venerdì 1 aprile 2011

EGITTO: "TEST DI VERGINITA' " PER LE MANIFESTANTI DEL 9 MARZO


Incriminato Mubarak per la repressione. Ma anche le donne che erano scese in piazza Tahrir per i loro diritti. Notizie dall'Egitto, semisparito nel vortice libico. Notizie ufficiali - la Commissione egiziana, che indaga sull'ondata di violenza avvenute durante le manifestazioni di protesta contro il regime ha chiesto l'incriminazione con l'accusa di omicidio volontario per l'ex presidente Hosni Mubarak e per l'ex ministro dell'Interno del regime al-Adli, accusato di aver dato l'ordine di aprire il fuoco sulla folla dei manifestanti (accusato tra l'altro di essere dietro all'attentato alla chiesa copta di Alessandria a Capodanno e aver fatto liberare i criminali che hanno danneggiato i monumenti egizi, per giustificare la presenza dell'esercito !!! ndr) - e notizie da verificare, ma decisamente allarmanti. Amnesty International, infatti, ha chiesto alle autorità egiziane di indagare sulle gravi denunce di torture, compreso l’obbligo a sottoporsi a ‘test di verginità’’, inflitte dai militari alle donne che hanno preso parte alle manifestazioni al Cairo il 9 marzo scorso. Cos'era successo quel giorno? Nulla di incoraggiante purtroppo per chi spera in un nuovo Medio Oriente. Arrivate nel primo pomeriggio nella "piazza della libertà", l'ormai celebre piazza Tahrir del Cairo, per un corteo convocato in occasione della giornata internazionale dedicata alle donne, le manifestanti, duecento coraggiose impegnate nel giornalismo e nella vita civile, erano state aggredite al grido di "Tornatevene a casa". Un invito reso più "corposo" da aggressioni e palpeggiamenti. Un episodio«deprimente e disgustoso» che le donne coinvolte avevano denunciato con amarezza come opera di teppisti. Erano solo teppisti? Il seguito getta ulteriori ombre sull'episodio perché in seguito a quella manifestazione abortita i militari hanno arrestato almeno 18 donne. Queste hanno poi riferito ad Amnesty International di essere state picchiate, sottoposte a scariche elettriche, obbligate a denudarsi mentre i soldati le fotografavano e infine costrette a subire un ‘test di verginità’’, sotto la minaccia di essere incriminate per prostituzione. Tra le testimonianze raccolte da Amnesty quella di Salwa Husseini, 20 anni, arrestata e portata al carcere militare di El Heikstep, a nord-est della capitale dove è stata costretta a togliersi tutti i vestiti ed è stata perquisita da una guardiana, in una stanza con due porte e una finestra aperte. Nel frattempo i soldati entravano nella stanza per scattarle delle foto. I ‘test di verginità’’ sono stati eseguiti in un’altra stanza da un uomo che indossava una giacca bianca. Quelle trovate "non vergini’ sarebbero state incriminate per prostituzione. Una donna, riferisce Amnesty, ha detto che era vergine ma poiché il test avrebbe provato il contrario, è stata picchiata e sottoposta a scariche elettriche. I soldati hanno continuato a umiliare le donne consentendo ai soldati di guardare e fotografare quello che stava accadendo, con la minaccia implicita di rendere pubbliche le immagini. Rasha Azeb, una giornalista a sua volta arrestata a piazza Tahrir, ha riferito ad Amnesty International di essere stata ammanettata, picchiata e insultata. Secondo il suo racconto, le 18 manifestanti arrestate sono state inizialmente portate in un locale del Museo del Cairo, dove sono state ammanettate, picchiate con bastoni e tubi di gomma, colpite con l’elettricità al petto e alle gambe e chiamate ‘prostitute’. Rasha Azeb ha potuto ascoltare le urla delle detenute mentre venivano torturate. E’ stata rilasciata diverse ore dopo, insieme a quattro colleghi giornalisti, mentre le altre 17 donne sono state trasferite a El Heikstep. Altre testimonianze, raccolte dal Centro El Nadeem per la riabilitazione delle vittime della violenza, secondo Amnesty sono coerenti con quelle di Rasha Azeb e Salwa Husseini. Per la cronaca le donne portate a El Heikstep sono poi comparse di fronte a un tribunale militare l’11 marzo e rilasciate due giorni dopo. Diverse di esse sono state condannate a un anno di carcere, con la sospensione della pena. Salwa Hosseini e’ stata giudicata colpevole di condotta disordinata, distruzione di proprietà pubblica e privata, ostacolo alla circolazione e possesso di armi. (Fonte: http://www.lastampa.it/ , 23/3)

Nessun commento: