IL PERSONAGGIO. MAESTRA DI IMMAGINE E INVIDIATA DAL RESTO DELL'ENTOURAGE, E'STATA LEI AD ANNUNCIARE LA FINE DELLO STATO D'EMERGENZA.
Da interprete a super-consigliera, Bouthaina Shaaban è la «cassaforte» dei segreti di famiglia. Gli attempati vertici politici siriani, custodi della più assoluta ortodossia del regime, affascinati dalla gestione del potere di Hafez el Assad, e sempre prodighi di consigli (troppi) nei confronti del figlio Bashar, non l' hanno mai amata. Troppo indipendente, colta, coriacea, ambiziosa. Maestra di immagine. E soprattutto donna. Bouthaina Shaaban, 57 anni, sposata, tre figli, capace di gestire i suoi compiti con la forza di un ciclone, a 16 anni era già nel partito Baath. Ha poi scalato tutti i gradini del potere, fino a diventare la persona più influente nell' entourage del giovane presidente, di cui è assieme consigliera politica e consigliera per la stampa. Il potere le è stato dato per gli indubbi meriti professionali, ma in gran parte se lo è conquistato da sola, diventando prima la cassaforte dei segreti del defunto presidente Hafez el Assad, e poi quella del figlio Bashar. In che modo? Semplice. Con la sua perfetta padronanza della lingua più veicolare (ha un Phd in letteratura inglese dell' Università di Warwick), è stata infatti l' interprete di entrambi, prima di abbandonare l' incarico e diventare di fatto il braccio destro del capo dello Stato. Come fidata interprete, non soltanto ha conosciuto le asprezze e le titubanze dei due presidenti, ma pregi e difetti di molti potenti della Terra che andavano in missione in Siria. Alla fine, la dottoressa Shaaban conosceva più cose e retroscena internazionali di gran parte della nomenklatura del regime. Quando Assad è mancato, pochi mesi dopo il fallimento dell' incontro con il presidente americano Bill Clinton, a Ginevra, dove si arrivò a pochi metri dal traguardo di uno storico accordo tra la Siria e Israele, Bouthaina Shaaban è passata da subito alle dipendenze del figlio, seguito con le premure di una influente ma rispettosa sorella maggiore. È in questa fase, pur continuando occasionalmente a svolgere il lavoro di interprete, che la Shaaban ha consolidato il suo ruolo politico, prima come portavoce del ministero degli Esteri durante la guerra all' Iraq del 2003, poi come ministro degli Espatriati. Incarico tenuto fino al 2008, per volere di Bashar, che l' aveva scelta con un doppio obiettivo: continuare ad avvalersi dei consigli a tutto campo della preziosa collaboratrice, e avere un affidabile e fedelissimo punto di riferimento all' interno del governo. Un governo turbato da un crescente dissenso sociale, accentuato dopo l' assassinio a Beirut dell' ex premier Rafik Hariri, di cui in un primo tempo furono accusati i servizi di sicurezza siriani. Con determinazione la ministra ha cercato di coniugare le frequentissime missioni all' estero con periodiche interviste ai grandi network, soprattutto occidentali. La padronanza della lingua inglese e la certezza di saper interpretare perfettamente il pensiero del presidente le hanno ovviamente creato problemi, invidie e gelosie. Alimentati dal ruolo di consigliera a tutto campo, che di fatto la pone al di sopra di quasi tutte le istituzioni politiche. A parte ovviamente quegli apparati di sicurezza che secondo alcuni analisti contano persino più dello stesso presidente. In questi giorni Bouthaina Shaaban, per amor di tesi e per la volontà di servire al meglio il suo turbato superiore, probabilmente ha ecceduto. Come quando ha detto di non seguire altre televisioni per sapere la verità: «Visto che queste cose succedono in Siria, l' unica tv che dice la verità è quella statale!». Polemica evidente nei confronti di Al Jazeera, il canale arabo del Qatar più seguito dalla gente e più odiato dai regimi. Però la consigliera ha anticipato, con un intervento pubblico, che verrà ritirato lo stato di emergenza, in vigore dal 1963, e che il presidente parlerà alla nazione per illustrare il suo piano di riforme. Ma basterà? (Fonte: http://www.corriere.it/ , 28/3)
4 commenti:
In poche parole, questa signora è da quarant'anni la complice di due assassini dalle mani grondanti di sangue.
E naturalmente è da condannare per questo, non perchè donna che ha fatto carriera, come pare che faccia l'entourage di Assad.
Sì, certo, ma non puoi pretendere che ispiri simpatia solo perché quelli la osteggiano in quanto donna.
No, chiaro. Il solo fatto che abbia detto che la tv statale è la bocca della verità...
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