mercoledì 24 febbraio 2010

HINA: NON FU DELITTO RELIGIOSO + CONFERMA DI SOUAD SBAI (LINK)

(red.) Sono state depositate le motivazioni della sentenza di conferma alla condanna definitiva a 30 anni per il padre di Hina, la 21enne di origine pakistana sgozzata e sepolta nel giardino di casa da Mohammed Saleem con l'aiuto degli zii della ragazza.“Un patologico e distorto rapporto di possesso parentale e non “motivi religiosi e culturali” spinsero l'uomo ad uccidere la figlia Hina.In questo modo la Cassazione spiega perché il 12 novembre scorso ha deciso di confermare la condanna a 30 anni di reclusione inflitta dalla Corte d'Assise d'Appello di Brescia a Mohammed Saleem, il padre della giovane uccisa nell'agosto del 2006 a Sarezzo, in provincia di Brescia perché “viveva all'occidentale” (leggi qui) . Nella sentenza numero 6587 della Prima sezione penale si legge che “La motivazione dell'agire è scaturita da un patologico e distorto rapporto di possesso parentale, essendosi la riprovazione furiosa del comportamento negativo della propria figlia fondata non già su ragioni o consuetudine religiose o culturali, bensì sulla rabbia per la sottrazione al proprio reiterato divieto paterno” e "nell'atteggiamento spesso intimidatorio e violento di costui nei confronti della figlia che non sottostava ai suoi voleri e rivendicava margini di autonomia".Per questo, la Suprema Corte afferma di condividere le motivazioni dei giudici d'appello, che hanno negato attenuanti al padre di Hina, concesse, invece, ai cognati della ragazza, condannati, in primo grado a 30 anni (leggi qui) e in via definitiva a 17 anni.I giudici di piazza Cavour hanno anche condiviso la sentenza d'appello con la quale veniva disposta una provvisionale, come risarcimento danni, a favore del fidanzato della ragazza uccisa, Giuseppe Tempini, con cui Hina aveva instaurato una convivenza per circa un anno. In proposito, la Suprema Corte parla di un "sostegno economico-morale assicurato dal Tempini a Hina" e riconosce la "intrapresa comunanza di vita" che “attestano un'esatta applicazione dei principi di diritto da parte della Corte di merito con una motivazione immune da sospetti di manifesta illogicità”. (Fonte: http://www.quibrescia.it/ , 18/2).

Anche il fidanzato di Hina e l'avvocato del giovane, hanno ribadito che in effetti il vero movente è stato il coraggio di Hina di aver denunciato le violenze sessuali subite dal padre quando aveva 16 anni. Poi l'uomo ha tirato in ballo islam e cultura perchè SPERAVA DI AVERE DELLE ATTUANTI. Perciò comunque, PER LUI, LO SONO !
E a proposito: IL CASO/ Sbai: Hina Saleem, il delitto di chi piega la religione alla violenza. http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2010/2/24/IL-CASO-Sbai-Hina-Saleem-il-delitto-di-chi-piega-la-religione-alla-violenza/3/69009/ .

14 commenti:

Anonimo ha detto...

o.t. ma non tanto:
http://gazzettadireggio.gelocal.it/dettaglio/prendete-le-donne-senza-veli-e-rendetele-schiave/1868370
il radioso futuro.
e vorrei proprio sentire che ne pensa la tizia terrorizzata dalla mia xenofobia....
primo capo

Alessandra ha detto...

L'ho già visto, capo, grazie. Probabilmente sarà il prossimo post.

barbara ha detto...

Cioè, se ho capito bene, hanno confermato la condanna severa perché il delitto non ha avuto una motivazione religiosa, vale a dire che se avesse avuto una motivazione religiosa allora ritengono che avrebbe avuto diritto a uno sconto ...

Alessandra ha detto...

Non è ben chiaro neanche a me, in effetti. Ovviamente i giudici hanno affermato che non intendevano dare giustificazioni religiose e culturali all'omicidio. Comunque, come dice Souad Sbai nell'articolo che ho linkato sotto "Quello che di positivo io ravviso nella sentenza della Cassazione è stato il fatto che i giudici, attenendosi agli atti, non hanno vacillato di fronte alla possibilità di prevedere uno sconto di pena rispetto ai 30 anni inflitti al padre, così come invece è accaduto per gli altri maschi coinvolti".

Annamaria ha detto...

vale a dire che se avesse avuto una motivazione religiosa allora ritengono che avrebbe avuto diritto a uno sconto ...

Purtroppo, incredibile, ma vero, in altri stati europei è successo questo ed è inaccettabile!
Si sono attenuti "ai fatti", alla legge e va bene così. Il ns sistema giudiziario si basa sui lumi della ragione, per fortuna!

Annamaria ha detto...

e vorrei proprio sentire che ne pensa la tizia terrorizzata dalla mia xenofobia....

La tizia ha un nome.
E pensa che sia abominevole.
Contento?
Però la tizia pensa anche che non tutto ciò che è abominevole ci autorizza a vedere ogni cosa come tale.
Contento?

Anonimo ha detto...

a me e a altri sembra che la sentenza sia un modo per evitare guai... la povera hina è stata uccisa per ragioni religiose (dato che è stata sepolta in un certo modo...). ma una riflessione pubblica sulla pericolosità di QUESTA religione avrebbe dato fastidio a troppi...



"Però la tizia pensa anche che non tutto ciò che è abominevole ci autorizza a vedere ogni cosa come tale."

mi da l'impressione che tu pensi:
"dato che alcuni maschi sono abominevoli, non tutti i maschi sono abominevoli"
sbaglio?
piccolo ma grande errore.
dato che le statistiche dicono che l'85 % delle donne in egitto sono molestate (e l'egitto è l'unico paese musulmano che fa queste statistiche) si può dire che i maschi non sono abominevoli, ma ci sono fin troppi maschi musulmani abominevoli...
primo capo

Alessandra ha detto...

Non c'entrano solo la religione e la cultura: Hina ha pagato il coraggio per aver denunciato le molestie sessuali subite dal padre. Certo è che Hina è stata appunto sepolta in un certo modo e se il padre (la madre, i cognati altri della comunità pakistana con loro) non si fosse sentito umiliato da questo, oltre che dal modo di vivere di Hina, non avrebbe ammazzato sua figlia. Lui stesso ha tirato in ballo l'islam e la cultura, sperando di ottenere delle attenutanti da giudici multiculturalisti (come quella giudice tedesca che ha concesso le attuanti a un sardo colpevole di stupro perchè "quella è la sua cultura"!), politicamente ed islamicamente corretti, quindi è evidente che le considera attenuanti e in base ad esse legittima il delitto d'onore, anche se propriamente quello di Hina non lo è stato. Mi sorge anche il dubbio: l'uomo avrebbe violentato Hina se avesse vissuto in modo diverso?

Annamaria ha detto...

si può dire che i maschi non sono abominevoli, ma ci sono fin troppi maschi musulmani abominevoli...

Vedi che se freni l'arroganza ce la fai?
"Fin troppi" non è "i musulmani" e tu, spessissimo, generalizzi un pò troppo.

Anonimo ha detto...

ah!
non credo che nel 1940 gli ebrei potessero fare delle distinzioni tra nazisti buoni e nazisti cattivi...
ma l'85% di donne molestate cosa vuol dire, il 50% di uomini pericolosi?...
cioè una possibilità su 2 che il vicino musulmano sia un violentatore...
contenta te...
primo capo

Annamaria ha detto...

No, guarda...contento tu e facciamola finita con sterili contenziosi, anche perchè mi annoio.
Fortunatamente godiamo del diritto di libertà di opinione, viva Dio!

Anonimo ha detto...

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