Brescia. Stanca di soprusi e violenze scappò dalla casa di Vobarno, ora vive in una comunità protetta.
Permesso di soggiorno alla donna pachistana che denunciò il marito.
VOBARNO (Brescia) - Prima la solidarietà della comunità locale, adesso il riconoscimento dello Stato Stato italiano: Hadiya, la trentunenne pachistana che nel maggio scorso si ribellò alla sua condizione di donna segregata, facendo arrestare il marito-padrone, ha ottenuto un permesso di soggiorno in Italia. Per ora la carta le consente di tirare un sospiero di sollievo fino al prossimo giugno, ma le prospettive di una sua permanenza a titolo definitivo in Italia sono concrete.
Ufficialmente il permesso è stato accordato alla donna per tutelare e seguire i suoi figli, uno di otto anni e una bimba nata lo scorso dicembre, dopo che Hadiya aveva già portato a compimento di suo gesto di ribellione.
Ma al di là delle ragioni burocratiche, l'ok alla sua permanenza in Italia vuole essere implicitamente un "premio" al coraggio dimostrato nello spezzare le sue catene di donna oppressa e vittima di una cultura maschilista ancestrale.
La donna aveva infatti avuto il coraggio di evadere dalla casa in cui suo marito la teneva rinchiusa da mesi, picchiandola e proibendole ogni contatto con l'esterno: fuggita per strada, la donna, che ancora oggi parla a stento l'italiano e non ha alcuna conoscenza in Italia, aveva richiamato l'attenzione di un vigile urbano e da lì è cominciato il suo percorso di riscatto.
"Hadiya ancora oggi vive in una comunità protetta - conferma Alba Pavoni, l'avvocato che in questi mesi ha seguito il caso, in collaborazione con i servizi sociali del Comune di Vobarno - e sta vicino ai figli.
Non ha più avuto riavvicinamenti con il marito, la sua intenzione resta quella di separarsi e fermarsi in Italia, ma questo per certi versi è il periodo più difficile: la donna deve cominciare a costrirsi una nuova vita, a intrecciare nuove relazioni, a trovare un lavoro. (Fonte: Corsera, 28 gennaio )
Il permesso di soggiorno accordato fino a giugno consente adesso di guardare al futuro con relativa serenità, ma quella imboccata è una strada senza ritorno: Hadiya nei giorni attorno a Natale ha telefonato ai suoi familiari rimasti in Pakistan: se da un lato ha ricevuto affetto e conforto, dall'altro le è stato fatto capire che nel Paese d'origine non condividono affatto il suo gesto e dunque un suo ritorno in patria farebbe di lei automaticamente un'emarginata. Anche questa considerazione, nei prossimi mesi potrebbe pesare sulla concessione di un visto permanente per l'Italia.
Non è comunque questo l'unico elemento di cui occorrerà tenere conto. L'amministrazione comunale di Volbarno, intanto continua a pagare la retta alla comunità che ospita la donna e i suoi figli; in un primo tempo era stato impegnato buona parte dell'avanzo di ammistrazione (poco meno di 50mila euro) ma anche questa situazione - è stato fatto notare - non potrà durare all'infinito.
domenica 31 gennaio 2010
"HADIYA NON FARA' LA FINE DI HINA"
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2 commenti:
Mi dispiace notare che, spesso, a post come questo non ci sono commenti. Troppo a "lieto fine"? Mi spiace perchè non amo la morbosità e se il post è terrificante allora tutti a scrivere e commentare e giudicare e condannare, ma se tutto fila non torna. Bah!
Forse perchè prima non avevo dato rilievo alla vicenda... . Non credo sia perchè è a lieto fine (anche perchè di fatto non è ancora finita).
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