Tamil Nadu.
Le due studentesse, originarie di Kochi e Thiruvananthapuram, hanno testimoniato in tribunale di essere state adescate con promesse di matrimonio e poi tenute sotto sequestro in un centro a Malappuram. Esse affermano di essere state costrette e leggere libri e vedere video che inneggiavano all’estremismo religioso.
La polizia del Kerala teme che il fenomeno possa avere ampie dimensioni. I musulmani sono la seconda comunità religiosa dello Stato dopo gli indù; rappresentano il 24% della popolazione, oltre 30milioni di persone, e questo offre una fitta trama di rapporti che può facilitare le operazioni di adescamento e conversione.
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I primi indizi sulla vicenda risalgono all'inizio del 2009 quando la polizia ha registrato, nell’arco di sei mesi, quasi 4mila conversioni all’islam tra ragazze che avevano avuto a che fare con la rete di Romeo Jihad.
Lo strumento più utilizzato per gli adescamenti è internet. Il profilo delle giovani coinvolte è ben definito: indù o cristiane, studentesse di college o al primo impiego, provenienti da famiglie benestanti.
Gli adescatori hanno indicazioni precise: due settimane di tempo per verificare le reali possibilità di convertire la ragazza; sei mesi per sottoporla ad un vero e proprio lavaggio del cervello. Durante la loro missione i ragazzi ricevono cellulari, moto e vestiti necessari per adescare le giovani; a conversione avvenuta 100mila rupie, circa 1400 euro, come aiuto finanziario per iniziare una attività in proprio.
L’Alta Corte del Kerala vuole che le autorità centrali e a quelle dello Stato indaghino anche sui fondi che finanziano le due campagne. Ad oggi gli investigatori sono riusciti a scoprire che i soldi arrivano dall’estero, con tutta probabilità da Paesi del Medio oriente o della penisola araba.
I primi indizi sulla vicenda risalgono all'inizio del 2009 quando la polizia ha registrato, nell’arco di sei mesi, quasi 4mila conversioni all’islam tra ragazze che avevano avuto a che fare con la rete di Romeo Jihad.
Lo strumento più utilizzato per gli adescamenti è internet. Il profilo delle giovani coinvolte è ben definito: indù o cristiane, studentesse di college o al primo impiego, provenienti da famiglie benestanti.
Gli adescatori hanno indicazioni precise: due settimane di tempo per verificare le reali possibilità di convertire la ragazza; sei mesi per sottoporla ad un vero e proprio lavaggio del cervello. Durante la loro missione i ragazzi ricevono cellulari, moto e vestiti necessari per adescare le giovani; a conversione avvenuta 100mila rupie, circa 1400 euro, come aiuto finanziario per iniziare una attività in proprio.
L’Alta Corte del Kerala vuole che le autorità centrali e a quelle dello Stato indaghino anche sui fondi che finanziano le due campagne. Ad oggi gli investigatori sono riusciti a scoprire che i soldi arrivano dall’estero, con tutta probabilità da Paesi del Medio oriente o della penisola araba.
6 commenti:
ot :
http://www.ilgiornale.it/milano/amo_italiano_papa_mi_uccide_marocchina_15_anni_sotto_scorta/09-10-2009/articolo-id=389459-page=0-comments=1
ot
Ha ragione la Sbai in Marocco sono piu' evoluti , quelli che vivono in Europa sono rimasti indietro .
Grazie, è la stessa ragazza di cui ho parlato qui:
http://milleeunadonna.blogspot.com/2009/10/pavia-picchia-figlia-che-frequenta.html.
La fantasia di questi fanatici non ha davvero limiti...
Alessandra, ti spiace se posto questo articolo su OKNO notizie?
No, affatto, anzi... .
Grazie ;)
L'ho messo sotto Politica purtroppo, perché non trovo una voce più adatta (non esiste Società, l'alternativa sarebbe stata Religioni ma sarebbe stata poco idonea comunque)
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