martedì 9 febbraio 2010

"BURQA: E' ORA DI FINIRLA CON LE IPOCRISIE", di Valeria Coiante

Valeria Coiante, autrice e conduttrice di "Crash - Contatto, Impatto, Convivenza". Ha condotto "Un mondo a colori".

Dopo sette anni passati a occuparmi di immigrazione, integrazione e culture "altre" dalla nostra, ho la presunzione di considerarmi più esperta su questi argomenti di tanti altri, che pure non rinunciano a parlarne, perché troppo spesso le parole, gli slogan, gli ideologismi se li trovano già pronti davanti e a quel punto perché non usarli? Tanto in Italia ormai sono due le parole completamente svuotate di senso e significato: la prima è la parola "merito" (ma di quella parleremo un'altra volta), la seconda è "competenza". Nessuno più, in Italia, crede che meritarsi qualcosa serva poi ad ottenerla, come nessuno più, ormai, richiede a chi parli di qualcosa la competenza per farlo.

Il burqa è un "vestito".

Se burqa è un capo d'abbigliamento, lo erano anche le divise dei nazisti, o i pigiami a righe degli internati di Auschwitz. Il burqa, come ogni altra divisa, non è "mobile", non cambia a seconda delle mode, non si adatta a chi lo indossa, non parla "di" lui o di lei, non racconta la sua storia di individuo. Il burqa è rigido, è immutabile, è al di là della persona, parla una lingua sua che trascende la persona che lo porta in giro, è portatore di un messaggio preciso.
Il burqa non è un mezzo, è il messaggio.
Il burqa non è un vestito.

Il burqa è l'espressione di un sentimento religioso.

Non esiste una religione, nel mondo, che presciva e obblighi le donne all'uso del burqa. Esistono invece uomini, e governi, che rifacendosi a un'interpretazione del Corano che noi in occidente chiamiamo "integralista", emanano leggi dello Stato che obbligano le donne a portarlo. Esistono poi singoli individui che pur non vivendo in Stati dove la legge imponga alle donne il burqa, costringono ugualmente le proprie donne ad indossarlo.
Nel primo caso non c'è conflitto fra poteri, visto che negli stati di cui sto parlando vige il potere religioso: a dettar legge è il Corano e chi ne dà le sue interpretazioni, e non si discute. Quindi, in nome di Dio, burqa, taglio delle mani, lapidazione e quant'altro.
Nel secondo caso bisognerebbe vagliare, di volta in volta, se la conculcazione dei diritti della persona (in questo caso la donna) prevalga o meno sul diritto che in quello Stato si applica. Un esempio: immagino che nello Utah nessuna legge impedisca agli Amish di vivere senza riscaldamento ed energia elettrica, ma immagino anche che se in uno dei loro insediamenti cominciassero a morire assiderati tanti bambini, lo Stato interverrebbe obbligando i genitori a comprare una stufetta elettrica. In quel caso, i diritti dei bambini prevarrebbero sul diritto dei genitori di interpretare la loro religione in maniera fondamentalista.
Ma se domani gli Amish dovessero diventare maggioranza e decidessero di far diventare legge dello stato la loro lettura fondamentalista della Bibbia, probabilmente diventerebbe legale far morire di freddo i bambini e nessuno potrebbe protestare (a parte le solite associazioni per i diritti umani). Il burqa non ha niente a che fare con la religione, ma solo col diritto e le sue interpretazioni.

Il burqa è un argomento che interessa tutti.

Il burqa è uno strumento che è possibile adoperare solo su metà del genere umano, quella femminile.
Nei paesi dove questo è obbligatorio per legge, quelle leggi sono amministrate solo da una metà del genere umano, quella maschile.
Se il burqa non è un vestito ma una divisa che "parla" all' esterno di chi lo indossa, rendendolo assolutamente passivo, e se l'obbligo di portarlo è figlio di una elaborazione giuridica operata dagli uomini, ne discende che in tutta la faccenda le donne sono le uniche vittime della volontà degli uomini.
Il burqa riguarda e interessa solo le donne, in quanto solo le donne possono restarne sotto. Quindi, per quello che mi riguarda, penso ce ne sia abbastanza per augurarmi che su quest'argomento in Italia siano soprattutto le donne a decidere.

Il burqa va "combattuto" con un "processo culturale" che porti le donne a liberarsene, senza interventi legislativi.

Questa è allo stesso tempo una tautologia e un ossimoro.
Una legge è sempre figlia di un processo culturale. Anzi, direi che è allo stesso tempo la sintesi e il punto di arrivo più alto di ogni processo culturale.
Se io stato laico emano una legge che stabilisce il divieto del burqa, è perché arrivo da un centinaio di anni di lotte per la parità dei sessi, è perché ho alle spalle una storia che si è nutrita e ha prodotto un processo culturale. Esprimo così la mia cultura, che afferma la responsabilità individuale della persona, la sua riconoscibilità e il suo diritto/dovere ad essere indivuduo che si autodetermina come persona, e non come cartello pubblicitario portatore di messaggi. Inoltre, così facendo metto al riparo la maggioranza di donne che ora sono costrette a portarlo da una violenza che lede i loro diritti quotidianamente.
E quella minoranza che dice di portarlo come "libera scelta"? Direi che si adeguerà, così come probabilmente tutti i giorni esistono milioni di persone che si adeguano per esempio al divieto di svoltare a destra col semaforo rosso, pure se non passa nessuno: semplicemente, si fermano per non prendere la multa. C'è sempre poi l'opzione di invitarli a cambiare nazionalità: nello stato di New York, per esempio, puoi svoltare a destra anche se il semaforo è rosso.

Il burqa per le donne islamiche è come il lifting per le donne occidentali.

In tutte le civiltà, purtroppo, le donne subiscono l'imposizione di un modello che viene loro dettato da chi detiene il potere, e il potere (purtroppo) è quasi sempre nelle mani degli uomini.
Ma in quest'ultimo ideologismo, imperante soprattutto nella sinistra italiana, davvero non si capisce come sia possibile mescolare un obbligo di legge (infrangendo la quale si rischia la pelle) con l'aderenza più o meno inconsapevole a modelli imposti dai mass media (infrangendo la quale si rischia sempre la pelle, sì, ma sotto forma di rughe). Quando rifarsi la faccia in Italia sarà obbligatorio per legge, ne riparleremo. Spero solo che in quel caso lo passi il SSN, o la Casagit. (Fonte: Arabiyya )

19 commenti:

Anonimo ha detto...

una giornalista di rai 3? e cosa ci fa a rai 3 se sembra usare il cervello?
comunque è positivo... anche una di sinistra si è accorta di cose che NOI non di sinistra diciamo da anni...
primo capo

Anonimo ha detto...

Questo pezzo è stato pubblicato su Facebook, nel mio profilo. E' pubblico, ovvero tutti lo possono leggere, e ringrazio gli amministratori di questo blog per averlo "rilanciato", giudicandolo evidentemente interessante.
Vorrei solo precisare un paio di inesattezze.
1) la trasmissione che conduco e di cui sono autrice si chiama adesso "Crash - Contatto, Impatto, Convivenza". L'esperienza di "Un mondo a colori" si è conclusa la scorsa stagione e da quell'esperienza è nata la nuova trasmissione, che tratta anch'essa i temi dell'immigrazione e dell'integrazione, allargandoli anche alla crisi economica e sociale che sta attraversando il nostro paese.
2) "Crash" è in on onda su Rai Tre ogni venerdì all'1,00 di notte e ogni domenica alle 19,10 su Rai Storia, canale della piattaforma digitale. Il programma è quindi nel palinsesto di due diverse reti, ma è prodotto dalla struttura di Rai Educational.
3) E' divertente l'equazione che fa il commentatore qua sopra, che ringrazio per avermi attribuito l'uso di un cervello, giornalista di rai tre = una di sinistra. Non so se dire quello che ho detto nel pezzo sia di sinistra o di destra, so però che le cose da me affermate sono condivise da molte donne e uomini con cui ho avuto modo di parlare in questi anni, sia di sinistra che di destra. D'altro canto, finché anche sugli argomenti che riguardano semplicemente i diritti della persona, ci si continuerà a schierare su posizioni ideologiche, non credo riusciremo mai ad andare avanti. Nè tantomeno ad aiutare chi vede i propri diritti violati.
Grazie ancora e buon lavoro.
Valeria Coiante

Alessandra ha detto...

La ringrazio molto, sia per essere intervenuta, sia per le correzioni. L'intento nel pubblicare il Suo pezzo era proprio questo: difendere i diritti violati non dovrebbe essere nè di sinistra nè di destra e "finché anche sugli argomenti che riguardano semplicemente i diritti della persona, ci si continuerà a schierare su posizioni ideologiche, non credo riusciremo mai ad andare avanti". Non potrebbe trovarmi più d'accordo.

Alessandra Boga, amministratrice di "Mille e Una Donna".

Alessandra ha detto...

PS. Ricordo di aver visto tra l'altro la puntata di "Crash" dove ospitava il fidanzato di Sanaa e un'altra dove ha ospitato Souad Sbai e Susanna Camusso, riguardo proprio il dibattito sul velo (le ho linkate entrambe sul blog).

Michiamomari, e ha detto...

scusate se commento in ritardo.. sai cosa Alessandra: i vostri interventi sono tutti importantissimi, ma sono tanti.. e secondo me non fanno in tempo a raccogliere tutti i commenti che meriterebbero.
Comunque: ringrazio il tuo blog per averlo raccolto, e Valeria Coiante per aver scritto questo pezzo. Sottoscrivo in pieno anche tutto quello che aggiunge nel suo commento.
All'anonimo che non trova di meglio che commentare così: "una giornalista di rai 3? e cosa ci fa a rai 3 se sembra usare il cervello?" vorrei rispondere:
ma secondo te, una giornalista che usa il cervello si sentirebbe meglio a rete4, canale5 o 6..? lì si, che una donna si spara.
Voi NON di sinistra dite un sacco di cose, anche agghiaccianti, e soprattutto tutto e il contrario di tutto. I "padani" che alla faccia del dio Po si scoprono improvvisamente cristiani per giustificare un razzismo violento sono come i musulmani che giustificano con la religione dei regimi nazisti.
Noi "di sinistra", in certe cose, pecchiamo troppo di malintesa "tolleranza".. su questo nn ci piove. Lasciare certi argomenti alla destra è una follia, perché sono cruciali (primo) e (secondo) per l'uso che questa destra ne fa.
Non penso proprio che "questo" blog sia di sinistra, ma, per quel che ho visto finora, è rispettabile perché non censura, né usa come clave argomenti sacrosanti per sostenerne altri indecenti.
Il che nn sarebbe tipico di una destra civile (come quella che ben rappresentava Montanelli).. ma di quella nel nostro Paese nn rimane quasi traccia.

in questi 2 minuti c'è uno spunto utile a capire perché ritengo, invece, la "nostra" destra bugiarda e incivile:

http://www.youtube.com/watch?v=V4JMEmGb0xc

Michiamomari, e ha detto...

ps-
la spiega della notizia a cui fa riferimento il video è nel commento fisso (quello delle info che accompagnano tutti i video)

Anonimo ha detto...

'I "padani" che alla faccia del dio Po si scoprono improvvisamente cristiani per giustificare un razzismo violento sono come i musulmani che giustificano con la religione dei regimi nazisti.'
Razzismo violento?? Eh già, i padani vanno notoriamente a caccia di islamici da sgozzare... peccato che siano proprio gli islamici ad essere i peggiori razzisti sulla faccia della terra, informati, và!

Alessandra ha detto...

Mari, l'anonimo si era firmato prima: è primo capo (presumo che sia anche quello che ti ha risposto).
Lo esorto ancora una volta a moderare i termini: le informazioni che passano in rete sono velocissime e non fai quasi in tempo a postare un pezzo, che ti arriva l'autore a commentare, come ha fatto anche la dott.ssa Coiante. Perciò, stiamo calmi.
E' un fatto comunque che gran parte della sinistra, come riconosci anche tu, pecchi di malintesa tolleranza. Capo senz'altro intendeva questo. Valeria Coiante, non lo fa. Anche Giuliana Sgrena, si è scagliata "contro il velo" e non è esattamente una di destra.
Personalmente non so se io sia di destra o di sinistra, forse perchè la distinzione non è più così chiara: la mia famiglia è di centro-destra, io mi sono sempre considerata una di sinistra e così vengo considerata (per il razzismo vero o presunto di cui parli nella destra), pur senza arrivare al comunismo. Vedendo il buonismo ecc. di molta sinistra, mi sto spostando a destra e presto la elogerò per una cosa.
Comunque le cause giuste non dovrebbero naturalmente essere nè di destra nè di sinistra, come dimostra il pezzo di Valeria Coiante. Una lezione sia per la sinistra che per la destra.
Grazie per il video: lo guardo.

Alessandra ha detto...

In ogni caso trovo esagerato paragonare il razzismo dei "padani" a quei musulmani che giustificano con la religione dei regimi nazisti E QUANT'ALTRO !

Anonimo ha detto...

cara signora Coiante, come vede, è passato pochissimo tempo e si trova subito una/o che conferma i peggiori pregiudizi sulla sinistra...
quindi, non sia arrabbi se qualcuno pensa che a rai3 non ci siano persone intelligenti... dimostrate che non è così , e io sarò contento.
primo capo

Annamaria ha detto...

Facile dire che certi temi dovrebbero essere apolitici. Di fatto non è così. SINISTRA è un insieme di idee, pensieri, convinzioni; la sua esagerazione è degenerazione nociva, indubbiamente.
DESTRA è un insieme di idee, pensieri, convinzioni che si cerca di applicare, sempre o quasi, degenerando...non è un'opinione personale, bisogna riconoscerlo.
Lo generalizzare poi,"una giornalista di rai 3? e cosa ci fa a rai 3 se sembra usare il cervello?" è da ignoranti, ma questo è un altro discorso.

Alessandra ha detto...

Infatti ho detto che certi temi DOVREBBERO essere apolitici.

carolinapop ha detto...

Caro primo capo,
le sue critiche si potrebbero accettare se non fossero piene di stereotipi, cerchi di argomentare i suoi commenti perché frasi come "peccato che siano proprio gli islamici ad essere i peggiori razzisti sulla faccia della terra" mi sembrano un tantino superficiali e si possono perdonare, forse, solo a persone ignoranti, cosa che non credo che lei sia. Intanto chi sono gli "islamici" io conosco persone che appartengono a varie confessioni e gli "islamici" preferisco chiamarli musulmani o di fede musulmana, che non è una malattia e ne è pieno il mondo. Lascio stare "destra" e "sinistra" perché sarebbe lungo, posso solo dire che la sinistra su queste tematiche è sempre stata latitante purtroppo.

Alessandra ha detto...

Beh, oggi come oggi, il razzismo e l'intolleranza religiosa nel mondo arabo e islamico, mi sembra ancora più grave e deleterio del razzismo occidentale. Mi pare sia sotto gli occhi di tutti.
C'è anche chi è musulmano o di fede islamica e non è razzista o intollerante, eppure è musulmano lo stesso.

Anonimo ha detto...

oddio, il commento anonimo non è mio...
sta di fatto che nei paesi musulmano esistono discriminazioni di fatto, e anche persecuzioni con morti e tutto, verso chi non è musulmano.
tutto qui.
se lei non conosce questi fatti o le danno semplicemente fastidio, mi spiace per lei.
primo capo

Alessandra ha detto...

oddio, il commento anonimo non è mio...

Ok, capo.

Anonimo ha detto...

come cadete subito nel tranello della politica, destra, sinistra, su et giù, era da commentare il burqa di Valeria Coiante, simplicemente RAGAZZI???????

Anonimo ha detto...

mi fate ridere, commentate solo per rimpire le pagine.......

Annamaria ha detto...

Siamo contenti di farti ridere.
Se ti basta così poco vuol dire che hai tanto per cui piangere.
Però, giusto per essere corretti, comincia a firmarti e poi,magari, discutiamo, che ne dici?