Nosheen Butt si è risvegliata. La giovane pachistana ferita a sprangate dal fratello a Novi, nel modenese, per aver rifiutato un matrimonio combinato, dopo quattro giorni è uscita dal coma. Le sue prime parole: “Voglio la mamma. Dov’è la mamma?”. I medici dell’ospedale di Baggiovara non se la sono sentita di dirle la verità. Di raccontarle che mentre lei veniva ricoverata d’urgenza, nel giardino di casa, la madre moriva sotto i colpi del marito, Ahmad Khan.
Nosheen non lo sa ancora, pensa che sia viva, in un ospedale poco distante. E continua a chiedere di lei: “Fatemela vedere. Voglio parlare solo con lei”. Nessuna domanda invece sul padre e sul fratello. Due uomini coalizzati, disposti a tutto per portare avanti il loro disegno. Disposti ad ammazzare chi si opponeva al ruolo di padre - padrone, uniti nella volontà di riaffermare la supremazia dell’uomo sulla donna, a qualunque costo.
E intanto mentre Nosheen Butt in ospedale apre gli occhi le indagini proseguono e consentono di ricostruire la dinamica dell’aggressione e la situazione familiare. Il fratello di Nosheen poco prima di impugnare la spranga aveva detto alla sorella: “Ti devo uccidere”.
Begum Shahnaz non ne poteva più del marito, voleva andarsene da quella casa, per liberarsi dalle percosse e dall’ossessionante gelosia. A complicare i rapporti, l’imposizione dell’uomo di concedere sua figlia Nosheen in sposa al cugino. Un matrimonio combinato che le due donne di casa Butt non hanno mai voluto accettare.
Ahmad Khan, domenica pomeriggio non ci ha più visto : ha gettato la moglie a terra e l’ha colpita con una pietra. Sei volte. Una violenza che ha contagiato Humair, scatenandolo sulla sorella. Non un piano calcolato quello di padre e figlio, ma un’aggressione impetuosa, una forza prevaricatrice, intollerante alle ribellioni. Shahnaz è morta un’ora dopo in ospedale. Nosheen, invece, si è salvata. Adesso è fuori pericolo. Con l’aiuto degli psicologi presto scoprirà tutta la verità su sua madre. Una donna che ha dato la vita per lei, perché a 20 anni possa ancora cercare il riscatto. (Fonte: http://www.ricerca.geolocal.it/gazzettadimantova , 11/10)
E "conosciamo" altri due uomini della famiglia Butt, che sembrano distanti anni luce l'uno dall'altro:
Il cugino "Proteggete Nosheen e la sorellina":
http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2010/10/11/news/il-cugino-proteggete-nosheen-e-la-sorellina-2505629 . Ha denunciato un altro caso di violenza, che sarebbe avvevuto in Pakistan circa 8 anni fa, per mano sempre di Ahmad Khan: avrebbe legato e torturato sua cognata rendendola invalida. Dalla "famija" in Pakistan, dice, gli ordini di ammazzare Nosheen e Begum Shahanaz.
Rischia ora di aggravarsi la posizione dello zio:
http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2010/10/09/news/rischia-ora-di-aggravarsi-la-posizione-dello-zio-2497585 . Per lui, ciò che il cognato e suo nipote stavano facendo a Nosheen e a sua madre (sorella dell'uomo), erano "affari di famija" .
Nosheen non lo sa ancora, pensa che sia viva, in un ospedale poco distante. E continua a chiedere di lei: “Fatemela vedere. Voglio parlare solo con lei”. Nessuna domanda invece sul padre e sul fratello. Due uomini coalizzati, disposti a tutto per portare avanti il loro disegno. Disposti ad ammazzare chi si opponeva al ruolo di padre - padrone, uniti nella volontà di riaffermare la supremazia dell’uomo sulla donna, a qualunque costo.
E intanto mentre Nosheen Butt in ospedale apre gli occhi le indagini proseguono e consentono di ricostruire la dinamica dell’aggressione e la situazione familiare. Il fratello di Nosheen poco prima di impugnare la spranga aveva detto alla sorella: “Ti devo uccidere”.
Begum Shahnaz non ne poteva più del marito, voleva andarsene da quella casa, per liberarsi dalle percosse e dall’ossessionante gelosia. A complicare i rapporti, l’imposizione dell’uomo di concedere sua figlia Nosheen in sposa al cugino. Un matrimonio combinato che le due donne di casa Butt non hanno mai voluto accettare.
Ahmad Khan, domenica pomeriggio non ci ha più visto : ha gettato la moglie a terra e l’ha colpita con una pietra. Sei volte. Una violenza che ha contagiato Humair, scatenandolo sulla sorella. Non un piano calcolato quello di padre e figlio, ma un’aggressione impetuosa, una forza prevaricatrice, intollerante alle ribellioni. Shahnaz è morta un’ora dopo in ospedale. Nosheen, invece, si è salvata. Adesso è fuori pericolo. Con l’aiuto degli psicologi presto scoprirà tutta la verità su sua madre. Una donna che ha dato la vita per lei, perché a 20 anni possa ancora cercare il riscatto. (Fonte: http://www.ricerca.geolocal.it/gazzettadimantova , 11/10)
E "conosciamo" altri due uomini della famiglia Butt, che sembrano distanti anni luce l'uno dall'altro:
Il cugino "Proteggete Nosheen e la sorellina":
http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2010/10/11/news/il-cugino-proteggete-nosheen-e-la-sorellina-2505629 . Ha denunciato un altro caso di violenza, che sarebbe avvevuto in Pakistan circa 8 anni fa, per mano sempre di Ahmad Khan: avrebbe legato e torturato sua cognata rendendola invalida. Dalla "famija" in Pakistan, dice, gli ordini di ammazzare Nosheen e Begum Shahanaz.
Rischia ora di aggravarsi la posizione dello zio:
http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2010/10/09/news/rischia-ora-di-aggravarsi-la-posizione-dello-zio-2497585 . Per lui, ciò che il cognato e suo nipote stavano facendo a Nosheen e a sua madre (sorella dell'uomo), erano "affari di famija" .
11 commenti:
http://kelebeklerblog.com/2010/10/04/cattolica-accoltella-la-moglie-e-emergenza-cristiani/
http://www.corriere.it/cronache/10_ottobre_11/fasano-misseri-sarah-scazzi_5e26e60a-d4f7-11df-a471-00144f02aabc.shtml
Ah ecco, uno dei blog più antisemiti in circolazione, venduto anima e corpo all'islam, quello sì che fa testo. E naturalmente è dimostrato e documentato che i sette cacciatori che hanno ammazzato qualcuno lo hanno fatto gridando "Cristo è grande". E magari hanno anche gridato subito dopo: "Andrò in paradiso!", come il musulmano a Parigi che si è messo a urlare "Ho ucciso il mio ebreo! Andrò in paradiso!" Ma vaffantromba d'eustachio, va'.
http://salamelik.blogspot.com/2010/10/cattolico-violenta-cadavere-della.html
Circolareeee, circolareee !!!
consiglio all'anomino questo filmattino sul sesso "haram"...
http://www.youtube.com/watch?v=FS5Xpdu4ELE&feature=watch_response
a noi, queste cose fanno schifo e non le facciamo.
primo capo
Pensiamo a Nosheen, che si è risvegliata, dovrà affrontare una vita completamente nuova, senza la mamma, morta per il motivo che sappiamo.
Ho notato con piacere però che c'è anche un cugino che difende le due donne e chiede di proteggere Nosheen e la sorellina, rimaste sole.
Cerchiamo di lasciare gli Anonimi provocatori nel loro brodo, altrimenti si pensa più ai loro commenti, che alle donne vittime che qui vogliamo difendere: non diamo loro soddisfazione (posto che, se loro intervengono, significa che stiamo facendo un buon lavoro) !!!!
Essere contradetti fa male. Vero?
Ascolta, prima di tutto, firmati.
Se essere contraddetti fosse sensato, sarebbe accettabile, ma se è disonesto, no.
Hai letto che il padre di Nosheen gestiva una moschea (abusiva)? Hai letto che certe violenze possono interessare anche i figli MASCHI?! Quindi giudica tu. Che "l'islam non c'entra niente", dillo a quei musulmani commette crimini nel nome dell'islam, punto.
Si sa che se ad essere non italiano è la vittima e non il colpevole certi mass media mostrano la cosa in ottica diversa. Il mostro straniero tira sempre di più per certi giornali o tg...
Non credo che questo valga solo per i media italiani.
Ricordiamoci poi che, ovviamente, anche Begum Shanaz e sua figlia Nosheen sono straniere!
Da noi le disposizioni che garantivano le attenuanti per il delitto d'onore sono state abrogate solo il 5 agosto 1981 (forse anche per questo tali casi ci indignano così tanto) però sono state abrogate.
Francamente escludo che qualcuno oggi in Italia ucciderebbe per motivi d'onore, a meno che non sia in ambiente malavitoso (nel 2006 un giovane di una famiglia della 'ndrangheta ha tentato di uccidere la sorella, Brunetta Morabito, perchè aveva divorziato dal marito e aveva avuto un figlio fuori dal matrimonio dal compagno, che non c'entrava niente con la malavita).
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