martedì 20 ottobre 2009

DIETRO IL VELO, REPORTAGE: COSA PENSANO DAVVERO LE MUSULMANE D' ITALIA/2


NAJDA, 18 ANNI (nella foto, prima in alto a sinistra)

PAZZA PER LA MODA

Marocchina, studentessa. "Velo? Neanche a parlarne. Adoro la moda, vestirmi come mi pare. A Milano sto benissimo, fino a due anni fa vivevo in Francia, e lì è tutto diverso: dei compagni di scuola algerini mi hanno picchiata perchè non ero velata. Un fidanzato italiano? Se capitasse, che male c'è? Una coppia è una coppia, se c'è l'amore c'è tutto. E i miei la pensano come me".

AZAZY, 35 ANNI (seconda in alto)

Egiziana, casalinga. "Porto il velo da quando ero ragazzina, al Cairo si usa così (NON DA SEMPRE !), ma l'ho deciso io, nessuno mi ha obbligata. Mi piace, è anche un accessorio, come per voi una collana. Mia figlia, che ha 13 anni ed è nata in Italia, l'anno scorso l'ha messo, poi in classe si è sentita a disagio e ha preferito toglierlo. E in casa, nessuno si è sognato di dirle niente.

SELMA, 25 ANNI (prima in basso a sinistra)

PER DIO E PER PUDORE

Siriana, studentessa. "La mia migliore amica è cristiana. Differenze? Se vado al mare con lei non posso mettermi in bikini, quindi non ci vado, tutto qui. Il velo lo porto per Dio e per pudore: una ragazza non dovrebbe essere esposta a sguardi insistenti, essere corteggiate è un'altra cosa. Amici italiani ne ho mille, ma un fidanzato italiano è escluso: non capirebbe i miei "no", i miei valori".

NELLY, 35 ANNI (secondo in basso a destra)

Senegalese, cuoca. "Sono musulmana, prego, osservo il Ramadan. Ma da noi il velo non esiste: chi vuole si mette un allegro turbante colorato. L'Africa non ha niente a che vedere con i Paesi arabi, siamo una società matriarcale: mettere una donna nell'angolo è inconcepibile. E se un padre ammazza la figlia, che Dio l'aiuti. Perchè la madre e la sua famiglia non gli lasceranno scampo".


ANCORA IN FUGA DAL PADRE PADRONE

Marocchina, impiegata. "L'integrazione è un'illusione: i musulmani più radicali non vogliono essere integrati, vogliono vivere come a casa loro. Come mio padre.
Quando ero ragazzina, a scuola passavo ore seduta per terra in palestra, perchè "non si fa ginnastica davanti ai maschi". Mai partecipato a una gita, mai uscita da sola con le amiche: lui non voleva.
Quando a 13 anni mi ha imposto il velo ho protestato. Ma ho dovuto cedere, sennò erano urla, e mia madre mi supplicava di ubbidire. Come se quelle velate fossero tutte brave ragazze: le ho viste io, togliersi il velo e andare a bere un drink. Il liceo non l'ho mai finito, perchè "tanto poi ti sposi e fai dei figli, a che ti serve studiare?". Dopo aver lasciato la scuola, però, ho convinto mio padre a farmi cercare un lavoro in un call center, tanto per uscire di casa. Dicevo che finivo alle 18, invece ero fuori un'ora prima. Un'ora d'aria per vedere due vetrine, per fare due passi, anche da sola. Un pomeriggio mio padre mi ha scoperto, e mi ha chiusa in casa. Non per modo di dire: andava al lavoro e portava via le chiavi, tornava e sprangava la porta. Un giorno le ha dimenticate appese alla serratura. Era la mia unica possibilità. Non ho preso niente, non ho pensato, non avevo un euro, sono scappata così, con addosso un paio di jeans. Era cinque anni fa. Ora lavoro, ho degli amici. Ma ho dovuto rinunciare alla mia mamma, i miei fratellini non sanno nemmeno che esisto. Vivo guardandomi le spalle: tempo fa mio padre mi ha spedito un video. Dove mi spiegava che cosa mi merito".

SABRINA, 23 ANNI

NON TUTTO E' MASCHILISMO

Italo-egiziana, studentessa. "Sono nata e vissuta a Milano, per capire quale la giusta via mi è servito tempo. Sono stati i Giovani musulmani a farmi capire il senso del velo, e ora non vedo l'ora di metterlo. E se incontro un amico adesso lo saluto, ma non lo abbraccio. L'islam maschilista? No, protegge noi donne, e questo mi piace. Un uomo che mi chiedesse di non lavorare, però, non lo accetterei mai". (Fonte: "Oggi")

Sotto, storie di altre 2 ragazze.
E poi una regina araba e musulmana che torna in visita in Italia, a Roma: Rania, amore su Twitter «Roma così romantica» .
Invece in Malaysia: «È troppo sexy». Beyoncé non canta più .
HASSINA, 17 ANNI

TUTTA ISLAM E PARROCCHIA

Algerina, studentessa. "Chi l'ha detto che l'integrazione è impossibile? Io rispetto il Ramadan e faccio l'animatrice in parrocchia, così vivo il mio mondo ma anche quello degli altri. Il velo lo metterò quando sarò consapevole: non mi piace fare le cose perchè le fanno gli altri. Un ragazzo italiano? I miei non lo accetterebbero mai. Ma a me l'idea della coppia mista non sembra così assurda...".

SABIR, 30 ANNI

APERITIVO SENZA ALCOL

Marocchina, impiegata. "Vivo in Italia da tre anni, lavoro anche accanto a degli uomini e nessuno mi ha mai discriminata perchè sono musulmana. Porto il velo perchè mi piace, mi fa sentire protetta. Da cosa? Sguardi troppo insistenti, battute pesanti, cose così. Ma se mi invitano fuori per bere qualcosa, vado più che volentieri. Basta che nel bicchiere ci sia un analcolico".

16 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Alle ti segnalo questo articolo :
http://www.tempi.it/esteri/007795-pi-islamiche-delle-islamiche

buona giornata

inc@

Alessandra ha detto...

Bello, grazie mille!

Fuoridalghetto ha detto...

Inquietanti le testimonianze di Najda (sarà qui da noi fra qualche anno così com'è ora in Francia?) e Amal!
Bella invece quella di Nelly che testimonia ciò che io ho sempre pensato: il problema non è l'Islam in sé, ma il proselitismo e l'arabizzazione che l'accompagna. Chi riesce a mantenere, nonostante la religione "saudita" (nel senso proveniente da lì), la propria identità e cultura o a rielaborare la religione coranica in base ad esse, vive sicuramente meglio.

Alessandra ha detto...

In Francia mi sa che guardano il dito e non la luna: vietano i simboli religiosi, includendoci anche l'hijab, ma c'è un problema più profondo.
Najda e Amal sono veramente coraggiose: sono la dimostrazione che non tutti i musulmani praticano la taqiya, ma ce ne sono che dicono davvero quello che pensano. Riguardo alla testimonianza di Nelly, anche a me è piciuta, ma il Senegal non è tutta l'Africa e non so quanto si possa generalizzare il discorso delle società matriarcali. La Somalia è in balia degli integralisti islamici!

Anonimo ha detto...

"Sono stati i Giovani musulmani a farmi capire il senso del velo"

...

stefania

Poerio ha detto...

Selma dovrebbe essere un' esponente milanese dei Giovani Musulmani d'Italia http://www.facebook.com/people/Selma-Ghrewati/1429699477

Alessandra ha detto...

Stefania: e non vede neppure l'ora di metterselo!

Non lo so, Poerio, ma tra le intervistate ci sono anche ragazze che appartengono al GMI o che ci si stanno avvicinando, come appunto l'altra ragazza che ha "capito il senso del velo grazie a Giovani Musulmani" e non vede l'ora di metterselo. Per fortuna non ci sono solo loro, tra le intervistate.

Alessandra ha detto...

Ricordo che dopo il leggi tutto, ci sono altre due testimonianze.

Marco ha detto...

"Amici italiani ne ho mille, ma un fidanzato italiano è escluso: non capirebbe i miei "no", i miei valori".

Quest'aria di superioritò mi da il vomito. Sono dei selvaggi presuntuosi e non c'è rimedio.

Alessandra ha detto...

La sua migliore amica sarà anche cristiana, ma a me ha ricordato "io ho degli amici ebre"... . E lei capirebbe i "no" e i sì di un ragazzo italiano?

terry ha detto...

Salve sono Terry

Terry ha detto...

Salve sono Terry e ho da poco scoperto questo blog e vorrei con voi scambiare quattro chiacchiere intorno a questi argomenti.Allora, per iniziare ho letto su un altro blog: gli amici di san gabriele, alcune considerazioni fatte da una ragazza in merito alle motivazioni che dovrebbero spingere una donna ad indossare il velo: il pudore, paragonando la donna ad una perla e il velo ad una conchiglia che deve proteggerla. Io oserei dire dovrebbe proteggerla da cosa. Be, se è vero che sono delle perle e come tali devono essere protette perchè tanta violenza, tanti soprusi si consumano nel mondo musulmano e tra le mura domestiche. Alla faccia della perla. Ciao a presto!

Alessandra ha detto...

Terry, benvenuta. Anch'io ho letto 'sta storia della conchiglia e della perla in un'ostrica. Ammetto che raccontata così, è facile "invaghirsi" del velo e senz'altro GMI e UCOII la mettono in questi termini. Con il velo le donne musulmane hanno l'illusione di non essere viste come degli oggetti, di essere guardate non per la loro esteriorità, ma per la loro bellezza interiore (principio di per sè sacrosanto fatto proprio dal femminismo): peccato che in realtà sia esattamente il contrario! Ecco qua:

http://www.milleeunadonna.blogspot.com/.../emergenza-molestie-egitto-prima.html

Soprattuto in Occidente non passano certo inosservate le donne che portano hijab o peggio: è un segno per distinguersi e ci vedo una sorta di civetteria (altro che modestia!). Riguardo alla protezione... proteggiamo i bambini, non gli ADULTI! Protezione di una donna spesso e volentieri vuol dire aver CONTROLLO su di lei e una donna E' UNA PERLA COMUNQUE, INDIPENDENTEMENTE DAL VELO!

Poerio ha detto...

Qui c'è la prima parte della puntata di Terra di ieri. Non so se l'hai vista ma nella prima parte c'è la stessa Selma dell'articolo di Oggi, Sumaya Abdel Qader e la presidente dell'ADMI, l'associazione delle donne dell'UCOII. Sempre i soliti nomi. http://www.video.mediaset.it/mplayer.html?sito=tg5&data=2009/10/22&id=40067&from=tg5

Alessandra ha detto...

No, non l'ho vista. Guarderò, grazie.

Anonimo ha detto...

scusate ma io non capisco perche' vi interessano cosi' tanto i paesi islamici che per parlare di violenza domestica e di soprusi sulle donne basta guardare il nostro paese...