IL PERSONAGGIO. NATA A LONDRA, LAUREATA IN INFORMATICA, IN QUESTE SETTIMANE HA DIFESO IL "RIFORMISMO" DEL MARITO. L' "OFFENSIVA DEL FASCINO" DELLA MOGLIE DI ASSAD VANIFICATA DALLA DUREZZA DELLA REPRESSIONE.
La peluria ingrigita di Yasser Arafat sta addossata alla barba nera di Che Guevara nelle vie pigiate di Yarmouk. I palestinesi del campo profughi più grande del Paese onorano i simboli rivoluzionari sui muri mal intonacati, eppure elogiano le «caute riforme» del regime che li ospita. «In Siria non è possibile cambiare il sistema troppo in fretta» commenta Kamal, la sua famiglia è fuggita da Safed, nord d'Israele, nel 1948. «Bashar Assad deve compiere un passo alla volta. Altrimenti crolla tutto il castello di carte». Il castello, quello di mattoni e cemento armato, è un elegante appartamento nel quartiere di Malki, palazzi addossati alle rocce del monte Qassioun in ascesa sociale verso l'aria più pulita. E' stato ristrutturato su tre livelli, finestre a tutti i lati, niente tende. «E' una boccia per i pesci rossi», lo descrive la rivista Vogue, che è andata a trovare la padrona di casa. Nella bolla di vetro, vive il presidente con la moglie Asma e i tre figli: Hafez (9 anni, ha preso il nome dal nonno e primo leader della dinastia), Zein di 7 e Karim, 6. «Siamo protetti perché siamo attomiati da vicini che vogliono proteggerci. Passano di qua, commentano i mobili, sono curiosi. E' giusto così, non possiamo vivere isolati», racconta Asma al mensile d'alta moda. La trasparenza del potere proclamata dalla first lady contrasta con la definizione che il Dipartimento di Stato offre sul suo sito: «Il governo siriano conduce un'intensa sorveglianza fisica ed elettronica dei suoi cittadini e dei visitatori stranieri». La vecchia strada statale che porta ad Homs, la città indi. striale dov'è nato il padre di Asma, sale attraverso le rocce chiazzate dallo scuro delle grotte, qui millesettecento anni fa pregavano i monaci custiani. In cima a una collina di pietre, c'è il buco nero che inghiotte gli cppositori del regime, la prigione di Sayclnaya. Settimana scorsa, Assad ne ha liberati 250 per cercare di calmare le proteste cominciate il 18 marzo. Il giorno prima di quel venerdì della rabbia la moglie è all'hotel Four Seasons come ospite d'onore dell'Harvard Alumni Association. E' l'università americana che non ha frequentato per frequentare Bashar. Quando lo sposa nel dicembre del 2000, rinuncia al master finanziario (ha già una laurea in informatica) e al bonus di fme anno della Yoran (ha appena chiuso un affare milionario con una società di biotecnologie). Lascia Londra è cresciuta ad Acton, ha frequentato il Queen's College e torna nel Paese dove ha passato le vacanze estive con i genitori: il padre è cardiologo, la madre lavora all'ambasciata, sono amici di famiglia degli Assad. Asma conosce Bashar da quando ha dieci anni, lui ne ha altrettanti di più. Agli studenti e docenti americani spiega che «le rivolte in altri Paesi arabi sono specifiche di quelle nazioni. Noi non abbiamo bisogno di una ribellione per capire che dobbiamo ancora realizzare gli obiettivi. Abbiamo dato il via alle riforme anni fa». Più o meno le parole ripetute dal presidente in un'intervista di fine gennaio al quotidiano Wall Street Journal. Nadim Houry, ricercatore di Human Rights Watch, ritiene che il profilo di Vogue e l'evento organizzato da Harvard facciano parte di un'«offensiva del fascino», che sfrutta lo stile e la bellezza della «rosa del deserto» (così eletta dal titolo della rivista). Qualche siriano spera che il suo fascino possa influire anche sul marito e che la trentacinquenne Asma prema per fermare la repressione (i morti sono almeno 70, secondo le organizzazioni per i diritti umani. L'amore per i tacchi a sti letto di Christian Loubutin rischia di accostarla a Imelda Marcos più che a una leader illuminata. La sua missione dichiarata coinvolgere i 6 milioni di ragazzi sotto ai 18 anni nella «cittadinanza attiva» è stata sorpassata dai giovani usciti in strada a protestare: vogliono di più e lo vogliono subito. (Fonte: http://www.leprotagoniste.org/ , articolo del Corsera)
1 commento:
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