martedì 19 gennaio 2010

RITROVATA LA RAGAZZA RAPITA A FANO: "SI RIBELLAVA ALLE NOZZE COMBINATE"

La diciasettenne è in buona salute.In manette il padre e la madre: nontolleravano lo stile di vita occidentale.

PESARO - È stata ritrovata poco fa vicino Pesaro, in buone condizioni di salute, Almas Mahmood, la ragazza pachistana di 17 anni rapita ieri dal padre da un centro di accoglienza di Fano, al quale era stata affidata dal Tribunale dei Minori. Il padre, Akatar Mahmood, 40 anni, è stato arrestato insieme alla madre della ragazza. Secondo le prime informazioni raccolte, all’origine del rapimento c’era la volontà dei genitori della giovane di costringerla a sposare un connazionale, contro la volontà di lei. Subito dopo il sequestro, Almas era stata portata a Roma e da lì ricondotta nel Pesarese, dove stamani, nei pressi di Casinine, è stata ritrovata. (Fonte: "La Stampa")
La famiglia sembra fosse diretta nel Bolognese, nel tentativo di far perdere le proprie tracce. In questo momento, Almas, Akatar Mahmood e la madre si trovano presso la caserma dei Carabinieri di Pesaro. Ieri mattina attorno alle 13,30 la ragazza era stata caricata a forza sull’auto di famiglia, una Chevrolet-Daewoo station-wagon dal padre e da un’altra persona. La vettura l’aveva attesa nei pressi della comunità "Fenice" della Onlus Cante di Montevecchio di Fano (Pesaro-Urbino), dove la ragazza si trovava dalla primavera scorsa per disposizione della magistratura minorile. Almas stava rientrando da scuola, l’istituto commerciale "Cesare Battisti", ed era sola. Aveva tentato di chiedere aiuto ma i suoi rapitori erano stati più veloci ed erano riusciti ad allontanarsi prima dell’arrivo dei soccorsi. Alla scena aveva assistito un consigliere comunale che aveva dato l’allarme. La diciassettenne era stata vittima di ripetuti maltrattamenti e imposizioni da parte del genitore, che non accettava il suo modo di vivere «troppo occidentale». Nell’aprile scorso il padre l’aveva picchiata fino a mandarla in ospedale. Era scattata una segnalazione ai servizi sociali e il Tribunale dei Minori aveva affidato la ragazzina ad una comunità di accoglienza. Akatar Mahmood aveva fatto ricorso in Corte d’appello ma la diciassettenne aveva implorato i magistrati di trovarle una sistemazione alternativa alla famiglia. E così era stata affidata alla "Fenice", dove si era subito ambientata, riprendendo anche la scuola.

12 commenti:

Unknown ha detto...

meno male!

Alessandra ha detto...

Davvero... .

Gioia ha detto...

stasera.. stavo proprio pensando a questa ragazza, con vero dispiacere..
bè, insomma, che nn c'era più da preoccuparsi l'ho saputo da te!
è una notizia che davvero fa sentire sollevati.

Alessandra ha detto...

Pensa che stamattina avevo appena finito di leggere sul Corsera la notizia, che comunque avevo già sentito, mi collego a Internet e vedo che l'hanno trovata!

Anonimo ha detto...

Spero ci siano molte ragazze che seguano il suo esempio: ribellarsi è un dovere in questi casi...
Grandmere

Alessandra ha detto...

Comunque una considerazione che ho fatto: è giusto che i media dicano che Almas "voleva vivere all'occidentale" (è stato detto di Hina, di Sanaa) ? Non sarebbe meglio dire semplicemente che voleva vivere LIBERA dal padre-padrone?

Anonimo ha detto...

a questa ragazza va data subito la cittadinanza!
e di persone come lei, che abbiamo bisogno!
primo capo

Anonimo ha detto...

Sono certamente d'accordo con te, Alessandra! Grandmere

Anonimo ha detto...

o.t.
http://mangoditreviso.blogspot.com/2010/01/tredicenne-condannata-90-frustate.html
notizia deensa di moralità...
primo capo

Alessandra ha detto...

Ho appena visto un'altra cosa in Arabia Saudita... . Poi linko, grazie capo.

Labieno ha detto...

Concordo con te, Alessandra; quando si parla di "vivere all'occidentale" si richia di far passare un fatto simile come una semplice scelta non approvata dai genitori di queste ragazze fra due modi di vivere semplicemente "diversi" e non invece antitetici, dove la discriminante è la libertà!
O anche quando si parla di "troppo occidentale", con un'allusione non troppo velata ad una presunta "immoralità" insita nel nostro modo di vita.

Alessandra ha detto...

Magari c'è anche del sarcasmo, il quella definizione, però non mi piace... . Ieri o l'altro ieri, parlando Almas o comunque di queste ragazze, un servizio di "Studio Aperto" ha mostrato in primo piano, per indicare come loro vogliono vivere, IL SEDERE di una in minigonna jeans. Ora, non voglio essere ipocrita: è chiaro che le occidentali hanno la libertà di indossare la minigonna, che è un pil simbolo di emancipazione femminile (anche rispetto a un velo), non vorrei neanche riproporre il solito discorso, ma che un tg mi faccia vedere il sedere di una in minigonna per indicare come una vuole vivere (altrimenti può rischiare la pelle!), mi ha dato fastidio e credo che rischi davvero di mostrare solo una facciata (brutta) dell'Occidente.