venerdì 7 agosto 2009

TANZANIA: APRE LA BANCA DELLE DONNE


Una nuova banca creata specificamente per i bisogni finanziari delle donne ha aperto la scorsa settimana in Tanzania. La Tanzanian Women's Bank ha sede a Dar es Salaam, la capitale del paese. Sebbene sia stata pensata per le donne, anche gli uomini possono accedere ai servizi offerti. Mentre altre banche in Tanzania richiedono forti garanzie e un livello minimo di reddito per poter aprire un conto, la nuova banca chiede solo che le clienti versino inizialmente 3000 scellini tanzaniani (2 dollari) e che siano in possesso di una carta d'identità o un passaporto.
"La differenza tra noi e le altre banche è che la nostra struttura è progettata specificamente per soddisfare i bisogni delle donne. Ciò perchè le donne sono sempre state ignorate dalle altre istituzioni finanziarie", dice l'amministratrice delegata Mattaba Margareth Chacha. Secondo la BBC , 110 donne hanno aperto un conto corrente nel primo giorno di apertura. Finanziata dal governo e dal Ministero per lo sviluppo della comunità, l'uguaglianza di genere e dell'infanzia, la banca prevede di aprire filiali in tutte le 26 regioni della Tanzania, creando così una rete finanziaria di dimensione nazionale per le donne. Dopo lo storico passo della Grameen Bank, fondata in Bangladesh da Muhammad Yunus, sempre più istituzioni bancarie si stanno muovendo verso il microcredito e le donne. Prestare denaro ad una donna è più sicuro, offre più garanzie, dà più risultati e ha un maggiore impatto sulla società, come molti studi anche della Banca Mondiale hanno rivelato. Meglio tardi che mai! (Fonte: http://www.mondodonna.blogsfere.it/ )

E un'analisi sulla situazione delle donne: Vento di “Goran” sul Kurdistan iracheno .

1 commento:

Stefano. ha detto...

Bene per la banca, e citando l'altro articolo, bene per la sia pur parziale modernizzazione del Kurdistan iracheno, con l'augurio che in tempi ragionevoli, anche il kurdistan iraniano ed il kurdistan turco, possano unirsi ad esso a formare la libera patria curda.
Stefano,