Una scena del film, girata allo studio Misr al Cairo
Tanti aspetti di questa società di formalismi li ascoltiamo passeggiando con Ghada e le sue amiche Enas, Shaima e Rania nel parco Al Azhar del venerdì di festa, sulla Corniche lungo il Nilo, per i negozietti meno turistici del labirintico suq di Khan El Khalili, e pranzando al Felfela sulla Talaat Harb, la via dello shopping, quella dove c'è anche il palazzo Yacoubian del libro bestseller di Alaa Al-Aswany.Vorremmo esplorare i luoghi del Cairo dove ci s’incontra e innamora, ma loro spiegano che le ragazze per bene non escono la sera se non accompagnate da padre o fratello (e sai che divertimento), non frequentano i locali alla moda come il Cairo Jazz Club, fumoso e pieno d’alcol e stranieri, o il più chic Bodega a Zamalek, dove vanno gli amanti furtivi dell’upper class. Qualche coppia si nasconde all’ombra del palazzone governativo in piazza Al Jahrer, cuore di downtown, invece loro, trentenni costrette a mantenere una buona reputazione, siedono al French Café sulla terrazza del parco bevendo cappuccini e frappè al cioccolato, in una Sex and the City in salsa velata e castissima.“Da noi non esiste l’opzione boyfriend” spiega Ghada. “Il fidanzato è solo il futuro marito: lo incontri a casa dei tuoi, con la porta della stanza aperta, oppure fuori ma con qualcuno di famiglia. Al terzo appuntamento già parli di chi acquisterà la lavatrice e chi il materasso. E se chiedi di vederlo altre volte per conoscerlo meglio, lui ti risponde: perché mai? Io ho una casa, un lavoro, non basta?”. Shaimaa, 28 anni, è una specie di kamikaze: ha rotto tre fidanzamenti con ragazzi arroganti e taccagni, che avevano subito messo in chiaro che lei, dopo il matrimonio, avrebbe detto addio al suo lavoro di graphic designer. Anche Rania, che è alta, bella, laureata all’Università americana e professionista di marketing, ha detto basta alla processione di pretendenti: “Uno peggio dell’altro” sorride. “Anche quelli laureati non tollerano che tu abbia una personalità e desideri una carriera. Così ho deciso che resterò sola, e da noi significa zitella, a casa dei genitori e ignara del sesso: qui una single non può avere delle relazioni o vivere per conto suo, sarebbe esclusa dalla società”.
Il sesso, a proposito. Nel libro di Ghada è il grande assente, ed è stato anche il suo pudore socialmente corretto a fargli vendere tanto in Egitto: “Le ragazze, qui, si sposano per essere indipendenti dalla famiglia, avere una bella festa di matrimonio e dei figli; gli uomini, solo per fare sesso gratis!” dice Ghada. “Le egiziane si trasformano da ragazze a madri, ed è tutto. Io non istigo rivoluzioni, solo vorrei che le donne credessero di più nel loro diritto di scegliere. Le femministe egiziane fanno l’errore di attaccare la religione, e così allontanano la classe media che è la maggioranza della popolazione: i loro discorsi vengono pubblicati su Facebook solo per riderne”. Le quattro amiche raccontano poi di quanto siano diffuse le molestie sessuali sugli autobus, per strada, sul lavoro, e alla fine gli uomini egiziani ne escono grotteschi e arrapati: “Ti parlano e dopo mezz’ora ti hanno già immaginata nuda” esclama Rania. “Sono arroganti: escono con te e sembra ti facciano un favore, perché saranno loro a sceglierti come moglie e tu devi solo startene nel tuo salotto ad aspettare che qualcuno ti voglia…”.Ma perché, allora, ripetere come un mantra “voglio sposarmi”? “Che domande!” salta su Ghada. “Fa comodo qualcuno che cambi la bombola del gas e ammazzi gli scarafaggi in casa”. Proprio un bel pasticcio, Bridget Jones. (Fonte: http://www.emanuelazuccala.blogspot.com/ , 29/5, da "IO DONNA")
Sempre dall'Egitto, è di poco tempo fa la notizia che gli egiziani che sposano israeliane rischiano la perdita della cittadinanza: http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Mo-egiziani-che-sposano-israeliane-rischiano-perdita-cittadinanza_497734625.html .
9 commenti:
Allucinante, sembra un viaggio nel tempo fino all'Italietta degli anni quaranta e cinquanta, anzi ancora peggio! Questa gente è indietro di almeno sessanta-settant'anni sull'occidente. E pensare che l'Egitto di Sadat così come la Tunisia di Bourghiba (governatori illuminati) erano persino avanguardisti (conquiste sociali, diritti civili...)! Che tristezza e che rabbia... Gli arabi si devono SVEGLIARE, non hanno altra scelta.
che allegria!
sposarsi per avere un ammazzascarafaggi e una bestia da soma...
ma tanto per sapere, quanti peni finti vendono da quelle parti?
primo capo
Autocontrollo, primocapo.
è un dubbio legittimo...
primo capo
Il dubbio certo.
Bourghiba sì, Sadat no: è lui che ha messo l'Egitto in mano ai Fratelli Musulmani, dando il via alla discesa all'inferno
Vero. Forse intendevi Nasser, Alessandro?
No, in realtà mi riferivo proprio a Sadat, anche se in senso lato. Sua moglie, Jehan Sadat, diede il nome a una legge molto importante per l'uguaglianza dei diritti civili e per la parità delle donne. In ogni caso, sia Nasser sia Sadat rappresentarono delle figure politicamente ambigue per lo sviluppo del paese, perché oscillarono spesso tra la ricerca del consenso internazionale/panarabo, da un lato, e le restrizioni socio-politiche interne.
Alessandro, abbiamo capito che ti riferivi proprio a Sadat, ma il fatto è che Sadat ha aperto la porta ai Fratelli Musulmani che Nasser aveva sempre tenuto fuori. E da allora è iniziata l'involuzione sociale, le donne hanno cominciato a velarsi e l'integralismo islamico si è imposto sempre di più, in tutti gli ambienti e a tutti i livelli. E questo è un dato storico irrefutabile.
Posta un commento